giovedì 15 novembre 2012
PREMESSA A REPORT DEL 18 NOVEMBRE PROSSIMO
BARI – Antonio Cannalire, per la procura di Milano, rappresenterebbe una «significativa figura» nell’ambito dell’inchiesta sul caso “Atlantis”, il gruppo titolare dal 2004 di una concessione dei Monopoli di Stato nel settore dei giochi e che a fine 2009, secondo le prime indagini dei pm, avrebbe beneficiato di un presunto maxi finanziamento dai «molteplici elementi di anomalia, sia secondo i canoni di buona amministrazione sia più gravemente secondo le regole in materia di riciclaggio» dalla Banca Popolare di Milano, guidata dall’ormai ex presidente Massimo Ponzellini e ora coinvolto nelle indagini.
I reati ipotizzati dai sostituti procuratori Roberto Pellicano e Mauro Clerici sono associazione per delinquere e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza. Tutto sarebbe partito da un rapporto ispettivo di Bankitalia che, a giugno scorso, segnalerebbe «anomalia e scarso approfondimento» intorno al credito che sarebbe stato concesso in favore di Atlantis/Bplus Giocolegale Ltd, «la cui catena di controllo – hanno rilevato i magistrati – fa capo a una società delle Antille Olandesi» riconducibile a Francesco Corallo. Incensurato, non indagato, ma oggetto di perquisizione da parte della guardia di Finanza e in qualche modo implicato in un giallo di un computer, secondo gli investigatori, sottratto da un deputato del Pdl proprio durante la “visita” dei militari. È il napoletano Amedeo Laboccetta, già legale rappresentante di Atlantis World fino al 2008, che continua a rivendicarne la proprietà (il pc, dice, conterrebbe la sua «normale attività parlamentare») e a dirsi «disponibile» qualora la Procura decida di disporne la perquisizione dopo l’eventuale autorizzazione della Camera (vedi anche sue recenti dichiarazioni a Radio24).
E Cannalire? In questa intricata storia ancora tutta da verificare, sembrerebbe rappresentare, almeno per i pm milanesi, «il terminale di un fascio di interessi di origine politico-imprenditoriale che attraverso lui hanno accesso presso Bpm». Stando ai primi rilievi della Procura, sarebbe socio al 33% di Jackpot Game srl (settore dei giochi) e consigliere di amministrazione delle srl M2 Holding e M2 Pictures, quest’ultime insieme a Marco Dell’Utri (figlio di Marcello) e all’attuale rappresentante legale di Atlantis Italia, Alessandro La Monica.
Il nome di Cannalire, in realtà, compare anche in atti del procedimento dei magistrati di Napoli a carico di Marco Milanese, già consigliere economico dell’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, finiti poi nella relativa ordinanza di custodia cautelare emessa il 6 luglio scorso dal gip del Tribunale di Napoli, Amelia Primavera. Qui, in particolare, viene citato in sommarie informazioni rese da una persona coinvolta nell’indagine e da cui, secondo la procura di Milano, verrebbe fuori un «soggetto da una parte in stretti rapporti con Ponzellini…con cui avrebbe curato pratiche di finanziamento chiaramente anomale, dall’altra con personaggi di rilievo istituzionale, come il predetto Milanese».
Ma chi è l’ex manager che, stando ai primi elementi degli inquirenti, avrebbe avuto un «rapporto del tutto particolare» con Ponzellini pur non ricoprendo alcuna “investitura” ufficiale in Bpm? È un 37enne di Francavilla Fontana, paese di 36mila anime nel Brindisino, ex feudo degli Imperiali e oggi terra di magistrati come Clementina Forleo, ma in particolare di parlamentari come l’onorevole Luigi Vitali (Pdl, nato in realtà a Taranto), il senatore Salvatore Tomaselli (Pd e già deputato dell’Ulivo), e l’ex Euprepio Curto, già a Palazzo Madama con An e oggi al Consiglio regionale della Puglia con l’Udc. È proprio nell’orbita di Vitali e Curto che, secondo gli stessi interessati, Cannalire avrebbe per certi versi gravitato in passato e nel 2003 sarebbe stato in qualche modo «suggerito» per la carica di amministratore delegato nella partecipata Multiservizi Francavilla Fontana SpA all’Amministrazione comunale di centrodestra guidata anche allora dal sindaco Vincenzo della Corte (ex Dc, primo cittadino dal 1996 al 2006 e poi rieletto nel 2009).
