da http://www.lindipendenza.com/grecia-al-tracollo-e-alla-fame-e-non-stiamo-parlando-di-balle/
In effetti non ci si capisce piu’ nulla, vai in rete e le ultime notizie che trovi della Grecia risalgono a Novembre del 2012.
Non e’ successo piu’ nulla dopo ? Difficile crederci. Da qualche
giorno questo blog ha iniziato a diffondere notizie su quanto accade in
Grecia, notizie raccolte in rete, quasi di straforo, prese per buone
perche’ conoscevamo le fonti. Persone serie. Qualcuno in Italia non l’ha
presa bene, non e’ piaciuto loro quanto andavamo dicendo, secondo
questi tipi la Grecia e’ tranquilla, quasi fosse soddisfatta della sua
condizione miserabile o addirittura contenta di morire. Con qualcuno di
questi tizi ho avuto anche da dire, un confronto aspro, di quelli che
piacciono a me. A muso duro. sono volate parole grosse. Assai. E sono
rimasto della mia idea, credo piu’ alle fonti dove ho attinto le
notizie che a gente come quella, che parla cosi’, tanto per aprire bocca
ma ho deciso comunque di andare a fondo a questa storia. Per noi
italiani e per i greci. Un mio collega del Giornale d’Italia, Federico
Campoli, e’ andato la’, a vedere di persona, ed e’ ad Atene in questo
momento per conto del nostro quotidiano. Lo sento per telefono e mi
racconta con la voce incrinata per la rabbia e quel che mi racconta e’
quello che ha verificato, che sta vedendo adesso con i suoi occhi e
quello che ode con le sue orecchie. Non sono voci riportate, non e’
sentito dire, non sono “boatos” del Web, tipo il mandato di cattura per
il Papa che ci ha deliziato tutto ieri, a riprova che non sanno piu’
cosa inventare per distrarci. E’ dolorosa cronaca sul campo, dalla
quale emerge lo spaccato di una societa’ in totale disfacimento,
ferita a morte nei suoi punti vitali. In molte delle cose descritte si
vede chiaramente un pezzo dell’Italia di oggi ed in altri si intravede
un pezzo dell’Italia di domani, di quella che verra’. Di quella in
preparazione da parte del benemerito Partito Unico dell’Euro e dei suoi
seguaci in Italia. Se qualcuno intende smentire e minimizzare per non
guastare la kermesse elettorale in corso da noi, che prenda un aereo e
vada giu’ a verificare prima di aprire bocca. Altrimenti taccia.
Ed ecco il racconto di Campoli e spero di avere reso al meglio il suo pensiero con la mia prosa. E’ difficile tradurre in parole le emozioni di un’altra persona e vorrete perdonarmi se non ci saro’ riuscito perfettamente.
“Non siamo in Uganda o nel Darfur. Siamo in Grecia, più precisamente nella capitale,
Atene, e una roba così non si vedeva dai tempi della Seconda Guerra
Mondiale. Un camion si ferma in una delle tante strade della capitale.
Apre i portelloni. Le persone a bordo cominciano a tirare fuori frutta e
verdura. La distribuiscono gratuitamente alle decine di persone che si
sono raccolte attorno al mezzo. Tra loro ci sono persone anziane, donne
con bambini in braccio, ma anche giovani, ragazzi dal viso pulito non
più grandi di 30 anni. Insomma, tutta gente che ha grosse difficoltà ad
arrivare a fine giornata. Dopo pochi minuti la calca comincia a farsi
sempre più pressante. Volano spintoni, qualche insulto, poi parte la
scazzottata per chi arriva primo a prendere il cibo. Il giornalista
della Bbc, che sta riprendendo la scena, viene colpito nella ressa. A
distribuire frutta e verdura sono i ragazzi di “Alba Dorata” che girano
incessantemente per i quartieri piu’ poveri tentando di portare un
minimo di conforto ai propri concittadini che ormai vivono di stenti.
Una persona su quattro in Grecia è disoccupata. Molti di quelli che
riescono a mantenere il proprio posto di lavoro non riescono comunque ad
arrivare a fine mese. I lavoratori hanno assistito impotenti ad una
riduzione del salario del 22% solo nell’ultimo anno. Il salario medio
ora arriva a 586 Euro al mese. Ben al di sotto della soglia di poverta’.
