martedì 26 marzo 2013

Fenomenologia dell'M5S da parte degli analisti piddini

 
Leggendo i blogger di persone culturalmente o forse antropologicamente piddine tutto quel che vedo e' un fiorire di analisi -tutte in negativo, ovviamente- del fenomeno M5S. Sono numerose quanto le dotte analisi che precedevano le elezioni , grondanti di disprezzo per quel partito che avrebbe raggiunto al massimo il 10-15%.
In psicologia questo fenomeno ha un nome: "rielaborazione". La vittoria dell'M5S ha avuto sulla sinistra un effetto devastante, un vero e proprio choc.
Si disse che nel 94 Berlusconi vinse perche' ha le TV, e solo perche' ha le TV. Dovevano spiegare perche' Berlusconi avesse fondato un partito e li aveva stracciati. 
Lungi da loro sospettare una carenza di abilita' o di intelligenza politica, per rielaborare questo choc occorsero circa 20 anni, e oggi piu' o meno ogni uomo di sinistra e' convinto che Berlusconi abbia vinto perche' ha le TV e perche' l'italiano - che non vota a sinistra - e' stupido.
Osservate la sinistra italiana un giorno prima di Grillo e un giorno dopo.
Essi avevano l' iPhone, usano twitter, ed erano convinti di rappresentare per questo una temibile avanguardia wirediana e huffingtonpostiana opposta al berlusconismo: lui ha le TV, ma noi abbiamo internet ed il mobile. E quando Santoro fa gli spettacoli in streaming e' chiaro a tutti: Internet e' di sinistra.
Non ha le TV, Grillo, ma li straccia. Come ha fatto? Perche' questa volta non hanno la scusa delle TV.
La realta' e' che il piddino non e' moderno, ma all'ultima  moda, e le ragioni della vittoria sostanziale dell' M5S stanno semplicemente nella costante e crescente incapacita' dell'uomo di sinistra di percepire e spiegare la realta' come fenomeno cangiante.
Rimane da spiegare una catastrofe che, per la seconda volta, puo' originare solo dall' inferiorita' culturale ed intellettuale del mondo di sinistra, obsoleto, statico, autoreferente negli intellettuali quanto modaiolo tra gli elettori.
Questa volta l'emergenza culturale deve essere davvero forte, a giudicare da quanti sforzi vengono fatti per "elaborare", per tenere lontano il dubbio che, qualsiasi stronzo scenda in campo, con grandi mezzi o con mezzi inferiori a quelli del PD, vince sempre, allora il PD non e' quel fulcro progressista di intelligenze libere che credono di essere. 
Questo e' il tarlo del dubbio che sta attaccando le sue menti monolitiche, e questo e' il motivo di tanta "rielaborazione".
A studiarne la fenomenologia. e capire perchè, come dice Bersani, hanno "non-vinto" bisogna ricordare che per 20 anni hanno detto che Berlusconi vinceva perche' stava in TV, fecero la Par Condicio, la conta ai secondi di Berlusconi in TV per anni, dissero che occorreva una legge sulle TV perche' chi sta in TV vince e chi non ha le TV perde, e oggi scopriamo che bastava non apparire in TV (come ha fatto Grillo) per battere la TV?
E cosi' si chiedono: ma se era cosi' facile, perche' non lo abbiamo fatto noi? E' necessaria quindi una rielaborazione, trovare un motivo valido per il quale occorreva Grillo, per capire come superare Berlusconi sul suo stesso terreno, cioe' la TV. Per capire che per dominarla bastava rifiutarla in massa.
Al PD i leaderini carismatici non piacciono, Grillo e' autoritario e a loro non piace, non piace loro un tizio che decide la linea.
L'avversione dei PD per i leader carismatici che vedono il futuro e' una novita' che nasce da quando il PD non ha piu' saputo produrre un leader. Diciamo la verita': essere contro i leader quando hai solo Bersani e' facile.
E anche questo severo disprezzo per i partiti che "sono fedeli alla linea" nasce da quando, da Prodi in poi, il "centrosinistra" non solo si e' spezzato su ogni argomento, incapace di seguire qualsiasi linea, ma ha perso del tutto ogni "linea". Se il piddino medio dice di essere "riformista", basta chiedergli cosa sia il "riformismo" per sentirsi risponder con tutto ed il contrario di tutto
E cosi' rielaborano la loro non-vittoria cercando di spiegarsi perchè non hanno saputo produrre un leader (tranne quella cattiva imitazione di Carcarlo Pravettoni che e' Renzi), neanche a pagarlo.
