giovedì 6 novembre 2008

LA NOVITA' DI OBAMA

Sul blog di Montanari ho letto un bel post che condivido quasi integralmente.
Sono un fan di Obama della prima ora ma quando, nel corso di una campagna elettorale che ho seguito passo passo, l'ho sentito dire tutto ed il contrario di tutto, ho compreso che sarebbe troppo pretendere che questo ragazzo di Chicago possa fare il miracolo, e cioè allontanare da Washington le lobbies americane ed impedire che queste influenzino, spesso pesantemente, le decisioni politiche del governo.
E' già un miracolo che un senatore di colore sia il 44° Presidente degli Stati Uniti.
"Gli Stati Uniti d’America sono al momento di gran lunga il maschio dominante nel branco di lupi che è la società degli uomini. Ogni quattro anni, da repubblica presidenziale, gli USA eleggono un presidente cui sono affidati amplissimi poteri, ma questo solamente sulla carta.
In effetti chi comanda anche laggiù sono gruppi economici la cui influenza soverchia quella di qualsiasi presidente. Senza menzionare i fabbricanti e mercanti d’armi o i petrolieri, basta dare un’occhiata a chi timona l’economia nel settore alimentare. Un presidente sta in carica al massimo quattro più quattro anni. Questi sono lì da decenni e non ci sarà elezione che tenga. Quello maneggia i quattrini pubblici che sono, tutto sommato, dispiegati su di un tavolo alla luce del sole e sui quali, almeno là, si deve rendere conto. Questi maneggiano fondi propri, e tanti, sono persone di cui il frequentatore delle TV non ha mai visto la faccia, ma che pesano su decisioni importantissime, dalle relazioni con un paese straniero fino ad una dichiarazione di guerra.
Dunque, come è sempre accaduto, Barack Obama avrà un grado di libertà che sarà tutt’altro che infinito e temo che non ci sarà da farsi illusioni: per il mondo nuovo, per improrogabile che sia, non è ancora arrivato il momento.
È vero che il mondo è affetto da una collezione di patologie che sfuggono ad ogni conta: da una crisi economica e finanziaria, peraltro prevedibilissima, che non ha possibilità di guarigione a decine di guerre ormai cronicizzate. Ma si tratta di contingenze che, in un modo o nell’altro e in tempi più o meno lunghi finiranno.
Ciò che non ha un andamento ciclico e di cui non esiste soluzione possibile, invece, è l’inquinamento della Terra unito all’esaurimento delle risorse energetiche. Grazie all’azione devastante di politici e alla complicità di scienziati, noi abbiamo preteso di prevaricare le leggi fondamentali della Natura, abbiamo saccheggiato le scarse risorse energetiche del pianeta sterilizzandolo e abbiamo avvelenato in modo irreversibile aria, acqua e terra, sperperando il patrimonio dei nostri figli.
Gli Stati Uniti sono tra i maggiori responsabili di questa devastazione, tanto che se ognuno di noi si comportasse come gli americani, non basterebbero sette pianeti come il nostro per darci energia e per contenere l’immondizia.
Barack Obama si comporti come un capo pellerossa: ogni decisione sia presa pensando alle prossime sette generazioni. Tra le altre cose, se da questa elezione, per tanti versi epocale, non ci saranno segni evidenti di risveglio, significherà che tutto il sistema ha un assoluto bisognio di una revisione."

