venerdì 25 gennaio 2013

Le denunce in assemblea ignorate per anni



Siena è diventata la barzelletta d'Italia per colpa di una banda di incapaci e di maneggioni, e di lobby partitiche inguardabili che, dopo aver distrutto in pochi anni un capitale immenso e 541 anni di storia, oggi hanno anche il coraggio di rimpallarsi le responsabilità; responsabilità che hanno tutti i partiti (...). Adesso penso sia finalmente il turno della magistratura, per troppo tempo silente, ma che ora, con nuovi inquirenti, appare molto più attenta. Francamente il discorso che avevo preparato sembra ormai superato dalle recenti drammatiche novità su Banca Mps e Mussari. Purtroppo è l'ennesima conferma di quanto da me detto in questa sede dal 2006 ad oggi (...).
Parto dallo stupore di dover constatare che a oltre anno di distanza dall'arrivo del Dr. Viola, e a più di 8 mesi dall'insediamento del Dr. Profumo, escono ancora nuove cattive sorprese da operazioni del passato e si rende necessario un aumento dei Monti Bond di 500 milioni per fare fronte a nuove inaspettate perdite generate da operazioni finanziarie a rischio, fatte dal precedente Cda.
Quanto ancora la città dovrà attendere per sapere fino in fondo tutte le verità sulla cattiva gestione del precedente Cda, a partire dalla pubblicizzazione del contratto di Antonveneta e dei relativi pagamenti cosa da me più volte richiesta, dai contratti sui derivati relativi ai titoli di Stato, dalla chiusura di Filiali pagate poco tempo fa 10 milioni cadauna, e da operazioni, diciamo sospette, come le ultime scoperte, il Progetto Santorini e Alexandria, e le relative minusvalenze nascoste in bilancio? La cosa più importante è capire se questo Cda o gli azionisti di riferimento, in particolare la Fondazione Mps, si faranno finalmente carico di intraprendere quell'azione di responsabilità nei confronti degli esecutori di operazioni così poco accorte, da me più volte richiesta. Non è accettabile che tutte queste errate operazioni, inclusa la «madre» di tutte le disgrazie, ovvero la scellerata operazione Antonveneta, non abbiamo ancora alcun responsabile.
Avevo già fatto presente nella precedente assemblea l'assoluta necessità di fare chiarezza sul passato, un passato che mostra sempre più gravi errori, se non veri e propri comportamenti civilmente e/o penalmente perseguibili; senza questa chiarezza non è possibile pensare ad un futuro. Non ci può essere spazio per condoni, amnistie o insabbiamenti, verso chi è responsabile di aver dilapidato 17 miliardi (...). E questo lo ribadisco anche oggi, pur comprendendo la volontà del Cda di non alimentare dubbi o notizie negative per il Mps. Ma sono certo che proprio nell'interesse della banca, dei dipendenti, degli azionisti e anche della Fondazione Mps e del territorio di riferimento, dopo anni di operazioni fallimentari, di assemblee nelle quali si annunciavano solo promesse e novelle mai mantenute, e dopo continue modifiche a fantasiosi piani industriali, i mercati e gli analisti finanziari non potranno che apprezzare questo nuovo atteggiamento, volto all'etica e alla trasparenza, e potranno guardare con fiducia al rilancio di Banca Mps (...). L'aumento di capitale (...) all'ordine del giorno è l'ultimo atto di una tragedia che ha devastato la Banca, la Fondazione e il territorio. È un atto che non ci piace, ma del quale, in questo momento, non possiamo che essere costretti a prenderne atto, ed esprimere voto contrario potrebbe aprire scenari ancora più bui.
Non posso però tollerare che parte dei responsabili di tale scempio (...) invece di essere chiamati a rispondere di ciò, siano tuttora nei loro immeritati scranni, dorati e ben pagati, e si scarichi su dipendenti e cittadini incolpevoli, le conseguenze dei loro errori, delle loro megalomanie, o se accertate dalle indagini in corso, dei loro eventuali comportamenti non regolari (...). Con questa nuova spinta di pulizia ci si ricordi dei pochi che hanno combattuto a far emergere la verità nel silenzio generale. Tra questi l'associazione «Pietraserena», che nessuna responsabilità ha sui disastri del passato, ma anzi, per mio tramite, è stata tra i pochissimi a tentare di fermare le scelte scellerate che hanno distrutto Banca, Fondazione e territorio, mentre quasi tutti i soliti adulatori professionisti, compresi i vari politici del fallito e trasversale «Sistema Siena» plaudivano le scellerate scelte, per poi oggi pentirsene, vergognarsene e tentare inutilmente di prenderne le distanze (...).
*Piccolo azionista senese Mps

Davvero Bankitalia ignorava Alexandria?