 Ci sono stati dei momenti in cui la sinistra riempiva le piazze, alle volte era un vero e proprio feticismo della manifestazione, dalla manifestazione-sciopero alla manifestazione-girotondo alla manifestazione-sitin, a tutte quelle manifestazioni che - era la sinistra o erano i fascisti? - si facevano nel 1968. La sinistra ha coltivato una incredibile ed infinita adorazione per la mobilitazione di piazza fino a pochi anni fa, quando ancora, almeno alla manifestazione del primo Maggio, a Berlusconi si gridava "siamo un milione!".
Sentire gente di sinistra che tuona contro il dittattore Grillo che riempie le piazze sembra paradossale. 
In campagna elettorale Bersani ha riempito cinema e teatri, ed allora viene un sospetto: che la sinistra detesti le piazze da quando chiunque le riempie, persino i parlamentari del PDL di fronte al tribunale.
Non piu' girotondi, non piu' quella mobilitazione permanente tanto cara all'uomo di sinistra, solo perchè la sinistra non le riempie più, e le piazze piene del populista Grillo fanno ribrezzo.
In altra rielaborazione, infatti, la sinistra considera Grillo un populista. 
Ma la politica dei redditi che Grillo tocca con il "reddito di cittadinanza" e' una tematica di sinistra, le tematiche ambientaliste che tocca Grillo sono tematiche di sinistra. 
I 20 punti del programma di Grillo sono temi di sinistra, e se sono temi populisti, allora ha fatto populismo la sinistra italiana dal 1919 ad oggi. E, a dire il vero, di gente che aveva promesso leggi contro il conflitto di interessi, matrimoni gay e leggi anticorruzzione, ce ne sta di piu' tra il PD che tra i grillini. 
La rielaborazione conclude che l'uomo di sinistra oggi e' rimasto senza argomenti di sinistra e, tout court, senza argomenti, disprezza oggi come "populismo" cio' per il quale ha lottato per 40 anni, o dice di aver lottato, o dice di aver creduto.
Il tarlo dell'uomo di sinistra e' che Grillo sia stato capace di riportare al centro dell'attenzione e del dibattito politico dei temi che erano di sinistra e che la sinistra ha abbandonato in nome del "riformismo", della voglia di essere piu' uguali della destra.
Il tarlo dell'uomo di sinistra, oggi, e' di essere diventato un uomo di destra. E ha bisogno di rielaborare Grillo per paura dello choc che gli ha procurato il veder tornare al centro del dibattito politico dei temi che  aveva detto essere "un pericoloso balzo in avanti". 
Gli avevano detto che certi temi era meglio lasciarli da parte o non toccarli perche' erano troppo , troppo per il paese, che aveva altri problemi. E invece qualcuno e' arrivato proprio con QUEI temi, e ha mostrato che non era vero.
Il tarlo dell'uomo di sinistra e' che la sua stessa classe politica gli abbia mentito, e la svolta a destra dei partiti di sinistra, che e' stata raccontata loro come "necessaria per non perdere tutto il consenso", in realta' era necessaria solo per non perdere i finanziatori.
E andiamo all'ultimo tra i topos dell'analista dell' M5S: le soluzioni proposte da M5S sono infattibili perche' non c'e' copertura, il bilancio di qui e i fondi di la' e il patto di stabilita' e l' Europa e Maastricht e il debito e i soldi. E i soldi ed il bilancio. Grillo propone cose tecnicamente infattibili.
Quelle risposte, "non ci sono i soldi", li hanno sentiti i movimenti operai che chiedevano un sacrosanto aumento, e si sono sentiti rispondere che "non c'era copertura".
Altra rielaborazione per ricordare che "Ma c'e' l' Europa" come quando il PCI non poteva governare perche' "Ma l' Italia è nella NATO", e giù con cortei e manifestazioni contro chi uccideva l'autodeterminazione.
Il tarlo della coscienza di sinitra si agita quando Grillo dice "Via dall' Europa", ma Grillo ha rifondato la sinistra ed ha ottenuto qualcosa di IDENTICO a quello che la sinistra ha scelto di non essere.
Quello che il popolo di sinistra dice di avere e che chama intelligenza, competenza, esperienza, e che rimprovera ai grillini di non avere, e' semplicemente vecchiaia.  E quella strana forza, quello strano vigore, quella strana vitalita' che definiscono "fascista", ha un nome: "giovinezza".
Tutta questa "analisi" spiega l'ovvio, ovvero che un movimento giovane batte l'ospizio di anziani (di ogni eta', non solo anagrafica) che e' il PD, seppure molti nel PD sono anagraficamente abbastanza giovani da subire questo problema per scelta, o meglio per appartenenza, questo immenso processo di rielaborazione collettiva.
Ecco che un tentativo patetico e disonesto di rielaborare un fatto che non si riesce ad accettare è stato agevolmente smascherato.