LA DISTRUZIONE DELLE FORESTE

Ogni anno il disboscamento illegale è responsabile della distruzione di milioni di ettari di foresta. Buona parte del legname arriva in Europa, uno dei principali mercati mondiali di prodotti del legno, come legname da costruzione, compensato e mobili. Circa il 20% di queste importazioni provengono da alberi abbattuti illegalmente.
Finora, l'UE si è limitata a promuovere interventi su base volontaria per ridurre il disboscamento illegale. Una nuova proposta legislativa impone però ora agli importatori di adottare determinate misure per assicurarsi della provenienza legale del legno. La normativa si applicherebbe anche ai produttori di legname dell'UE; pratiche di disboscamento illegale sono state infatti riscontrate anche in alcuni paesi europei.
Il disboscamento illegale è all'origine di tutta una serie di distruzioni ambientali: accelera infatti la deforestazione, la perdita della biodiversità e i cambiamenti climatici. Circa il 20% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra sono imputabili alla deforestazione.
E il problema si fa sempre più grave. Più della metà delle attività di disboscamento avvengono in regioni vulnerabili, come il bacino amazzonico, l'Africa centrale ed il sudest asiatico. In alcuni paesi, le attività illegali superano di gran lunga la produzione legale di legname.
La deforestazione dovrebbe essere una delle priorità al centro dei prossimi negoziati internazionali sui cambiamenti climatici. La Commissione propone un meccanismo mondiale che ricompensi i paesi in via di sviluppo per le riduzioni dei gas a effetto serra ottenute grazie alla riduzione della deforestazione .
Il disboscamento illegale non è del resto solo un problema ambientale, perché priva le popolazioni indigene e locali di risorse e posti di lavoro ed incentiva la corruzione e la criminalità organizzata, che spesso utilizzano i suoi proventi per finanziare conflitti regionali.
Per i governi, il fenomeno si traduce in un costo per mancate entrate pari a miliardi di euro, oltre a compromettere la competitività delle attività legali di disboscamento sia nei paesi importatori che in quelli esportatori.

LA PAGA DEI PADRONI

Gianni Dragoni e Giorgio Meletti, autori di ‘La Paga dei Padroni’ (Chiarelettere), descrivono con una chiarezza sconcertante come poche persone controllino il sistema economico e finanziario italiano.
Mediobanca, Ligresti e Benetton sono membri del patto Pirelli. Tronchetti, con Ligresti e Benetton, fa parte del sindacato che controlla Mediobanca. Quando la Pirelli ha venduto le sue azioni di Olimpia (la scatola che controllava Telecom Italia), tra i compratori c’erano Intesa San Paolo e Benetton, partecipanti al patto di blocco che controlla Pirelli. Mediobanca, poi, non solo partecipa al patto di blocco Pirelli, ma ha anche Pirelli e Benetton tra i membri del suo sindacato di controllo. Mediobanca è azionista diretta di una quindicina tra le più importanti società quotate. E’ il socio più forte nel patto di sindacato che controlla RCS Mediagroup, editore del Corriere della Sera. Unicredit è il primo azionista di Mediobanca. Mediobanca controlla Assicurazioni Generali con il 14%. Generali è membro del patto Pirelli. Generali è inoltre azionista di Intesa San Paolo, a sua volta socia di Tronchetti in Pirelli e Olimpia e in teoria in concorrenza con Unicredit.
Il libro illustra un sistema, quello italiano, ridotto a pochi salotti in cui i protagonisti sono sempre gli stessi. I conflitti di interesse si moltiplicano. La concorrenza, la salute delle aziende, la competitività internazionale, le garanzie dei piccoli azionisti, vengono sacrificate in nome del potere. “Tutto risponde a regole molto precise”, si legge, “che garantiscono la conservazione di un assetto stabile di controllo delle principali società e una rigida spartizione dei benefici privati del controllo“.
Quali sono questi benefici? Immensi capitali gestiti rischiando pochissimo in prima persona, attraverso decine di holding (scatole cinesi). Avere poche azioni non importa, se si possiede il pacchetto di controllo. I dividendi sono marginali quando puoi attribuirti cariche e stipendi milionari indipendentemente dai bilanci e dall’opinione dei piccoli azionisti, che non contano nulla. “E’ una filosofia da comprendere, poiché ha radici strutturali. Il capitalismo italiano non è maturato con la cultura dell’iniziativa, ma nell’ossessione della stabilità, ed è strutturato per essere impermeabile alle novità”. Attraverso le storie delle famiglie, dei gruppi e dei blindatissimi patti di sindacato che guidano il capitalismo all’italiana, gli autori disegnano una mappa fatta di manager letteralmente coperti d’oro. Manager che “continuano ad essere assunti seguendo un modello della fedeltà” che non tiene in nessun conto dei risultati, tra mega stock options e bonus d’ogni genere.
‘La Paga dei Padroni’ ha il merito di spiegare ai profani le strutture e gli strumenti attraverso i quali la ragnatela del potere economico si tesse e si difende. E’ la radiografia di una nuova oligarchia che non ha nulla a che vedere con il binomio domanda-offerta, con la qualità e l’efficienza, è solo questione di potere, di privilegi. Gli altri non contano nulla.

