di Salvatore Giannella
In principio fu una rivolta popolare contro il nucleare. A poca distanza
da Friburgo, a Wyhl, era stata programmata nel 1975 la costruzione di
una nuova centrale nucleare. Ma per la prima volta nella storia della
Repubblica federale la protesta ecologica ostacolava la nascita di un
nuovo reattore atomico. Per un anno il terreno fu occupato dagli
abitanti di Friburgo e dell'Alto Reno: agricoltori e docenti
universitari, studenti e impiegati, professionisti e commesse. Per
allentare la resistenza degli oppositori, il governo utilizzò tutti i
metodi a sua disposizione, incluso la riduzione della corrente elettrica
e l'interruzione del servizio telefonico per impedire che i
contestatori si collegassero tra loro e facessero massa all'arrivo della
polizia. Persino i parroci scesero in campo aiutando i contestatori,
dando loro l'aiuto della più antica forma di comunicazione: il suono
delle campane, che informava dell'arrivo delle forze dell'ordine.
Il «caso Wyhl» contribuiva all'affiorare di una forte e diffusa
sensibilità per le questioni ambientali, rafforzata nel 1986 dal
disastro della fuga radioattiva dalla centrale nucleare di Chernobyl, in
Ucraina. Da allora a Friburgo il consiglio comunale ha fatto della
politica
energetica «dolce» (risparmio, energie rinnovabili, tecnologie
efficienti) il suo cavallo di battaglia. In una Germania impegnata come
pochi altri Stati nella lotta all'inquinamento, la capitale della
Foresta Nera si è data da fare per diventare un modello ecologico, anche
per via dei suoi obiettivi ambiziosi: ridurre i gas nocivi del 40
per cento entro il 2030.
La difficoltà stimola la creatività, sorella gemella della scienza e
delle tecnologie.
VEDI http://www.cadoinpiedi.it/2012/11/11/lo_sfogo_di_barnard_a_lultima_parola_-_video.html
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