mercoledì 20 marzo 2013

Goofynomics: CSI - Cyprus: Saving and Investment

Goofynomics: CSI - Cyprus: Saving and Investment: ( dopo il punto di vista del cinico ragioniere , voliamo alto con la macroeconomia... per poi precipitare nel baratro del debito estero! ) ...

martedì 19 marzo 2013

MEDITATE SENATORI GRILLINI, MEDITATE!!!

Le camere hanno un bilancio di circa un miliardo di euro. Questo fiume di soldi non va solo a pagare i parlamentari e le loro note spese a piè di lista, ma va a tutta una serie di enti paralleli, come la fondazione della Camera (ove, ad esempio, svernano la Pivetti e Bertinotti) i quali hanno le loro spese, i loro benefits ed i loro appalti.
Il controllo di questo bilancio e' assegnato ai presidenti, che poi lo esercitano anche grazie al collegio dei questori. Va da se' che per "smascherare" gli intrallazzi che si celano dietro all'amministrazione e gestione del miliardo di euro di budget, occorra entrare nella presidenza o nel collegio dei questori.
PDL e PD, (da ora in poi "il superpartito", dal momento che hanno governato insieme negli ultimi 20 anni) sono coscienti di questo, ed hanno elaborato un modo per sbattere fuori M5S, utilizzandolo come l'utile idiota. E c'e' da pensare, peraltro, che tale metodo verra' usato ancora.
Se PD e PDL avessero presentato due candidati almeno passabili, cioe' non vi fosse stato Schifani, probabilmente i senatori M5S avrebbero potuto astenersi, e rimanere con la coscienza pulita. Quello che ha fatto il super partito e' stato invece di proporre un nome appena accettabile ed uno impresentabile, gia' rifiutato da Grillo a gran voce tramite il blog.
Il risultato e' che i grillini si sono trovati di fronte ad una situazione per la quale o facevano passare Schifani o sceglievano Grasso. E molti di loro, spero ingenuamente, hanno votato per Grasso che, come i ben informati ormai sapranno, non è certo uno stinco di santo.
Che cosa sarebbe successo se avessero lasciato passare Schifani, che è probabilmente peggio dell'altro? Piu' o meno la stessa cosa: la sinistra avrebbe dato fiato alle trombe e avrebbe titolato "I Grillini eleggono Schifani".
Questo e' piu' o meno il gioco parlamentare che vedremo d'ora in poi. Quello che faranno sara' di avere sempre un'alternativa PD-L ad una indigeribile proposta PDL . I grillini, astenendosi, faranno mancare i numeri, col risultato che se si astengono passa la proposta del PDL, e pur di non farlo saranno costretti a votare PD.
D'altronde, basta vedere come il morto che parla da un paio di giorni si sia ringalluzzito e si permetta di dare del leninista agli attivisti del Movimento, del miliardario a Grillo, insultandolo con l'epiteto di volpe autoritaria.

Ed allora cosa fare? Può considerarsi un buon precedente quello di attendere, senza prendere alcuna iniziativa che passi l'ondata di sdegno provocata dal voto grillino in favore di Grasso?
Sicuramente no, e non solo perchè è stato evidentemente violato il codice di comportamento degli eletti (Le votazioni in aula sono decise a maggioranza dei parlamentari del M5S) con ogni relativa conseguenza di natura sanzionatoria (I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza), ma anche perchè, come ricorderete, dal caso Tavolazzi nacque quello Favia e poi la Salsi e poi la Pirini e poi etc etc..
Nè il richiamo al codice etico del Blog è servito ai "portavoce" a far loro cambiare registro.
Il senatore Molinari, ad esempio, vuole dare un consiglio a chi ha postato quella critica: studiare le differenze fra Cariche Istituzionali e Ruoli politici non farebbe male.