mercoledì 5 novembre 2008

PERCHE' GLI OGM

Lo scienziato Arpad Pusztai ha dimostrato in maniera inconfutabile che gli OGM fanno ammalare gli animali in maniera molto grave. E nell’uomo? Come mai sono stati tolti dal commercio prodotti che ricerche in laboratorio hanno dimostrato essere pericolosi, mentre gli OGM ce li vogliono far mangiare anche contro la nostra volontà? Forse vogliono farci ammalare? Abbiamo visto che il DNA transgenico è in grado di superare la barriera gastrica e di giungere nell’intestino, dove mescolandosi con i batteri che vivono al nostro interno, potrebbe indurre proprio quel cancro che i pomodori viola (con i geni, cioè, del fiore “Bocca di Leone”) dovrebbero prevenire o curare!
Le persone ammalate o sempre malaticce, dipendenti da medici e farmaci di qualsiasi genere e sorta, non sono veramente libere, e quindi facilmente manipolabili e controllabili, rispetto ad una persona totalmente sana e forte. Gli oncologi vedono di buon occhio gli alimenti transgenici: i cibi anticancro. Se questi cibi effettivamente riducessero il cancro che lavoro andranno a fare gli oncologi? Un Umberto Veronesi o un Umberto Tirelli e le loro rispettive istituzioni (l’Istituto europeo di oncologia di Milano e l’Istituto di oncologia di Aviano) cosa faranno se il cancro, domani, grazie al pomodoro viola, sparisse?
Solo le coscienze di coloro che propagandano mediaticamente certa spazzatura alimentare lo sanno. E’ sottinteso che non può esistere un cibo anticancro (questo gli esperti non possono non saperlo), perché il cancro è un disagio che comprende tutto l’essere umano nella sua completezza e interezza. Non solo il corpo fisico, perché se fosse solo così, invece dell’assurdo quanto ridicolo pomodoro viola basterebbe aumentare la dose di Vitamina C (acido ascorbico) o di frutta fresca di stagione.
Perché gli oncologi invece di consigliare gli antiossidanti contenuti in un pomodoro creato in laboratorio, con tutti i rischi che la manipolazione genetica comporta, non consigliano dosi quotidiane di Vitamina C (acido ascorbico) o di Sodio Ascorbato o di Ascorbato di Potassio? Forse perché i risultati non tarderebbero a manifestarsi?
Quando si accorgeranno che anche la mappatura del genoma delle piante condurrà nel medesimo binario morto, dirotteranno i nostri soldi e la ricerca (tanto non ce ne ricorderemo) verso lo studio, che ne so, del “riccio di mare”. Perché, dovete sapere, che il riccio è immune dal cancro. I grandi geni, allora, partoriranno in provetta il primo “pomodoro spinato”, che se ti punge mentre lo lavi, ben venga, perché i suoi aculei inietteranno nel sangue una sostanza anti-tumorale...
A quel punto partiranno le campagne di PR con il loro testimonial, cioè quei personaggi illustri e altamente considerati dalle masse (scienziati, oncologi, uomini dello spettacolo, ecc.) pagati profumatamente per andare in televisione a decantare le proprietà curative del “pomoricci” o a farsi fotografare mentre lo mangiano, o mentre si puliscono in denti a fine pranzo con uno degli aculei. Quando verrà scoperto che il “pomoricci” è l’ennesima bufala mediatica creata ad arte dalle lobbies per occupare il cervello delle persone e distogliere l’attenzione dal problema vero (il cancro), se ne inventeranno un altro, e un altro ancora. La storia lo insegna alla perfezione, e nel frattempo, le persone continuano a morire…e continuano a sperare nel medicamento o nell’ortaggio miracolosi.