A parlare di «suggerimento» a Linkiesta è lo stesso Vitali, dal 30 dicembre 2004 al 17 maggio 2006 ex sottosegretario alla Giustizia nel secondo e terzo governo Berlusconi: «Conosco Cannalire perché è stato amministratore della Multiservizi – dichiara a Linkiesta Vitali, peraltro nel Consiglio comunale di Francavilla dal 1980 – allora anche su suggerimento mio e del collega di maggioranza in Consiglio comunale, Curto. Lo ritenevo una persona capace, poi la società andò in liquidazione anche per non aver seguito qualche sua direttiva. In passato abbiamo avuto anche amici comuni, ma frequentava sia la sinistra che la destra. Ho saputo dell’inchiesta dai giornali, mi sorprende solo il fatto che si sia legato ad un personaggio emiliano tecnocrate e di così forte caratura politica».
L’attività manageriale di Cannalire nella Multiservizi FF SpA inizia nel 2003. La società ha quasi tre anni di vita. Viene fondata nel 2000 a controllo pubblico per il 51% (il resto a privati) per gestire e ridurre il costo di alcuni servizi cittadini, tra cui quelli relativi a parcheggi a pagamento, assistenza domiciliare agli anziani, affissioni e manutenzione di lampade votive al cimitero. Nel 2005 però il lavoro di Cannalire è già finito. Il 7 novembre di quell’anno, infatti, si dimette denunciando presunti «ostacoli», «omissioni» e «ritardi» del Comune sui tentativi suoi e, più in generale, della Multiservizi di sviluppare quei piani d’impresa, a suo dire, utili a «correggerne l’andamento economico». Si ritrova, in effetti, su una barca sempre in perdita: dal 2003 al 2005, la società vede lievitare i passivi da 80mila a 120mila euro.
«Per non parlare – scrive tra le altre cose Cannalire nella lettera di dimissioni inviata a Della Corte, Curto, Vitali e all’allora presidente della SpA, Giuseppe Marchionna – della travagliata questione dell’affidamento del servizio di rilevazione, censimento, aggiornamento e tenuta della banca dati servizi tributari. Solo a distanza di oltre un anno dall’analisi e dai risultati cui ero giunto, anche grazie all’ausilio di pareri di illustri legali, di società private specializzate nel settore e dei dirigenti della Divisione Società Partecipate di Italia Lavoro, l’Amministrazione Comunale perviene alle stesse conclusioni, che allo stato attuale non si sono, però, ancora concretizzate in una proposta di piano di impresa. Ritardi, questi, che non possono non incidere, in negativo, sul bilancio della società».
Sono mesi di rapporti tesi e accuse reciproche. Da una parte Cannalire che va persino in causa col Comune per recuperare i «crediti per lavori eseguiti a consuntivo» tra il 2004 e il 2005 e, dall’altra, il nuovo Consiglio di amministrazione (20 dicembre 2005) che gli si scaglia contro più volte. Come nell’ottobre 2006 quando il nuovo presidente Cataldo Montanaro stila una relazione sulla «situazione reale» della Multiservizi su richiesta dal neo sindaco di centrodestra Giuseppe Marinotti (ex An in carica tra giugno 2006 e maggio 2008): «Il lavoro di accertamento dello stato dei fatti al 31.12.2005 è stato faticoso e impegnativo anche perché era mancato un regolare passaggio di consegne tra l’Amministratore delegato dimissionario (che aveva concentrato tutti i poteri) e il neo Cda». E ancora: «Il bilancio al 31.12.2005 ha conseguito una perdita di euro 120.000,00 che ha determinato l’azzeramento del capitale sociale; dal 1 gennaio 2006 questa società non ha un euro di capitale sociale; come se un operatore economico inizia un’attività senza avere una lira. È un miracolo? Si è andati aventi garantendo personalmente fornitori, lavoratori ecc…».
Nel 2007, a due anni dalle sue dimissioni, la società è sempre più in crisi. Bisogna subito limitare i danni, dicono notai e commercialisti incaricati dal Comune per verificarne lo stato di salute. Così viene trasformata in srl, ricapitalizzata e la quota di maggioranza pubblica sale al 93,84%. Tutto poi inutile: l’ex Multiservizi amministrata da Cannalire viene sciolta nel 2008 e dichiarata fallita dal Tribunale di Brindisi nel 2009. Circa una trentina di dipendenti, tra cui ex lavoratori socialmente utili, finiscono in cassa integrazione (ultima deroga a ottobre scorso).