da Il Corriere

Ieri Banca d’Italia ha dichiarato in una nota che quelli di Monte Paschi gliel’hanno fatta sotto al naso. «La vera natura di alcune operazioni del Monte dei Paschi di Siena è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza Mps».
In effetti l’Istituto di Via Nazionale non è un organo di polizia e tantomeno giudiziario, e se la Banca che da tempo sta monitorando gli nasconde le carte, mica può mettersi ad intercettare i dirigenti!
Ma davvero Mps ha nascosto le carte?
Leggendo la relazione della Vigilanza di Bankitalia che nel 2010 fa visita al Monte si ricava tutt’altra impressione.
L’ispezione dura 3 mesi (inizia l’11 maggio e si conclude il 6 agosto) ed è firmata da Vincenzo Cantarella, Biagio De Varti, Giordano Di Veglia, Angelo Rivieccio, Federico Pierobon, Omar Qaram.
Dalle osservazioni generali sull’accertamento emergono risultanze parzialmente sfavorevoli, segue l’elenco dei punti di debolezza.
Per quel che riguarda i profili organizzativi e di controllo gli ispettori scrivono: «La regolamentazione delle operazioni finanziarie deve essere estesa ai veicoli di diritto estero, al fine di evitare che possano essere assunte posizioni non monitorabili dalle strutture di controllo» (ovvero: siccome ci sono più centri decisionali in grado di assumere rischi ad esempio acquistando finanza strutturata, è opportuno che la capogruppo sia in grado di conoscere i rischi che tutti questi altri centri si assumono).
La relazione prosegue: «L’azione dei comitati interni è incerta, poco incisivo l’operato del comitato rischi, le decisioni prese nei comitati finanza e di stress non vengono riportate con regolarità al consiglio» (cioè ognuno assume rischi come gli pare e il Consiglio non sa niente).
«La struttura commerciale si raccorda in modo insufficiente con quella che gestisce i rischi finanziari derivanti da prodotti che includono derivati.
Poco efficace anche il coordinamento dei vari risk Taking Center, la cui sovrapposizione operativa è stata assecondata assegnando crescenti obiettivi di profitto all’area Tesoreria, Capital Managment e Direzione Global Market» (in altre parole, i dirigenti di queste aree si sovrappongono pur di fare profitto senza monitorare i rischi).
«L’orientamento del gruppo verso l’assunzione dei rischi escluso dal computo dei requisiti prudenziali non si è accompagnato al rafforzamento, anche in termini di risorse addette, dei relativi presidi di riscontro» (come dire che hai comprato il treno ma non hai assunto il macchinista e lo fai guidare ad uno che non ha la patente).
A maggior riprova della mancanza di competenza nella capacità di gestire i rischi assunti, Bankitalia scrive: «Il Risk managment non riscontra le valorizzazioni dei fondi hedge e di private equity, né le posizioni detenute da numerose controllate estere».
Ed erano appunto le controllate estere a fare le famose operazioni Alexandria e Santorini, di cui oggi Bankitalia dice di non sapere nulla, nonostante sulla relazione ispettiva scriva: «Alcuni investimenti a lungo termine presentano profili di rischio non adeguatamente controllati né riferiti dall’esecutivo all’organo amministrativo. In particolare si sono determinati consistenti assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi) riferiti a due operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi di euro, stipulate con Nomura e Deutsche Bank Londra».
Stiamo appunto parlando dell’operazione Alexandria e Santorini…che sono state un bagno di sangue.
Quindi Bankitalia sapeva di queste operazioni, e sapeva che non erano adeguatamente monitorate.
Perché non è successo niente? Inoltre tutte queste operazioni vanno scritte in un bilancio, e poiché il controllo della correttezza contabile spetta alla Consob, (ed è difficile immaginare che la nocività si sia manifestata negli ultimi tre mesi) se ne deduce che anche Consob non abbia garantito negli anni al mercato ed agli investitori la dovuta trasparenza sulla situazione contabile e finanziaria di Montepaschi.
Se non vogliamo continuare a porci sempre le stesse domande retoriche su dove fossero Consob e Banca d’Italia qualcuno dovrebbe avere il coraggio e la lungimiranza di mettere nel programma dei primi 100 giorni di Governo il progetto di riforma delle Autorità.
Guarda la puntata integrale "Il Monte dei Fiaschi" andata in onda a Report il 6 maggio 2012

giovedì 24 gennaio 2013

INGROIA E LE SUE FURBERIE

 Testo Unico delle Leggi Elettorali D.P.R. 30 marzo 1957, n 361 e successive modifiche

 Art. 7
 1. Non sono eleggibili:
...................
2. Le cause di ineleggibilità, di cui al comma precedente, non hanno effetto se le funzioni esercitate siano cessate almeno 180 giorni prima della data di scadenza del quinquennio di durata della Camera dei deputati.
3. Per cessazione dalle funzioni si intende la effettiva astensione da ogni atto inerente all'ufficio rivestito, preceduta, nei casi previsti alle lettere a), b) e c) del predetto comma, dalla formale presentazione delle dimissioni e, negli altri casi, dal trasferimento, dalla revoca dell'incarico o del comando ovvero dal collocamento in aspettativa.
4. L'accettazione della candidatura comporta in ogni caso la decadenza dalle cariche di cui alle predette lettere a), b) e c).
5. Il quinquennio decorre dalla data della prima riunione dell'Assemblea, di cui al secondo comma del successivo art. 11.
6. In caso di scioglimento anticipato della Camera dei deputati, le cause di ineleggibilità anzidette non hanno effetto se le funzioni esercitate siano cessate entro i sette giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di scioglimento nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Art. 8
1. I magistrati - esclusi quelli in servizio presso le giurisdizioni superiori -, anche in caso di scioglimento anticipato della Camera dei deputati e di elezioni suppletive, non sono eleggibili nelle circoscrizioni sottoposte, in tutto o in parte, alla giurisdizione degli uffici ai quali si sono trovati assegnati o presso i quali hanno esercitato le loro funzioni in un periodo compreso nei sei mesi antecedenti la data di accettazione della candidatura. Non sono in ogni caso eleggibili se, all'atto dell'accettazione della candidatura, non si trovino in aspettativa.
....................