giovedì 16 ottobre 2008

LA FINE DI BUSH

Bush viene generalmente considerato il peggior presidente nella storia degli Stati Uniti.
Gli stessi americani lo pensano e lo dicono pubblicamente, e, seppur sia in carica ed in vita, cominciano a vedersi nelle sale cinematografiche dei lungometraggi che lo riguardano e che lo criticano aspramente.
Le grandi difficoltà attuali del candidato McCain derivano anzitutto dall'appartenere allo stesso partito di Bush. Pur di non correre ulteriori rischi, il popolo americano intende mandare alla Casa Bianca un giovane di colore, piuttosto inesperto ed impreparato, dal peso specifico uguale a zero.
Il Presidente non e’ stato difeso neppure dai repubblicani, che lo hanno evitato - come fosse l'AIDS - durante tutta la propaganda elettorale, rifiutando un'indesiderata presenza che li avrebbe portati a una sicura disfatta.
E, ad ulteriore riprova, non più di qualche giorno fa gli stessi senatori repubblicani hanno dapprima bocciato la manovra finanziaria proposta dall'amministrazione, quindi, pur soccombenti per non aver la maggioranza alle Camere, l'hanno fortemente osteggiata e criticata.
I danni che ha fatto Bush sono sotto gli occhi di tutti e ci vorranno decenni per correggerli.
Le sue guerre di aggressione sono tutte fallite in un mare di morti, torture e menzogne.
Ha indebolito tutti i capisaldi legislativi internazionali.
Ha ucciso 4000 americani portandone alla pazzia altri 6000, distruggendo due paesi e contaminando due territori solo per il gusto del potere.
Ha calpestato i fondamenti democratici del proprio paese e tolto le garanzie di liberta’ ai propri cittadini, e li ha infangati con condotte disumane e atroci all'estero.
Ha prodotto il governo dei petrolieri e delle multinazionali che hanno diffuso morte e prevaricazione ovunque.
Ha sostenuto un sistema economico che solo quest'anno ha aumentato di 100 milioni i poveri del mondo e ha ridotto al lastrico gli americani con un’onda dammosa che si è riverberata in tutto il mondo.
Ha eliminato le poche leggi che Clinton era riuscito a far approvare per mettere a freno la speculazione finanziaria e ha pensato solo agli interessi delle classi agiate, cui ha pensato il libero mercato a ridurre poi la ricchezza, mentre i poveri diventavano sempre piu’ poveri e disperati.
Ha inquinato il clima globale difendendo lo stile di vita americano contro il diritto alla vita del mondo.
Ha portato il suo paese ad un deficit economico insostenibile e ad un tasso di disoccupazione che non si vedeva da decenni e ne ha macchiato l'immagine internazionale.
Il nome dell'America e i neocon del suo staff muoiono insieme a lui nell'ignominia e nella spudoratezza in una crisi che durerà anni e rovinera’ le economie di quasi tutti i paesi del pianeta.
Appena l'altro ieri Berlusconi ha definito Bush "un uomo di grandi principi, grandi ideali, grande visione, ma soprattutto uno che ha il coraggio di perseguire questa visione. In lui non ho mai visto il calcolo del politico ma la spontaneita’ e la sincerita’ di colui che crede in quello che fa".
Un Presidente che sarà ricordato dalla storia, secondo il premier italiano.
Forse anche per tale bestialità, nessuno dei due candidati ha voluto incontrarlo.
Ma chi crede che lui dica quello che pensa davvero?