Con ciò vorrebbe far intendere che altro è la nomina di una carica istituzionale, altro la nomina politica.
E qui casca l'asino.
Se questa carica istituzionale è la seconda carica dello Stato (ad esempio, sostituisce il Presidente della Repubblica quando questi è impedito o assente), se dirige a suo piacimento i lavori parlamentari (ricordate chi bloccò i referendum d'iniziativa popolare che abbiamo firmato), se gestisce in piena autonomia l'utilizzo e la destinazione di 1.000.000.000 di euro (il fatturato di una multinazionale), beh, allora capirete bene che è solo formalmente una carica istituzionale, avendo invece una ben precisa connotazione politica.
D'altronde, se essa fosse "solo" una carica istituzionale, priva cioè di valenza politica, sarebbe perfettamente uguale eleggere Schifani o Grasso o chicchessia: ecco come il Molinari sia in contraddizione con la sua premessa e le sue conclusioni (quelle cioè di aver votato in favore dell'ultimo).
Come può allora un senatore M5S, che si definisce nel suo curriculum avvocato cassazionista ma che dimostra di essere piuttosto impreparato in materia, sostenere una giustificazione  del genere?
Forse per insipienza, forse per giustificare l'errore dei colleghi, forse per giustificare preventivamente ulteriori errori...
Non è importante. E' certo però che Grillo ha poco da star allegro, comincia a capire che qualcosa non funziona; e se non funziona non ci rimettono certo i parlamentari, ma qualche milione di cittadini che sognavano i dipendenti in Parlamento, divenuti portavoce sì, ma di se stessi.
Se il M5S adesso verra' continuamente costretto a scegliere tra male e peggio, e potete star certi che succederà, di fatto rischia di consumare la propria immagine nei prossimi mesi.

Clausewitz diceva "chi entra in battaglia senza sapere da prima cosa vuole e come vuole ottenerlo, e' uno stupido e ha perso in partenza".
Uriel Fanelli teme che la speranza di cambiamento nata con questo tentativo di democrazia partecipata sara' uccisa sul nascere per colpa dell'incompetenza strategica di Grillo, al quale riconosce capacità tattiche ma non una strategia complessiva sul medio periodo.
Debbo dire che è possibile, ma spero di no.
E conclude Uriel con una battuta cattiva: "è inutile che il grillino mi dica che Grillo e' solo un portavoce, i fatti dicono il contrario. Avete avuto 25.000 voti alle vostre elezioni interne e otto milioni alle politiche, il che significa che il nome Grillo elettoralmente  pesa piu' di 300 volte  tutti i suoi parlamentari messi insieme."
Meditate Senatori di turno, meditate.

