da Il Corriere
Ieri Banca d’Italia ha dichiarato in una nota che quelli di Monte Paschi gliel’hanno fatta sotto al naso. «La
vera natura di alcune operazioni del Monte dei Paschi di Siena è emersa
solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati
all’Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza
Mps».
In effetti l’Istituto di Via Nazionale non è un organo di polizia e tantomeno giudiziario, e se la Banca che da tempo sta monitorando gli nasconde le carte, mica può mettersi ad intercettare i dirigenti!
Ma davvero Mps ha nascosto le carte?
Leggendo la relazione della Vigilanza di Bankitalia che nel 2010 fa visita al Monte si ricava tutt’altra impressione.
L’ispezione
dura 3 mesi (inizia l’11 maggio e si conclude il 6 agosto) ed è firmata
da Vincenzo Cantarella, Biagio De Varti, Giordano Di Veglia, Angelo
Rivieccio, Federico Pierobon, Omar Qaram.
Dalle osservazioni generali sull’accertamento emergono risultanze parzialmente sfavorevoli, segue l’elenco dei punti di debolezza.
Per
quel che riguarda i profili organizzativi e di controllo gli ispettori
scrivono: «La regolamentazione delle operazioni finanziarie deve essere
estesa ai veicoli di diritto estero, al fine di evitare che possano
essere assunte posizioni non monitorabili dalle strutture di controllo»
(ovvero: siccome ci sono più centri decisionali in grado di assumere
rischi ad esempio acquistando finanza strutturata, è opportuno che la
capogruppo sia in grado di conoscere i rischi che tutti questi altri
centri si assumono).
La relazione prosegue: «L’azione
dei comitati interni è incerta, poco incisivo l’operato del comitato
rischi, le decisioni prese nei comitati finanza e di stress non vengono
riportate con regolarità al consiglio» (cioè ognuno assume rischi come
gli pare e il Consiglio non sa niente).
«La struttura commerciale
si raccorda in modo insufficiente con quella che gestisce i rischi
finanziari derivanti da prodotti che includono derivati.
Poco
efficace anche il coordinamento dei vari risk Taking Center, la cui
sovrapposizione operativa è stata assecondata assegnando crescenti
obiettivi di profitto all’area Tesoreria, Capital Managment e Direzione
Global Market» (in altre parole, i dirigenti di queste aree si
sovrappongono pur di fare profitto senza monitorare i rischi).
«L’orientamento
del gruppo verso l’assunzione dei rischi escluso dal computo dei
requisiti prudenziali non si è accompagnato al rafforzamento, anche in
termini di risorse addette, dei relativi presidi di riscontro» (come
dire che hai comprato il treno ma non hai assunto il macchinista e lo
fai guidare ad uno che non ha la patente).
A maggior riprova della mancanza di competenza nella capacità di gestire i rischi assunti, Bankitalia scrive:
«Il Risk managment non riscontra le valorizzazioni dei fondi hedge e di
private equity, né le posizioni detenute da numerose controllate
estere».
Ed erano appunto le controllate estere a fare le famose
operazioni Alexandria e Santorini, di cui oggi Bankitalia dice di non
sapere nulla, nonostante sulla relazione ispettiva scriva: «Alcuni
investimenti a lungo termine presentano profili di rischio non
adeguatamente controllati né riferiti dall’esecutivo all’organo
amministrativo. In particolare si sono determinati consistenti
assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi) riferiti a due
operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi di euro,
stipulate con Nomura e Deutsche Bank Londra».
Stiamo appunto parlando dell’operazione Alexandria e Santorini…che sono state un bagno di sangue.
Quindi Bankitalia sapeva di queste operazioni, e sapeva che non erano adeguatamente monitorate.
Perché
non è successo niente? Inoltre tutte queste operazioni vanno scritte in
un bilancio, e poiché il controllo della correttezza contabile spetta
alla Consob, (ed è difficile immaginare che la nocività si sia
manifestata negli ultimi tre mesi) se ne deduce che anche Consob non
abbia garantito negli anni al mercato ed agli investitori la dovuta
trasparenza sulla situazione contabile e finanziaria di Montepaschi.
Se non vogliamo continuare a porci sempre le stesse domande retoriche
su dove fossero Consob e Banca d’Italia qualcuno dovrebbe avere il
coraggio e la lungimiranza di mettere nel programma dei primi 100 giorni
di Governo il progetto di riforma delle Autorità.
Guarda la puntata integrale "Il Monte dei Fiaschi" andata in onda a Report il 6 maggio 2012
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