lunedì 13 ottobre 2008

POLITICA E FINANZA

I politici sono camerieri dei banchieri, scrisse Erza Pound. Nell'epoca dei fallimenti bancari si stanno dimostrando maggiordomi associati, come abbiamo constatato ieri dal vertice a 4 dei presidenti di Francia, Inghilterra, Italia e Germania, che all'unisono hanno difeso il sistema bancario accordando megafinaziamenti, che peseranno sulle spalle dei contribuenti.
Loro devono fare di tutto per salvare le banche dove sono depositati i loro soldi, rubati in tanti anni di politica. Anche Bush deve aiutare i suoi finanziatori e salvare la sua politica dal discredito che verrà: fu lui a dare carta libera ai maggiori istituti creditizi ed alle banche di affari negli anni della sua reggenza.
Impegno solenne a sostenere le banche; questo l'accordo raggiunto fra i leader di Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna per far fronte alla crisi finanziaria internazionale. Le misure verranno decise da ciascuno Stato membro, ma dovranno essere coordinate con quelle degli altri paesi. I membri europei del G8 chiedono alla Commissione di mostrarsi flessibile nell'applicare i criteri previsti dal Trattato sugli aiuti di stato e invocano l'eccezionalita’ della situazione economica per allentare le redini del Patto di Stabilita’. La Bei sosterra’ le piccole e medie imprese con 30 miliardi di euro.
Quanto di peggio potesse accadere ai cittadini dell'UE, sulle cui spalle grava l'ulteriore debito pubblico che ne deriverà.
L'impressione che se ne ricava è che siamo bestie da soma, e presto ce ne accorgeremo con l'introduzione di un nuovo ordine mondiale, di una moneta globale, di una banca centrale mondiale e soprattutto di un esercito globale.
Probabilmente questa crisi faceva parte di un programma prestabilito, con il quale gli USA intenderebbero liberarsi di tonnellate di carta straccia venduta in tutto il mondo per far fronte ad un deficit pubblico enorme, il più consistente del mondo.
Certo, otterranno un cambio di governo, forse la costituzione di nuove regole, ma nulla cambierà: il nuovo governo dovrà uniformarsi ai diktat della finanza, e le regole saranno fatte per essere raggirate.
Se tanto succede negli USA, immaginatevi cosa ne sarà dell'Europa e, ahinoi, dell nostra Italietta.
Chi può emigri al più presto!

LA LENTA AGONIA DEI GIORNALI

Secondo il Rapporto 2008 di Ad Age sulle 100 aziende Usa leader nel campo mediatico, il settore giornali ha perso il 6,8% nel 2007 in termini di ricavi mentre l’ online ha registrato un incremento del 10,8% e la tv via cavo del 10,6%.
Complessivamente le prime 100 aziende crescono del 4,6%, toccando quasi i 300 miliardi di dollari di fatturato, ma è l’ incremento più lento a partire dalla crisi del 2001.
Le prime 100 aziende editoriali hanno registrato nel 2007 un aumento del 4,6%, il più lento tasso di crescita a partire dalla recessione del 2001.
Questa crescita moderata del settore dei media rispecchia quello dell’ economia: l’ anno scorso il PIl Usa ha registrato l’ incremento più tiepido (2%) dal 2002, rilevava ieri Bradley Johnson, di AdAge, un sito Usa specializzato nel campo della pubblicità e dell’ economia dei media, mostrando anche i primi segni che l’ economia stava entrando in una fase di recessione.
Chi va meglio fra i media? Non è una sorpresa: è il settore digitale, con un incremento dei ricavi sul 10,8%. La tv via cavo si attesta al 10,6%. Mentre il grande perdente è il settore dei giornali, con un calo del 6,8%.

lunedì 6 ottobre 2008

MONI OVADIA

“Mi sento completamente straniero in questo Paese. Non riconosco più i sogni che aveva l’Italia. Non riconosco più le aspettative. Non riconosco neanche più quello che un po’ era uno stereotipo, ma che era una sorta di riserva di credibilità italiana, cioè un Paese di gente buona. Oggi appare un Paese di gente cattiva, aggressiva, risentita… non c’è gioia di vivere in questo Paese. È un Paese mortificato, anche in quelle che erano le sue supposte virtù: la capacità di cavarsela, di venirne sempre fuori… Un Paese terribilmente involgarito. È un Paese che declina pesantemente verso il razzismo».

