da Legambiente, Ambiente Italia e Sole 24 Ore
L'indagine, presentata a Venezia, denuncia una "brusca e preoccupante
battuta d'arresto delle politiche ambientali urbane": passano infatti da
6 a 17 le città dove si registra un valore medio annuo di polveri
sottili superiore al limite dei 40 microgrammi per metro cubo. E in
linea generale ci sia accorge che nelle città del Paese le polveri
sottili sono comunque in aumento, passando mediamente da 30 a 32
microgrammi per metro cubo. Aumentano anche i giorni dell'anno in cui
l'ozono scavalca i limiti di legge: da 27 a 37.
In questa fotografia che immortala una situazione poco rassicurante per la salute dell'aria del nostro Paese, sono Venezia, Trento e Verbania a collocarsi ai primi posti tra le città italiane con la migliore qualità ambientale, seguite da Bolzano, La Spezia, Parma e Perugia. La maglia nera va a tre capoluoghi del sud: Messina, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Tra i peggiori centri urbani però anche Verona, Milano, Torino e Monza. Risultati non buoni anche per la densità
automobilistica, 63,8 auto ogni 100 abitanti, mentre calano i viaggi: i
cittadini compiono in media 83 viaggi all'anno su bus, tram e metro,
contro gli 85 del precedente rapporto. Fanno eccezione per l'alto numero
di utenti dei mezzi pubblici le grandi città come Venezia, Roma e Milano.
Restano
stazionari i consumi di acqua potabile, 164 litri a testa ogni anno, e
l'efficienza della depurazione, che dall'86% arriva all'88%. Nessun
miglioramento per la dispersione idrica, ma salgono a 56 le città in cui
un terzo dell'acqua immessa negli acquedotti si perde prima di
raggiungere i rubinetti. Sul fronte dei rifiuti, si riduce la produzione
dei solidi urbani (20 chili in meno a testa) e aumenta la raccolta
differenziata, che passa dal 31,97% al 37,96% a fronte però di un
obiettivo normativo del 60%.
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