martedì 12 marzo 2013

RENZI, SPOSETTI ED IL PD

Sposetti Ugo, storico tesoriere dei Democratici di Sinistra e quindi del PD, è stato al centro di alcune critiche per essersi dichiarato favorevole al ripristino del finanziamento pubblico ai partiti, sostenendo che la negazione di risorse finanziarie ai partiti equivalga a colpire la democrazia e la libertà dei partiti stessi di poter fare politica. Detto fatto: la sua proposta di legge bipartisan sul finanziamento dei partiti politici (una legge volta a raddoppiare i rimborsi elettorali al suo partito - leggansi 551 milioni di euro moltiplicati per due), presentata nell'aprile 2011 alla Camera, non l'ha trovato isolato. Il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando, per esempio, ritiene che sia «meglio sapere da dove arrivano e come vengono spesi i soldi, anziché averli in altri modi senza dover dare conto a nessuno». E alcuni deputati, alla Camera, gli stringono platealmente la mano. L'ex tesoriere, comunque, in Transatlantico mostra a tutti orgoglioso la sua proposta di riforma. Porta le firme di diversi deputati del Pd: Losacco e Giacomelli, fedelissimi di Franceschini, Giovanni Lolli, Giorgio Merlo, Quartiani, che assieme a Giachetti è segretario del gruppo alla Camera, Matteo Colaninno, i dalemiani Gianni Cuperlo e Antonio Luongo, e tanti altri (56 firme in tutto).
Nel 2005 fu al centro di aspre polemiche per il caso Consorte Unipol-BNL. Il giornalista Gad Lerner ne chiese le dimissioni affermando che «non poteva non conoscere le fantasmagoriche plusvalenze di Consorte» e che in qualità di Tesoriere Nazionale dei Democratici di Sinistra non poteva non sapere degli intercorsi tra il suo partito e Consorte. Sposetti tacque, all'ombra delle sue protezioni all'interno del partito.
Nel febbraio 2012 scoppia un'altra grana: gli istituti di credito sono pronti a sferrare un violentissimo colpo ai vertici di via del Nazareno pretendendo che vengano saldati debiti per circa 200 milioni di euro e che vengano restituiti gli immobili "regalati" a fantomatiche fondazioni dagli ex vertici dei Ds e dall'ex tesoriere Ugo Sposetti.
Il buco continua a lievitare a causa degli interessi ed a ricostruire l'intricato giro di fondi, liquidi e immobili ci ha pensato Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano andando a spulciare i conti dei Ds che, pur non esistendo più, hanno ancora una sede nella capitale. il debito accumulato dal Partito comunista italiano (Pci) viene ristrutturato nel 2003. Ci pensano proprio Sposetti e l'allora presidente Ds Massimo D'Alema, con l'ex numero uno della Banca di Roma Cesare Geronzi. Gli equilibri si rompono quando la guida dell'istituto, che nel frattempo viene acquisito daUniCredit, passa da Alessandro Profumo a Federico Ghizzoni che non intende più fare sconti alla sinistra e inizia a chiedere indietro i debiti. Così, il 24 giugno dello scorso anno, l'UniCredit chiede indietro 29 milioni di euro (più gli interessi e le spese) e l'annullamento delle donazioni di un immobile di Bergamo alla fondazione Gritti Minetti e di un appartamento a uso ufficio (con annesso magazzino) a Udine alla Fondazione per il Riformismo nel Friuli Venezia Giulia. Il fatto è che, come riporta il Fatto Quotidiano, l'UniCredit non la sola banca a stare alle calcagna degli ex Ds. Sulle orme dei debitori ci sono, infatti, anche Efibanca, che rivuole 24 milioni di euro, e Intesa, che ne rivuole 13,7 milioni. Nel complesso gli ex diessini devono saldare la bellezza di 176 milioni di euro, a cui vanno ad aggiungersi fior fiore di interessi. Tanto che sarebbero già stati pignorati 30 milioni di euro in rimborsi elettorali che il partito non ha ancora ricevuto.
Gli immobili dei DS sono stati posti fuori dal perimetro del partito, lontano dagli artigli dei creditori, dicono al partito. Ma Da qui, l'inevitabile domanda: chi sarà a pagare quei 200 milioni di euro che nessuno vuole saldare?. “E che problema c’è? Pagherà lo Stato”, dice al Fatto l’eterno tesoriere Ds, Ugo Sposetti. Una legge firmata dal governo Prodi nel 1998 e ritoccata nel 2000 dalla presidenza del Consiglio quando a Palazzo Chigi sedeva D'Alema, ha esteso infatti la garanzia statale pensata per i giornali sovvenzionati a "soggetti diversi dalle imprese editrici concessionarie". Insomma, qualora gli istituti di credito non riusciranno ad avere indietro gli immobili, toccherà ai contribuenti italiani colmare il buco.
Ma cosa lega Sposetti a Renzi?
Nel novembre 2012, mentre continua la polemica a distanza tra Bersani e Renzi, l'ex tesoriere dei Ds e deputato del Pd Ugo Sposetti lancia l'accusa al rottamatore: "Quelli di Renzi parlano di volontari, ma non è vero. Raccontano balle. Cercheranno anche di dire che la Leopolda non rientra nei costi della campagna, invece è costata 350mila euro. E finora Renzi ha speso circa 2 milioni e 800 mila euro. Il tetto è 200mila. Siamo molto al di sopra".
Se a metà campagna per le primarie di Renzi il suo tesoriere indica questa cifra; se a distanza di tre mesi Renzi non mette online (come aveva più volte garantito) la rendicontazione dei finanziamenti ricevuti e delle spese sostenute; se numerose ombre nere lo seguono nel cammino sin da quando era Presidente della Provincia di Firenze (basti ricordare i milioni di euro gettati in comunicazione); se il sistema Sposetti, insomma, si coniuga perfettamente con quello Renzi, in cosa sarebbe nuovo il giovanotto fiorentino?
 