giovedì 25 settembre 2008

ROBIN BUSH

di Paolo Cacciari
Ho l’impressione che la casta degli oligarchi, la nuova e’lite di «mega-ricchi» - come li definisce Herve’ Kempf – che governa l’economia mondiale abbia messo a segno il piu’ grande colpo della storia. Un colossale flusso di denaro, 1.000 miliardi di dollari, transitera’ dalle casse delle banche centrali americane ed europee – cioe’ dalle riserve statali accumulate con i proventi fiscali dei cittadini - ai portafogli dei grandi investitori finanziari. In realta’ i mutui degli americani poveri non c’entrano nulla. Pensate a quale piano planetario di edilizia economica e popolare si sarebbe potuto realizzare con solo una parte delle somme sborsate! I mutui sono stati il veicolo con cui creare ad arte una esposizione debitoria inesigibile - drogando i prezzi di mercato degli immobili e, di conseguenza, sopravalutando i titoli ipotecari nelle mani degli istituti di intermediazione. Un gioco da ragazzi, una «shock economy», direbbe Naomi Klein, pianificata e provocata dalle stesse autorita’ monetarie «regolatrici » dei mercati e dalle agenzie di rating e di controllo. Basta seguire i movimenti di quel Alan Greenspan, gia’ presidente della Federal Reserv, ritenuto l’inventore della linea dei «consumi in deficit» e accostato dal nostro Tremonti a Bid Laden come principale nemico dell’America, che e’ ora il consulente del piu’ grande Hedge Fund (lo Jp Morgan) che sta comprando le banche in fallimento. Ovviamente, con il sostegno in denaro della stessa Federal Reserv. Insomma, ci stanno turlupinando. Oggetto degli spettacolari salvataggi con i nostri soldi non sono ne’ i mutui dei «poveri» americani, ne’ le «generose» banche di intermediazione che li hanno concessi, ne’ le «sprovvedute» societa’ di assicurazione che hanno stipulato polizze contro le bancarotte. Temo che i veri beneficiari, in ultima istanza, siano coloro che hanno preso nel loro portafoglio i «titoli spazzatura» e che pretendono comunque gli interessi e le rendite pattuite. Sono i grandi investitori istituzionali, i fondi pensione, le fondazioni, i fondi sovrani dei paesi orientali, gli sceicchi del petrolio… tutti coloro, insomma, che stanno finanziando gli investimenti produttivi, industriali, infrastrutturali, militari negli Stati Uniti. E non possono fallire perche’ lascerebbero a secco «la piu’ grande economia del mondo», la nostra protettrice e il nostro faro di civilta’. La crisi finanziaria in corso non e’ altro che un giro tortuoso per saldare una tranche dei loro crediti. Sono sicuro che i maghi della finanza creativa (la «setta degli avidi » che dirigono il tavolo da gioco degli hedge fund) stanno gia’ studiando quale dovra’ essere la prossima «bolla speculativa» da gonfiare e far saltare – assieme alle casse degli stati – al momento buono. Il dubbio che mi tormenta e’ che a sinistra si creda ancora nella «patologia» della crisi, come eccesso speculativo dell’arciliberismo, e non si veda invece nella «sequenza delle crisi» (come ci dice cinicamente Cipolletta) la patologia del turbocapitalismo, insaziabile divoratore di risorse e di umanita’.