Da Bruxelles continuano ad arrivare i cosiddetti “aiuti europei”, ma
ogni volta che viene sbloccata una nuova tranche le cose vanno peggio di
prima. Adesso, i signori dell’Ue non possono più mentire. La Grecia è
praticamente fallita. La penisola ellenica è a un passo dal crollo
definitivo, a causa del peso dei debiti contratti per salvarsi. Hanno
preso cento miliardi e sono peggiorati di centotrenta. E’ la ricetta
dell’FMI. Qualcuno se ne e’ accorto anche al Consiglio d’Europa e alla
Bce e sta timidamente suggerendo l’ uscita della grecia dall’euro, con
una conseguente svalutazione della dracma del 20-30%. Ma sono in pochi
ad avere sale in zucca o ad essere in buonafede. La maggior parte
ragiona come Jeroen Dijsselbloem, nuovo presidente dell’eurogruppo,
l’alfiere del “cauto ottimismo” che ha avuto la faccia di bronzo di
affermare in una recente intervista di essere favorevole all’austerity e
ai “conti in pareggio” e di compiacersi della “stretta collaborazione
tra il Governo ellenico e la troika” per concludere poi affermando di
aver individuato “alcuni segnali tali da giustificare un certo
ottimismo”. Mi guardo intorno per coglierne i segnali, se si compiace
dovrebbe essere facile individuarli, ma le uniche differenze visibili
rispetto alla Grecia allegra e solare che ricordavo sono i reparti
antisommossa che presidiano gli incroci ed una cappa asfissiante di
fumi misti a cenere che avvolge la capitale, dalla collina del Ligabetto
giu’ fino al Pireo. Ormai da qualche mese Atene vive coperta da una
fitta coltre di smog puzzolente, prodotto dal fumo dei camini e delle
stufe a legna. I suoi miasmi impregnano persone e cose. Niente piu’
odore di mare, di spiedini arrostiti, di mousaka, di salse allo yogurth
con aglio. Solo questa puzza terribile che ti entra nella bocca e non va
piu’ via. La puzza della morte stessa, la morte di un popolo. Non è un
fenomeno solo ateniese, ma di tutta la Grecia le città sono avvolte da
un odore acre dei fumi della legna e della cenere, mischiati a tutti i
tipi di sostanze tossiche bruciate. Questa è una delle piaghe sociali
arrivate con il “salvataggio”, è il risultato diretto dell’austerità
selvaggia imposta dalla troika e dal governo greco che non è mai stato
capace di proteggere i suoi cittadini. La troika ha chiesto, e il
governo greco ha eseguito, aumentando le tasse sul gasolio da
riscaldamento, quello che usano in quasi tutti gli edifici greci,
portandolo allo stesso prezzo del gasolio-auto. Già il prezzo di un
litro di benzina alla pompa in Grecia era il più alto d’Europa, nel
rispetto degli ordini ricevuti dalla troika. In Grecia il prezzo del
gasolio è salito di oltre il 50% dal 2009, soprattutto per l’aumento
delle accise. Questo fatto, combinato con un calo del reddito medio
reale del 40-50%, ha determinato una diminuzione delle entrate fiscali
sul gasolio per un miliardo e mezzo di euro, visto che adesso il
combustibile per riscaldamento è diventato un lusso che la maggior parte
della gente non può piu’ permettersi, il crollo dei consumi è sceso
fino all’80%. Quindi quasi tutti hanno dovuto trovare alternative al
riscaldamento centrale e molti hanno preso stufette elettriche,
griglie a benzina o altre soluzioni pasticciate che costano meno del
gasolio anche se, bruciando qualsiasi cosa nei camini o nella vecchie
stufe a legna, si produce un degrado ambientale incredibile ed a volte
anche tragiche conseguenze per le persone. Fa male, malissimo, alla
lunga e nemmeno tanto, uccide,ma la gente, quando ha veramente freddo,
brucia mobili, plastica, materiali da costruzione e persino le scarpe
vecchie pur di riscaldarsi, e tutto questo rende ancora più micidiale e
dannoso per la salute il mix tossico dei fumi che avvolgono le maggiori
città. Dovreste vedere a cosa e’ ridotta l’atmosfera qui. Sky TV ieri
sera ha ammonito: “Un gruppo di scienziati di sette centri di ricerca
entro il 20 febbraio dovranno analizzare lo smog in diverse città per