fonti 
http://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Sposetti
http://www.corriere.it/politica/11_aprile_13/blocca_sposetti_0fdfea18-6594-11e0-860c-f8f35d8ce484.shtml
http://www.repubblica.it/speciali/politica/primarie-pd/edizione2012/2012/11/17/news/primarie_centro_sinistra_17_novembre-46856262/
http://www.ilgiornale.it/news/interni/banche-alle-costole-dei-ds-200-milioni-euro-debiti-886930.html
per un quadro chiaro della debitoria DS
http://altracitta.org/2013/02/18/i-ds-hanno-nascosto-200-milioni-di-euro-il-pd-e-che-problema-ce-paghera-lo-stato-cioe-noi/

mercoledì 6 marzo 2013

BANCAROTTA ITALIA

di Paolo Cardenà
 
L’anno scorso hanno chiuso i battenti quasi 380.000 mila imprese, oltre mille al giorno. Secondo quanto riportato di recente dalla CGIA di  Mestre, almeno un'impresa su due, delle piccole e medie imprese rimaste, pagano a rate i propri collaboratori, o si indebitano per poterlo fare. Stanno  anche accumulando debiti tributari crescenti, o ricorrono al credito esterno per poter sostenere il carico fiscale. La pressione fiscale,  per le imprese, è del 75% o forse più. Mentre il livello in rapporto al Pil ha superato la soglia del 44%.
Dall’inizio della crisi, i titoli di credito (assegni bancari o postali, cambiali, tratte ecc. ecc.) che alla scadenza non hanno trovato copertura sono cresciuti quasi del 13%.
Sempre secondo quanto ci riferisce l'Associazione di Mestre, le sofferenze bancarie in capo alle aziende hanno subito un incremento del 165%.

A proposito di banche, abbiamo la banca più antica del mondo, il Monte Paschi, che è in bancarotta e negli ultimi quattro anni sono stati necessari ben due interventi statali  per rianimarla e prolungarne l’agonia: il primo con i Tremonti Bond, il secondo con Monti Bond. Costo complessivo dell'operazione, oltre 4 miliardi di euro, pari all'intero gettito IMU sulla prima casa.  Sarebbe curioso indagare approfonditamente anche sugli altri gruppi bancari, al fine di capire l’esatto stato di solvibilità e l’utilizzo che è stato fatto della montagna di derivati che hanno in pancia.  Che siano stati utilizzati anche  per abbellire i conti? Non lo sappiamo, ma se è vero che pensare male si commette peccato, è anche vero che talvolta ci si azzecca.

Pochi giorni fa, è emerso che nei bilanci dell'Inps  c’è un buco di oltre 10 miliardi di euro, e sempre lo stesso ente, in base ai dati del 2011, fa sapere che in Italia le prestazioni pensionistiche inferiori ai 1000 euro, sono  il 77% del totale, e oltre  2,4 milioni di pensionati, invece, ricevono un assegno inferiore a 500 euro mensili. Somme che, vista l'esiguità e il crescente costo della vita, condannano  i percettori   a vivere in condizioni di crescente  indigenza e ovvia difficoltà, soprattutto in età avanzata. 

I disoccupati sfiorano i 3 milioni.  Il tasso disoccupazione   è intorno al 12%, mentre quella giovanile è prossima al 40%, con picchi vicini al 50% al sud. Fuori del perimetro dei dati appena enunciati, c’e un numero considerevole di cassaintegrati in forza ad aziende che non avranno mai la possibilità di riprendersi da questa crisi, e presto diverranno disoccupati in pianta stabile proiettando il tasso di disoccupazione ben oltre il 15%. 
A dimostrazione di quanto appena affermato a proposito  del crescente stato di povertà, proprio pochi giorni fa, il sito Zerohedge, ha diffuso un'analisi secondo la quale il tasso di rischio di povertà italiano ha superato quello della Spagna. Non solo, ma in un'altra analisi diffusa dallo stesso sito, emerge che il tasso di disoccupazione giovanile ha superato quello del Portogallo attestandosi oltre il 38%, un livello analogo a quello della Grecia di  appena 2 anni fa.

Nell’ultimo anno, nonostante la spremitura di tasse operata dal Governo Monti con il sostegno congiunto  del Pd e del Pdl, il debito pubblico è aumentato di oltre 80 miliardi di euro superando la barriera dei 2000 miliardi, attestandosi a quasi il 128% del PIL.  Ormai si viaggia speditamente verso i parametri greci.
Nello stesso periodo il PIL è crollato del 2,4%, e se dovessimo allungare l’orizzonte ai 5 anni precedenti, osserveremmo che la crescita nazionale si è contratta di oltre il 7% dall’inizio della crisi.
La  produzione industriale è crollata a livelli che non si vedevano da decenni, così come sono crollati consumi precipitati sotto i livelli del 2001. Un numero considerevole di famiglie confermano che possono arrivare a fine mese solo intaccando i risparmi accumulati in una vita, o dalle generazioni passate.