lunedì 15 settembre 2008

COME CI VEDONO GLI ALTRI

di Petra Reski

In quell’estate in cui mi innamorai di quell’Italiano, si raccontava sulle spiagge italiane delle frodi di Bettino Craxi e io pensavo: strano paese, dove anche i bagnini sanno che il capo del partito socialista ruba! Era l’estate del 1989, e io stavo sdraiata sul lettino ad ascoltare il bagnino, che imperturbabile ragionava dei metodi illegali dei socialisti e democristiani di finanziamento al partito, di abuso di potere, di corruzione, di implicazioni con la mafia e complotti di morte, il tutto mentre organizzava il torneo di bocce.Sempre lo stesso anno andai per la prima volta come giornalista in Sicilia. Là conobbi il poliziotto che aveva scoperto la Pizza-Connection, il commercio di eroina tra la Sicilia ed il nord America. Era scortato da due guardie del corpo e guidava una limousine blindata e mi ricordo ancora cosa pensai: che paese originale! dove i poliziotti devono essere scortati!Il ministero degli interni gli aveva intimato di lasciare la Sicilia perchè la sua incolumità non poteva essere più garantita. Al suo rifiuto fu trasferito d’ufficio a Palermo. Lo trovai bizzarro, che in Italia si penalizzasse un poliziotto che aveva raggiunto dei successi e pensai che questo sarebbe appartenuto presto al passato. Dopotutto eravamo, in quell’estate dell’89, spaventosamente fiduciosi nel futuro: soffiava un vento positivo, un incitamento a mettersi in marcia, finalmente si sentiva che il mondo si muoveva. All’est si sbriciolava il cemento e i giornalisti erano convinti che anche in Italia stessero vacillando le fondamenta sui cui la mafia, i democristiani e i socialisti corrotti avevano basato il loro sistema di potere.Forza Italia! Mi dissi io. L’italiano al mio fianco rimase però scettico.Solo due anni più tardi mi sono arresa alla tedesca nostalgia dell’Italia e mi sono trasferita dall’italiano al mio fianco, nel paese del Viaggio in Italia “in cui tutti a modo loro non lavorano, non solo per vivere, ma per godere e che vogliono essere felici di vivere anche sul lavoro”, nel paese dell’anticiclone delle Azzorre e degli intrepidi pubblici ministero. A Milano era stato appena scoperto uno scandalo per corruzione per cui in televisione le trasmissioni più seguite erano diventati i collegamenti dal Palazzo di Giustizia di Milano. E a Palermo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano riusciti per la prima volta nella storia della giustizia italiana di portate a conclusione, attraverso tutti e tre gli stadi del giudizio, un processo contro la Mafia, senza che la Mafia riuscisse ad intervenire per “rimettere tutto al suo posto”. E anche dopo la morte di tutti e due i PM non c’era comunque alcun dubbio che l’Italia non si trovasse sul punto di svolta morale e non volesse più stare al gioco della Mafia e di una classe politica corrotta: nel 1993 fu citato in giudizio Giulio Andreotti, 7 volte presidente del consiglio, per concorso in associazione mafiosa (appoggio alla mafia).La storia gridava: avanti! Pensavo. Solo l’italiano al mio fianco restava scettico. Qui regna la chiesa cattolica da 2000 anni, diceva lui, abbiamo il Papa in casa nostra! Non dimenticare che il cattolicesimo non è più religione di stato solo dal 1984! La mafia e la chiesa non permetteranno mai che in Italia cambi qualcosa! Non siamo in Germania qui! non essere ingenua!Io ritenevo ancora la chiesa un affare privato e la mafia un fenomeno artificiale creato dagli uomini. Come tale ha avuto un inizio così come avrà una fine, aveva detto Giovanni Falcone, e perché non sarebbe dovuto essere così anche per le altre cose in Italia? Ho cominciato a farmi prendere dai dubbi quando la critica sul cosiddetto “terrore morale” dei giudici crebbe sempre di più. Niente è più proibito in Italia come il giustizialismo: non siamo tutti in qualche modo peccatori davanti a Dio? Gli italiani smisero di lanciare monetine ai politici. E votarono Berlusconi. Colui che salì al potere portava scarpe con i tacchi alti, aveva fondato un partito casareccio e si faceva riprendere da telecamere coperte da collant per apparire con un aspetto più fresco e giovanile. I redattori tedeschi mi chiamarono preoccupati e chiesero cosa stava succedendo all’Italia. Citai in risposta, il giornalista italiano Indro Montanelli: “per immunizzarsi contro Berlusconi, gli italiani devono solo eleggerlo una volta”. Non avremmo potuto immaginare che gli italiani fino ad adesso si facessero vaccinare tre volte senza successo. Berlusconi dev’essere più o meno come il virus Ebola, disse lo scrittore Roberto Alajmo.Dopo la seconda elezione di Berlusconi lo sconcerto si era già ridotto, alla terza nessuno dei miei colleghi tedeschi mi ha chiesto qualcosa. Berlusconi era diventato come un reumatismo cronico, qualcosa come la mafia, di cui in Germania non si riesce a capire come non se ne possa venire a capo. I colleghi tedeschi cominciarono a scrivere i necrologi per l’Italia, paese che già Pasolini aveva compianto: “io purtroppo ho amato gli italiani: non solo per le forme