Ogni anno il disboscamento illegale è responsabile della distruzione di milioni di ettari di foresta. Buona parte del legname arriva in Europa, uno dei principali mercati mondiali di prodotti del legno, come legname da costruzione, compensato e mobili. Circa il 20% di queste importazioni provengono da alberi abbattuti illegalmente.
Finora, l'UE si è limitata a promuovere interventi su base volontaria per ridurre il disboscamento illegale. Una nuova proposta legislativa impone però ora agli importatori di adottare determinate misure per assicurarsi della provenienza legale del legno. La normativa si applicherebbe anche ai produttori di legname dell'UE; pratiche di disboscamento illegale sono state infatti riscontrate anche in alcuni paesi europei.
Il disboscamento illegale è all'origine di tutta una serie di distruzioni ambientali: accelera infatti la deforestazione, la perdita della biodiversità e i cambiamenti climatici. Circa il 20% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra sono imputabili alla deforestazione.
E il problema si fa sempre più grave. Più della metà delle attività di disboscamento avvengono in regioni vulnerabili, come il bacino amazzonico, l'Africa centrale ed il sudest asiatico. In alcuni paesi, le attività illegali superano di gran lunga la produzione legale di legname.
La deforestazione dovrebbe essere una delle priorità al centro dei prossimi negoziati internazionali sui cambiamenti climatici. La Commissione propone un meccanismo mondiale che ricompensi i paesi in via di sviluppo per le riduzioni dei gas a effetto serra ottenute grazie alla riduzione della deforestazione .
Il disboscamento illegale non è del resto solo un problema ambientale, perché priva le popolazioni indigene e locali di risorse e posti di lavoro ed incentiva la corruzione e la criminalità organizzata, che spesso utilizzano i suoi proventi per finanziare conflitti regionali.
Per i governi, il fenomeno si traduce in un costo per mancate entrate pari a miliardi di euro, oltre a compromettere la competitività delle attività legali di disboscamento sia nei paesi importatori che in quelli esportatori.
Finora, l'UE si è limitata a promuovere interventi su base volontaria per ridurre il disboscamento illegale. Una nuova proposta legislativa impone però ora agli importatori di adottare determinate misure per assicurarsi della provenienza legale del legno. La normativa si applicherebbe anche ai produttori di legname dell'UE; pratiche di disboscamento illegale sono state infatti riscontrate anche in alcuni paesi europei.
Il disboscamento illegale è all'origine di tutta una serie di distruzioni ambientali: accelera infatti la deforestazione, la perdita della biodiversità e i cambiamenti climatici. Circa il 20% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra sono imputabili alla deforestazione.
E il problema si fa sempre più grave. Più della metà delle attività di disboscamento avvengono in regioni vulnerabili, come il bacino amazzonico, l'Africa centrale ed il sudest asiatico. In alcuni paesi, le attività illegali superano di gran lunga la produzione legale di legname.
La deforestazione dovrebbe essere una delle priorità al centro dei prossimi negoziati internazionali sui cambiamenti climatici. La Commissione propone un meccanismo mondiale che ricompensi i paesi in via di sviluppo per le riduzioni dei gas a effetto serra ottenute grazie alla riduzione della deforestazione .
Il disboscamento illegale non è del resto solo un problema ambientale, perché priva le popolazioni indigene e locali di risorse e posti di lavoro ed incentiva la corruzione e la criminalità organizzata, che spesso utilizzano i suoi proventi per finanziare conflitti regionali.
Per i governi, il fenomeno si traduce in un costo per mancate entrate pari a miliardi di euro, oltre a compromettere la competitività delle attività legali di disboscamento sia nei paesi importatori che in quelli esportatori.
1 commento:
complimenti, ottimo articolo. ti segnalo un sito con molte notizie sul tema: http://www.salvaleforeste.it/
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