valutare l’impatto ambientale di un maggior uso di camini e stufe a
legna. Gli scienziati, insieme al Centro per il Controllo delle
Malattie e la Prevenzione, hanno verificato che bruciare legna in casa
provoca un inquinamento dell’aria 30 volte maggiore rispetto
all’utilizzo di combustibili bruciati in caldaie con manutenzione
controllata. Hanno scoperto anche che le concentrazioni di particolato
di fumo da legna nell’atmosfera è aumentato del 200% da dicembre 2010 a
dicembre 2012, e di notte ancora di più. Il Centro di Controllo è
preoccupato perché l’aumento dell’inquinamento dell’aria può provocare
problemi respiratori e allergie che aggravandosi arrecano danni al
sistema neurologico e riproduttivo.” Il prezzo della legna da ardere,
naturalmente, è raddoppiato rispetto all’anno scorso e l’incentivo ad
abbattere gli alberi di foreste e parchi è grande, tanto che sia i
parchi che le riserve naturali hanno già subito gravi perdite. Per
effetto delle rigide temperature invernali, questa tendenza si sta
assestando un duro colpo all’ambiente e le colline diventano sempre più
spoglie mentre nuvole di smog si sprigionano dagli incendi che
avvelenano l’aria di Atene e delle altre città con tutti i rischi che
possono provocare sulla salute pubblica. Il Ministero dell’Ambiente ha
dichiarato che il numero di casi di disboscamento illegale è aumentato a
dismisura nel 2012, come documentano le oltre 3.000 denunce e il
sequestro di 13 mila tonnellate di alberi tagliati illegalmente. Un
disboscamento così esteso in Grecia avvenne solo durante la brutale
occupazione nazista del 1940, a questo punto hanno portato i cinque anni
di recessione e le drastiche misure di austerità messe in atto.I
distributori di carburante protestano per un calo delle vendite del
75-80% nell’ultimo trimestre 2012, rispetto al 2011, e come logica
conseguenza c’è stato anche un crollo delle entrate fiscali per 400
milioni di euro solo per le mancate vendite di gasolio per
riscaldamento. Il Ministro delle Finanze, Yiannis Stournaras, professore
di economia e banchiere, tanto per cambiare, ed ex capo della IOBE,
l’Associazione Economica degli industriali greci , è stato comunque
irremovibile, pur avendo un quadro della situazione economica greca
molto chiaro, continua a negare l’agghiacciante evidenza che appare
ormai evidente a qualsiasi cittadino del paese: rifiuta ancora
qualsiasi aiuto anche per le famiglie più povere, ma consiglia di
“essere pazienti per un altro anno” e di aspettare che il freddo passi.
Aspettare che il freddo passi….. geniale davvero! Ma poi ha anche detto
che il crollo delle entrate sui carburanti per riscaldamento è dovuto
all’”accumulo fatto lo scorso anno”, senza dare importanza al calo delle
vendite dell’ 80%. Ovviamente il culto del suo credo economico, che lo
fa tanto rassomigliare a Mario Monti ed ai suoi stolti discepoli, non
gli consente di prendere atto di alcuni effetti collaterali, ad esempio
sulla salute, sui rischi di incendio e sul taglio illegale dei boschi.
La troika sembra comunque soddisfatta dei risultati che ha ottenuto,
quindi , come si permettono le vittime delle sue scelte politiche di non
essere d’accordo e protestare ? Gia’—-perche’ bisogna anche soffrire
in silenzio ed anche morire tacendo se occorre. Poveri carabinieri
d’Europa. Per le persone che adesso consumano più energia elettrica per
il riscaldamento, c’è in ogni caso anche la possibilità di godersi pure
un pizzico dell’effetto della “liberalizzazione del settore
dell’energia”, ( in Italia lo stiamo attendendo come il decantato
salvatore ) tanto che la spesa sta diventando insostenibile, e le
bollette hanno subito un aumento del 9% (di più per i piccoli consumi,
di meno per i consumi maggiori, secondo la vecchia regola del togliere
di piu’ a chi ha di meno che ben conosciamo anche da noi ), in attesa
dell’aumento del 20%, che dovrebbe essere approvato entro quest’anno.
