IDV, UN PARTITO ALLO SBANDO - NEL LAZIO DI PIETRO NON HA PIU’ SOLDI
PER PAGARE BOLLETTE, AFFITTI E STIPENDI AI DIPENDENTI DEL PARTITO -
MARUCCIO SI E’ GIOCATO TUTTO AL VIDEOPOKER A COLPI DI MILLE EURO A
PUNTATA - CASSE VUOTE, PALLE PIENE (QUELLE DEI MILITANTI CHE ABBANDONANO
TONINO TRA INSULTI E PROTESTE) - IN UN ANNO SVANITI DUE MILIONI E MEZZO
DI EURO - POI SI LAMENTANO DELL’AVANZATA DI GRILLO-
Da giorni, non riusciva a capire perché il suo telefono non
funzionasse più. Riceveva le chiamate, ma quando provava a farne una,
sentiva uno strano messaggio. Allora, il dipendente del gruppo Idv del
Lazio, ha capito: "Ci dispiace - gli spiegava il gestore - stiamo
disattivando le vostre utenze perchè le ultime due bollette non sono
state pagate".
VINCENZO MARUCCIO Ecco
cosa succede negli uffici regionali del partito che fino a un mese fa
sono stati amministrati da Vincenzo Maruccio. Per tutto il 2011 avevano
le casse piene di "decine e anche centinaia di migliaia di euro". Adesso
invece, inutile cercare, si è già raschiato il fondo. Basterebbe
guardare quello che sta accadendo nelle stanze di via Vittoria Colonna
per capire che, al di là della vicenda personale dell'ex segretario ed
ex capogruppo, con questo arresto il partito di Antonio Di Pietro ha
subìto "una mazzata enorme".
MARUCCIO DI PIETRO Sfrattati
dalla sede (c'erano cinque mesi di affitto arretrati), senza più
telefoni cellulari e con una ventina di collaboratori in attesa dello
stipendio ormai da dopo l'estate. E poi ci sono i soldi già impegnati
per manifesti ed affissioni, le tipografie che bussano alla porta.
Racconta Carlo Costantini, commissario dell'Idv Lazio da quando Maruccio
è finito sotto inchiesta, che appena è arrivato si è accorto che si
viaggiava con "un tenore di vita superiore alle possibilità di un
partito come il nostro". Le stanze in pieno centro, computer in quantità
e soprattutto "un volume di attività politica elevatissimo".
Costantini spiega di aver cercato subito di "riportare tutti con i
piedi per terra": "Tra riunioni e colloqui individuali, in questo mese,
ho visto tra le 3 e le 400 persone: ho trovato un partito sano - spiega -
ma troppo abituato a stare bene. La militanza che conosco io, è
volontariato puro". I soldi per le attività incessanti sul territorio
c'erano. "La spesa - dice Costantini - era effettivamente calibrata su
un fiume di denaro che arrivava dalla Regione e che a settembre si è
fermato". E appena chiusi i rubinetti, si è scoperto che non era
avanzato nulla
ANTONIO DI PIETRO - ITALIA DEI VALORI
Nonostante Maruccio fosse, scrive il gip, "l'amministratore esclusivo
di una piccola fortuna da due milioni e mezzo di euro nell'arco di due
anni e due mesi", l'ha dissipata giocando alle macchinette di una sala
slot sulla Flaminia vecchia. Almeno mille euro a giocata, un' "attività
predatoria", la chiama ancora il gip.
SCICCHITANOEd
è difficile spiegarlo a quei militanti che in Maruccio hanno sempre
visto la diretta emanazione di Antonio Di Pietro, perché quel giovane
avvocato lo aveva portato lui, lui e il calabrese Sergio Scicchitano,
altro "padre nobile" del partito e titolare dello studio legale dove
Maruccio è cresciuto a 'nduja e faldoni. Ora il neo capogruppo alla
Camera Antonio Borghesi fa sapere che se si finirà a processo, l'Idv
"non potrà far altro che costituirsi parte civile, essendo la prima
danneggiata dalle azioni dell'ex consigliere regionale".
Ma sarà difficile ricucire la delusione che ha colpito anche chi con
Maruccio ha lavorato. Dicono che fino a ieri erano tutti convinti che il
modo per dimostrare la sua estraneità l'avrebbe trovato, ora restano
agghiaccianti non solo di fronte al politico che li ha traditi, ma anche
all'uomo che pensavano di conoscere. "Lo consideravo brillante,
competente, preparato - dice ancora Costantini -. È incredibile, me lo
spiego solo come uno che non è riuscito a gestire la dimensione del
successo. Ma io penso ai militanti: e a loro dico che siamo sprofondati e
dobbiamo trovare la forza di rialzarci".
Di Pietro è rimasto in silenzio tutto il giorno. Il suo telefono
squilla a vuoto, nemmeno una riga sul suo sito o sulla sua pagina
Facebook. Qualche sostenitore si azzarda a chiedergli un commento:
"Antonio, che dici?". Altri lo incalzano: "Ma che gente ha messo dentro
il suo partito?". E annunciano che non lo voteranno più.
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