Ma che succede nel frattempo a Francavilla e dintorni? Si scatenano le polemiche sui presunti legami tra la politica e il business delle case da gioco. Ricordate il «collega» Curto che secondo Vitali avrebbe, insieme a lui, «suggerito» Cannalire per la Multiservizi? È tra i “protagonisti” nel 2008, insieme al sindaco di Fasano, Lello Di Bari (ex Forza Italia), di tre puntate del programma di La7 Italian Job dal titolo “Sergei, il finto russo e il gioco d’azzardo”: l’attore Paolo Calabresi scende in Puglia camuffato da finto magnate russo (Sergei Knyazev) e promette mazzette a chi s’impegna a creare una lobby per sbloccare per legge la riapertura dei casinò in Italia.
L’inchiesta (a telecamere nascoste) riempie la città degli Imperiali di polemiche, comizi, manifesti e interrogazioni. Curto, dopo 14 anni in Parlamento, non si presenta più alle elezioni politiche e lascia il partito di Fini. «Fu tutto una grande truffa soprattutto per come fu ambientata – risponde a Linkiesta l’ex senatore Euprepio, detto Uccio, dal 1985 in Consiglio comunale – in quella situazione peraltro la mia voce venne distorta e in tutta quella storia non c’è da parte mia una sola parola sporca, fu solo una dichiarazione di disponibilità politica e peraltro stando all’opposizione. Ero sempre stato contrario soprattutto per allontanare l’interesse della Sacra corona unita».
E Cannalire? «È da 6-7 anni che non ho più alcun tipo di rapporto con lui – aggiunge Curto – non saprei dire se sia cambiato in peggio o in meglio, da allora. Sapevo però come molti che non è tra gli introversi che fanno fatica a chiudere rapporti di conoscenza, anzi è un tipo sveglio, forse troppo, anche se non immaginavo fino al punto di arrivare sotto braccio a Ponzellini. Dopotutto è partito come dipendente di Fiat Avio e se è vero che è arrivato lì… Facendo una valutazione politica generale, anche questo fatto ci fa capire che tutto a livello nazionale è sceso di livello. La Multiservizi? Fu segnalato al Comune un po’ da tutti allora, doveva risollevare una società ricca di problemi».
Mario Filomeno, ex sindaco di centrosinistra a Francavilla tra il 1995 e il 1996, vede nascere la Multiservizi stando fuori dai palazzi, ma passa gli ultimi anni di opposizione in Consiglio a battagliarci contro. «Allora avevo lasciato la politica, ma so che quella società nacque per aggirare in un certo modo il sistema delle norme sulle assunzioni – spiega Filomeno, ex Partito popolare e oggi all’Italia dei valori – il progetto poi si è bloccato perché ciò che doveva gestire non fu mai del tutto “liberato” dagli uffici comunali. Cannalire è noto che fu incaricato sotto le ali del senatore Vitali. Non l’ho mai conosciuto se non come un nome scritto sugli atti della Multiservizi. Mi sembra strano però come possa essere arrivato a quel livello, qui in città mi risulta anonimo».
Così «anonimo» che nel 2006, da una piccola SpA di un Comune del Sud si trasferisce a Roma, destinazione Capgemini, tra le prime società al mondo nell’ambito dei servizi di management consulting e information technology: per le imprese, ma anche per gli enti pubblici. È, infatti, così che continua, tra le altre cose, anche in qualità di «collaboratore, con regolare contratto» (almeno così scrivono i pm di Milano), a occuparsi di politiche pubbliche. Nel 2007, ad esempio, rientra tra gli attori che a Bari presentano il “Progetto DDTA”, un bando della Regione Puglia per la gestione di un Centro servizi regionale a supporto del «distretto digitale tessile e abbigliamento» aggiudicato un anno prima per 2,6 milioni di euro da una cordata di enti pubblici e privati, tra cui le Camere di Commercio di Bari (capofila), Brindisi, Foggia e Lecce, Consorzio Cetma, Università di Bari e la stessa Capgemini. L’iniziativa viene promossa dall’assessorato allo Sviluppo economico della giunta Vendola, allora sotto la guida di Sandro Frisullo, poi coinvolto nell’inchiesta sulle escort di Giampaolo Tarantini.