Intanto le società che forniscono l’energia pubblica, ogni mese stanno
tagliando gas e luce a 30.000 utenti che non possono pagare le
bollette! Mille famiglie al giorno….In pratica in Grecia da 300 a 500
mila famiglie vivono già letteralmente al buio. Saranno questi i
segnali incoraggianti di Jeroen Dijsselbloem ? Di contro il prof. Hans
Werner Sinn, consigliere personale di Angela Merkel, insieme ad altri
50 nomi del mondo dell’economia e sostenuto da Moorald Choudry,
vice-presidente della Royal Bank of Scotland (la quartabanca del mondo)
ha presentato un rapportourgente al Consiglio d’Europa ealla Bce
sostenendo la tesi della fuoriuscita, almeno temporanea. Non solo, ma
nel rapporto si legge testualmente che “l’economia (greca) è arrivata ad
un punto di tale degrado da poter essere considerata come tragedia
umanitaria e quindi si può cominciare aventilare l’ipotesi di chiedere
l’intervento dell’Onu”.Intanto, è iniziato il diciassettesimo giorno di
protesta per gli agricoltori, incredibile ma e’ cosi’, stanno veramente
protestando ed anche veementemente ed oltre a distribuire cibo al
popolo chiedono la riduzione del prezzodel gasolio per i mezzi
agricoli, un abbassamento dell’Iva e, soprattutto, chiedono che le
banche rilascinocredito. Ma non sono solo gli agricoltori che regalano i
propri prodotti. Molte aziende alimentari distribuiscono gratis in
piazza, tramite Alba Dorata, quello che non sono riusciti a vendere. In
teoria, la cosa sarebbe illegale ma arrivati a questo punto sono in
molti ad operare una netta distinzione tra ciò che è legale e ciò che è
giusto. La situazione si fa sempre più disperata. La sensazione che ho
e’ molto nitida, mai come ora la Grecia rischia la guerra civile. E i
numeri confermano l’inarrestabile crescita del disagio sociale ed
economico. Le rapine,negli ultimi mesi, sono aumentate del 600%. In
parecchi inoltre si danno al saccheggio di metallo, da rivendere per
qualche spicciolo. La gente e ridotta alla fame e si vede ed ormai
farebbe qualsiasi cosa per mettere in tavola qualcosa di caldo da
mangiare. Ammesso che si abbia ancora una tavola o un tetto sotto il
quale stare. Anche il numero dei senzatetto è aumentato in maniera
spropositata. Le ultime stime parlano di 40mila persone costrette a
vivere nei cartoni agli angoli delle strade. Ne ho visti tanti
passeggiando per le vie di una Atene spettrale, fredda ed avvolta da una
cappa fetida. Una delle immagini più significative ritrae un antico
anfiteatro greco, sulle cui scalinate dormono decine di senzatetto,
avvolti da scatoloni di cartone. Anche Amnesty International ha stilato
il suo rapporto, in cui denuncia le condizioni di estrema povertà della
gente e degli abusi ricorrenti di una polizia male attrezzata, che tenta
di mantenere il controllo di una nazione ormai alla deriva e ben
avviata verso la guerra civile. Insomma, nè le strabilianti cifre di
denaro elargite del trio Fmi-Bce-Ue, né le varie direttive della razza
padrona che ci tiranneggia da Bruxelles sono riuscite a ristabilire le
sorti del popolo greco, né tanto meno, dello Stato. Ma non era questo
che volevano, infatti. Ovviamente, i soldi sono finiti nelle mani delle
banche e da lì non sembra si siano mai mossi. La scusa è sempre la
stessa ed è quella abusata che usano anche da noi. Salvare le banche per
salvare il popolo. Viene veramente da piangere a guardarsi intorno, i
risultati dell’ideologia della ricapitalizzazione bancaria sono
devastanti ed insopportabili allo sguardo. Ma oltre ai soliti istituti
di credito ci sono anche altri che sono riusciti a trarre un profitto da
questa situazione. La crisi ha portato infatti ad una netta riduzione
del costo del lavoro, nonché ad una liquidazione coatta dei diritti dei
lavoratori. Tra i vari tagli operati dal governo rientrano quelli per
l’indennità di fine rapporto dei lavoratori, la malattia e gli
straordinari. Insomma, le multinazionali nord europee stanno
realizzando una piccola Cina, nel cuore dell’Europa, governata
direttamente da loro. Ecco il fine ultimo del lavorio frenetico della
Troika, tornare ai tempi della “Compagnia delle Indie” e farlo in
Europa. Proprio dove e’ nata la civilta’ occidentale: Atene e Roma.
Distruggere la nostra cultura ed anche il ricordo di cio’ che fummo.
Questi lavoratori vengono pagati una miseria, senza che siano
assicurati loro nemmeno i diritti fondamentali. Come se non bastasse,
il 95% dei prodotti di queste società finiscono all’estero. In pratica,
la penisola diventa semplicemente una base di produzione a basso costo
da cui far partire le proprie merci verso i mercati che ancora sono in
condizione di consumare “.
Il racconto di Campoli finisce qui ma proseguira’ nei prossimi giorni,
nel frattempo su internet è esplosa la contesa sulla veridicità di
alcune notizie (come quella degli assalti ai supermercati) e sul fatto
che i media ufficiali in Europa stiano tacendo sulla drammatica
situazione ellenica. C’è chi grida ad una manovra studiata ad hoc.
Ninete di piu’ facile. In Italia siamo in campagna elettorale e non
farebbe comodo a nessuno dei grandi partiti il fatto che le misure
europee abbiano condotto un paese allo sfacelo. E non farebbe comodo
nemmeno ad Hollande principale fautore delle politiche comunitarie.
Senza parlare della Merkel, dato che in Germania il principale motivo di
protesta riguarda la questione dei soldi dei “paesi ricchi” che
finiscono nelle banche di “quelli poveri”. Insomma, effettivamente la
questione greca non fa comodo a nessuno. Che muoiano dunque in silenzio,
senza disturbare le prossime vittime. Non ci credete che e’ cosi’ ?
Venite a vedere.
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