Un numero sempre più significativo di comuni e regioni, sono in difficoltà finanziarie e sempre più prossimi alla bancarotta.
Le pubbliche amministrazioni  statali devono alle imprese circa 70 miliardi di euro, che si sommano agli ulteriori  70 miliardi che devono pagare le autonomi locali, arrivando all'iperbolica cifra di 140 miliardi. Queste somme non rientrano nel perimetro del debito pubblico e, se così’ fosse, il rapporto debito/Pil schizzerebbe oltre il 140%; ammesso che ci siano investitori disponibili a comprare il debito pubblico per pagare i debiti delle Pa.

Le imprese italiane, negli ultimi sei anni, ossia dall'inizio della crisi, hanno perso oltre 500 miliardi di euro di fatturato. La cancelliera Angela Merkel, non più tardi di qualche settimana fa, ha affermato che con ogni probabilità, l'attuale crisi, si protrarrà per almenoaltro 5 anni. E arriviamo così  a undici anni di crisi. Ci dicono che dobbiamo lavorare oltre 40 anni, e ci può anche stare. Ma in queste condizioni significa trascorrere oltre un quarto della vita lavorativa e professionale in profonda crisi. E non è affatto escluso che quelle che verranno in seguito non siano ancor più frequenti o meno profonde di quella attuale.
Il rischio è quello di convivere con recessioni economiche per buona parte della carriera professionale. Questo, è semplicemente impossibile.
Paghiamo una novantina di miliardi all'anno per interessi sul debito pubblico, che si autoalimenta e cresce per inerzia. Questo, nella sua connotazione attuale, e in un simile ambiente, è semplicemente impagabile.

Siamo all'ingovernabilità totale e, con ogni probabilità, passeranno ancora lunghi mesi prima di poter avere un esecutivo capace di governare.  Per quanto qualificato possa essere, che un nuovo governo   possa invertire questa tendenza, è solo un pia illusione che può albergare nelle menti che pericolosamente rifuggono dalla realtà dei fatti. Il processo è inarrestabile, e tenderà ad accelerare con il trascorrere dei mesi. Se tutto ciò non fosse sufficiente, si potrebbe andare avanti ancora per ore. Ma non cambierebbe affatto il risultato.
Ormai il punto di non ritorno è stato superato, da un pezzo. L’Italia è fallita, fatevene una ragione. Se per crederci attendete  la conferma da parte del mondo politico, state pur certi che verrà annunciata solo dopo che vi avranno tolto tutto, anche la speranza.

Si sta cercando di mantenere l’apparente solvibilità dello  Stato e del sistema bancario, rendendo insolventi un numero mostruosamente crescente di imprese e famiglie. Questo è solo un massacro alla devastazione che rischia di abbattere del tutto quel che rimane del sistema produttivo nazionale, compromettendo o rendendo più ardua  ogni possibilità di risalita. 
E' indispensabile  avere un piano B per garantirci, eventualmente, una via di fuga e uscire dai vincoli imposti da questa camera a gas chiamata eurozona. Occorre dichiarare il default e annunciare la ristrutturazione del debito tagliandone il capitale, gli interessi e riprogrammando le scadenze verso un sentiero più sostenibile. 

Questo evento, per quanto traumatico possa essere, nel comune interesse di tutti, se concertato anche con istituzioni sovranazionali e creditori,  limiterà gli effetti devastanti di un default incontrollato che non tarderà ad arrivare. Eviterà l'annientamento dell'apparato produttivo e del tessuto imprenditoriale, altrimenti perennemente al servizio del debito e di un apparato burocratico/amministrativo degno della peggiore Unione Sovietica, fino alla scomparsa.  L'alternativa a questo saranno scontri sociali, rivolte, scomparsa di buona parte del tessuto produttivo, svendita di interi settori industriali, perdita dei diritti acquisiti, compressione dello stato sociale, povertà diffusa e bancarotta. Quella vera intendo, quella imposta dalle regole del mercato selvaggio.