E nella Capitale? Stando almeno a quanto dice a Linkiesta proprio l’ex sottosegretario Vitali, il giovane manager si sarebbe occupato anche di altro. «A Roma ci siamo incrociati spesso quando lui era a Capgemini – ricorda l’avvocato cassazionista di Francavilla – ma molte volte io scendevo a Francavilla e lui saliva o viceversa, ci siamo persi di vista dopo la mia esperienza da sottosegretario. Lo incontrai intorno al 2006 al ministero della Giustizia. Lui proponeva un progetto su come risparmiare sulle spese delle intercettazioni e in particolare sulla trascrizione degli atti. Sarebbe poi stato gestito da Italia Lavoro rappresentata da Natale Forlani (allora amministratore delegato, ndr). Andò molto avanti, ma poi si bloccò per l’ostruzionismo delle cooperative che già lavoravano per il Ministero. Ovviamente lo incontrai in qualità di Capgemini».
Proprio nel novembre di quell’anno, a Montecitorio, nell’ambito di un convegno dal titolo “Disponibilità online dei servizi pubblici: quali sono i progressi in Europa”, va in scena la sesta edizione dell’indagine online sui servizi pubblici elettronici. L’incontro è organizzato da Capgemini e, tra gli altri, vi partecipano gli stessi Massimo Ponzellini (allora ad di Istituto poligrafico e Zecca dello Stato), Natale Forlani, Sandro Frisullo e un altro politico di Francavilla Fontana, allora in commissione Attività produttive della Camera. È l’attuale senatore del Pd, Salvatore Tomaselli, ex deputato dell’Ulivo, dal ’98 al 2006 in Camera di Commercio di Brindisi prima da vicepresidente e poi da presidente.
E che c’entrerebbe con Cannalire? Secondo la tesi di Curto e di altre fonti nel Brindisino, sarebbe proprio con lui che in passato avrebbe intrecciato in qualche modo un «rapporto di conoscenza». «Quando ero senatore – spiega Curto – ricordo di averlo visto più volte con lui, ma niente di più». Tomaselli, interpellato da Linkiesta, taglia corto e smentisce: «Assolutamente, non è mai stato né tra i miei collaboratori o assistenti né nella mia segreteria, anche perché è sempre stato un elettore di destra e politicamente un uomo di An. Ho conosciuto Cannalire 10 o 15 anni fa come amministratore della Multiservizi, poi so che andò a Roma. Non so allora precisamente che qualifica avesse, non gliel’ho mai chiesto, ma anche io come molti in realtà leggendo dell’inchiesta sui giornali mi sono stupito del posto in cui è arrivato».
Nell’ottobre 2008, poi, le cronache locali del giornale Senzacolonne raccontano di una presunta cena bipartisan che sarebbe stata intavolata a Roma tra gli stessi parlamentari del Brindisino, ovvero Vitali, Tomaselli, Michele Saccomanno (senatore Pdl), e Cannalire (che poi querela): i quattro, tra le altre cose, avrebbero allora discusso anche di candidature alle elezioni provinciali del giugno successivo. Anche se su fonti vicine ad An, l’incontro non viene mai confermato ufficialmente. L’unica conferma arriva dal centrosinistra che rivince le elezioni mandando alla Provincia l’industriale Massimo Ferrarese, ex Confindustria dal 2004 al 2009. «Quell’evento – ricorda l’ex senatore in Provincia dal 2007 al 2009 – destava curiosità intellettuale almeno sul piano politico».
«Francavilla è una città piccola, si conoscono un po’ tutti» dice proprio Curto. Di Francavilla Fontana è anche Domenico Distante: risulta amministratore unico della Distante Surl, azienda nata nel 2000 per la gestione, vendita e riparazione di apparecchi da intrattenimento, ma anche responsabile commerciale di Atlantis World of Companies: almeno questo è quanto si legge in una diffida del 18 settembre 2006 inviata dalla stessa Atlantis al sito online coriolanogames.com per la diffusione di presunti contenuti diffamatori e sottoscritta peraltro insieme all’allora legale rappresentante del gruppo per l’Italia, lo stesso Amedeo Laboccetta.
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