Ecco chi è Ingroia... un ineleggibile come lo è stato Berlusconi.sino al cosiddetto "blind trust" consistito nel cedere le quote delle sue aziende  - concessionarie di Stato - ai familiari.
Palermo, dove è candidato ed ha svolto le funzioni sino a tre mesi addietro, è il suo covo, il luogo dove crede raccoglierà molti consensi.
L'unico modo per fargli credere che non può prendere in giro i siciliani è non votarlo...
Diamoci da fare!!!


martedì 8 gennaio 2013

Democrazia 2.0 - la nostra agenda

 Oggi siamo alle soglie di nuove elezioni politiche. L'unico momento nel quale i cittadini sembrano avere un peso, seppure relativo. Dobbiamo pretendere da tutte le formazioni politiche che vogliono candidarsi alla guida della modernità, con una qualche credibilità, di firmare una dichiarazione di intenti: "la nostra agenda".

 Si chiama "Democrazia 2.0" l'appello trasversale lanciato nella rete, per il quale vi chiedo di firmare questa petizione su Avaaz, e che chiede a tutti i partiti, le liste e le coalizioni politiche, le seguenti cose:

  1. di pubblicare online l’elenco di tutte le candidature, offrendo a tutti i candidati una piattaforma web attraverso la quale aprirsi al dialogo e al confronto con i cittadini e presentarsi ai propri elettori con il proprio curriculum, le proprie idee e il proprio programma: massima trasparenza e apertura anche alle critiche dovranno essere irrinunciabili principi ispiratori della campagna elettorale online.
  2. di dare pubblicità a tutte le riunioni politiche di vertice in live streaming e successiva archiviazione online, perché chi si candida alla guida del Paese non può e non deve avere niente da nascondere ai cittadini.
  3. di garantire che tutti i candidati si impegnino, se eletti, a consultarsi costantemente attraverso strumenti telematici con i propri elettori, rispondendo settimanalmente online a interrogazioni pubbliche in livechat.
  4. di impegnarsi nella prossima legislatura perché l’accesso a Internet diventi un diritto fondamentale del cittadino.
  5. di impegnarsi perché la Rete sia davvero neutrale e sia vietato ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica ogni genere di attività di network management suscettibile di incidere sulla libertà degli utenti di accedere a ogni tipo di contenuto a condizioni tecniche ed economiche non discriminatorie.
  6. di impegnarsi perché tutti i dati e le informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni siano resi disponibili online, in tempo reale, in formato aperto e con una licenza che ne autorizzi l’uso da parte di tutti anche per finalità commerciali
  7. di impegnarsi perché i tribunali (e tutte le autorità svolgenti funzioni giurisdizionali) rendano accessibili ai cittadini, online e gratuitamente,i testi integrali di tutte le proprie decisioni.
  8. di impegnarsi a fare in modo che il diritto d’autore sia, anche in Rete, uno strumento di promozione della creazione e circolazione dei contenuti artistici, culturali ed informativi e non solo un vincolo e un impedimento.
  9. di impegnarsi a garantire che nessun contenuto di carattere informativo possa essere rimosso dallo spazio pubblico telematico o reso inaccessibile in assenza di un ordine dell’’Autorità giudiziaria.
  10. di impegnarsi nell’adozione delle politiche di governo aperto che vanno diffondendosi in tutto il mondo creando straordinari benefici in termini di trasparenza ed efficienza dell’attività della pubblica amministrazione e di rafforzamento e consolidamento della democrazia.

lunedì 7 gennaio 2013

La normalità è regola - Maria Fida Moro

"E' quasi ridicolo che si debba pensare a delle liste pulite, è chiaro che le liste devono essere fatte di persone che sono specchiate dal punto di vista morale, solo che siamo in un mondo talmente variegato e strano che è diventata un’eccezione quella che dovrebbe essere la regola e è un po’ buffa come la scoperta dell’acqua calda, solo che fa anche tristezza. Il vero problema della politica è che deve essere gratuita perché è una vocazione, quindi niente rimborsi, niente indennità, niente stipendi, lo si fa come buona azione, come si fa tutto il resto."
Maria Fida Moro

DA VEDERE!!!

http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-7e5aadef-1666-4fb0-8e73-c66341aeddff.html