venerdì 1 marzo 2013

CODICE M5S

Il codice stabilisce che i designati a incarichi negli organi parlamentari e nelle commissioni verranno decisi a maggioranza. I capigruppo ruoteranno ogni tre mesi e anche loro verranno scelti a maggioranza. Previsto inoltre il rifiuto della definizione 'onorevoli', da sostituire con quello di 'cittadini'. Gli eletti si dovranno impegnare inoltre a non partecipare ai talk show tv.
I parlamentari si impegneranno a percepire, oltre a diaria e benefit, solo 5 mila euro lordi e non i 10.435 che a ciascuno spetterebbero.
ECCO IL CODICE DI COMPORTAMENTO
Gruppo parlamentare:
I parlamentari dovranno formare un gruppo parlamentare sia al Senato che alla Camera con il nome “MoVimento 5 Stelle”
Gli incarichi nelle commissioni parlamentari o in altri incarichi istituzionali delle due Camere verranno decisi a maggioranza da parte dei parlamentari riuniti di Camera e Senato
I gruppi parlamentari del MoVimento 5 Stelle non dovranno associarsi con altri partiti o coalizioni o gruppi se non per votazioni su punti condivisi.
Programma e Statuto:
I parlamentari del MoVimento 5 Stelle dovranno operare per la massima attuazione del Programma del M5S attraverso proposte di legge e in ogni altra modalità possibile in virtù del loro ruolo
I parlamentari sono tenuti al rispetto dello Statuto, riferito come “Non Statuto”
Comunicazione:
Lo strumento ufficiale per la divulgazione delle informazioni e la partecipazione dei cittadini è il sito www.movimento5stelle.it
I parlamentari dovranno rifiutare l’appellativo di “onorevole” e optare per il termine “cittadina” o “cittadino”
Rotazione trimestrale capogruppo e portavoce Camera e Senato con persone sempre differenti, la scelta dei capogruppo sarà operata dai gruppi di Camera e Senato
Evitare la partecipazione ai talk show televisivi
Trasparenza:
Votazioni parlamentari motivate e spiegate giornalmente con un video pubblicato sul canale YouTube del MoVimento 5 Stelle
Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S
Il parlamentare eletto dovrà dimettersi obbligatoriamente se condannato, anche solo in primo grado, nel caso di rinvio a giudizio sarà invece sua facoltà decidere se lasciare l’incarico
Rendicontazione spese mensili per l’attività parlamentare (viaggi, vitto, alloggi, ecc) sul sito del M5S

Relazione con i cittadini:
Le richieste di proposte di legge originate dal portale del MoVimento 5 Stelle attraverso gli iscritti dovranno obbligatoriamente essere portate in aula se votate da almeno il 20% dei partecipanti. I gruppi parlamentari potranno comunque valutare ogni singola proposta anche se sotto la soglia del 20%
Espulsione dal gruppo parlamentare del M5S:
I parlamentari del M5S riuniti, senza distinzione tra Camera e Senato, potranno per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l’espulsione di un parlamentare del M5S a maggioranza. L’espulsione dovrà essere ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli iscritti, anch’essa a maggioranza.
Trattamento economico:
L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo.
Personale di supporto ai parlamentari:
Le persone eventuali di supporto ai parlamentari se previste per legge, per la loro attività non potranno superare un rimborso economico di 5 mila euro lordi mensili.
Costituzione di "gruppi di comunicazione" per i parlamentari del M5S di Camera e Senato:
Il Regolamento della Camera dei Deputati e del Senato prevede che a ciascun gruppo parlamentare vengano assegnati dall'Ufficio di Presidenza contributi da destinarsi agli scopi istituzionali riferiti all'attività parlamentare, nonché alle “funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili”. La costituzione di due “gruppi di comunicazione”, uno per la Camera e uno per il Senato, sarà definita da Beppe Grillo in termini di organizzazione, strumenti e di scelta dei membri, al duplice fine di garantire una gestione professionale e coordinata di detta attività di comunicazione, nonchè di evitare una dispersione delle risorse per ciò disponibili. Ogni gruppo avrà un coordinatore con il compito di relazionarsi con il sito nazionale del M5S e con il blog di Beppe Grillo. La concreta destinazione delle risorse del gruppo parlamentare ad una struttura di comunicazione a supporto delle attività di Camera e Senato su designazione di Beppe Grillo deve costituire oggetto di specifica previsione nello Statuto di cui lo stesso gruppo parlamentare dovrà dotarsi per il suo funzionamento. E’ quindi necessaria l'assunzione di un esplicito e specifico impegno in tal senso da parte di ciascun singolo candidato del M5S al Parlamento prima delle votazioni per le liste elettorali con l’adesione formale a questo documento.