del potere (e quindi anche per l’opposizione titubante), ma soprattutto per costumi popolari e organizzazioni umanitarie. È stato un vero e proprio amore radicato nella mia esistenza. Ho sentito quindi con tutti i miei sensi come i comportamenti forzati del consumismo hanno trasformato, plasmato e irrimediabilmente ridotto le qualità del popolo italiano”.Per i corrispondenti esteri la rielezione di Berlusconi è stato un colpo di fortuna, perché sotto il governo Prodi era ancora più difficile spiegare cosa non andasse in Italia. Prodi non era Berlusconi e questo portò in Germania alla conclusione “ la destra è cattiva e la sinistra è buona”. In questo schema però non si confà che persino il capo del partito comunista Massimo D’Alema collabori con Berlusconi e contribuisca praticamente ad abolire la legge sui teste principali della Mafia. Ancora più difficile è spiegare come il ministro della giustizia sotto il governo Prodi, Clemente Mastella, si sia adoperato personalmente perché venissero rimossi i pubblici ministero che dovessero indagare sui politici italiani. Al PM calabrese Luigi De Magistris fu tolto il caso perché si era permesso di indagare per appropriazione indebita di fondi comunitari, non solo amici diretti del ministro, ma anche addirittura lo stesso Prodi, che al momento ricopriva il ruolo di presidente della commissione europea. Poco dopo il ministro della giustizia Mastella dovette dimettersi perché accusato di abuso di potere e minacce e portò alla caduta del governo Prodi.Ma perché è sempre così in Italia? Chiedono i miei amici tedeschi, sogghignando (cosa che mi fa imbestialire), riferendosi alla formazione del 62esimo governo dalla fine della seconda guerra mondiale. Perché, diversamente da quel che si pensa in Germania, i 62 governi non sono per niente espressione della voluttuosità mediterranea, bensì un rituale per la casta politica al potere da 60 anni. Nella politica italiana non c’è un volto nuovo da 30 anni. Chi ce l’ha fatta ad entrare in parlamento, resta attaccato alla poltrona fino alla morte e Andreotti non morirà mai. Qui si riesce a far passare un uomo come il democratico di sinistra Walter Veltroni, che dagli anni 70 pratica la vita politica, come un volto nuovo. Perché in effetti lo è, un Newcomer, in confronto con il quasi 90enne Andreotti.Berlusconi ha ripreso il suo ruolo di pazzo sorridente, che governa un paese deriso, del quale alla fine all’estero interessa sapere solo dove sono le spiagge più belle, gli hotel più economici o il ristorante migliore. Perché dietro all’opera buffa si nasconde un paese impaurito ed indurito. Un paese da cui sono passati negli anni tutti i progressi culturali e scientifici, un paese che è governato da un cinico, accusato di frode fiscale, falso in bilancio, concorso in associazione mafiosa, corruzione di giudici, complicità in attentati- accuse che si sono concluse con assoluzioni, archiviazioni, a volte andate in prescrizione, assoluzioni per mancanza di prove o condanne salvate da successive amnistie. A questo cinico è riuscito da tempo anche imbrigliare l’opposizione di sinistra tanto che questa si mostra all’esterno battagliera come ai tempi della seconda rivoluzione industriale ma internamente è distrutta da crisi tanto da guadagnarsi il disprezzo degli elettori almeno quanto Berlusconi.Anch’io scrivo volentieri delle gaffe di Berlusconi. È divertente scrivere che ha nominato ministro delle pari opportunità una modella di nudo, così come spiegare come la sua coalizione di governo abbia proposto come primo provvedimento la restrizione delle intercettazioni telefoniche. Non si deve essere ascoltati quando di è sospettati di aver reso falsa testimonianza davanti a un magistrato. O quando si è sospettati di far parte di un’associazione criminale. Giornalisti che dovessero citare testi tratti dalle intercettazioni rischierebbero fino a tre anni di carcere. L’opposizione dice: niente. O comunque niente d’importante. E perché. I crimini, di cui si parla, sono i crimini dell’establishment. Di cui anche i politici della sinistra democratica fanno parte. Anche la prima proposta di legge del caduto governo Prodi riguardava la restrizione delle intercettazioni telefoniche. Solo che la legge non era mai promulgata.È più divertente scrivere del reimpianto di capelli di Berlusconi che di come la camorra gestisce la spazzatura di Napoli o di come fa l’andrangheta calabrese ad avere un giro d’affari di 44 miliardi di euro l’anno, pari al 3% del PIL italiano. O del fatto che a Napoli una pattuglia della polizia è intervenuta nel reparto ginecologico di un ospedale per impedire un’interruzione di gravidanza- perché la chiesa cattolica conduce in questi giorni una vera e propria crociata contro l’attuale legge sull’aborto. O di quanto spazio abbia dato il quotidiano liberale di sinistra La Repubblica ai cardinali e alle loro nebulose argomentazioni per la “protezione della vita”.Pure i fratellini spagnoli ora danno consigli.Nel frattempo l’italiano al mio fianco deve non deve solo subire l’onta di essere sconfitto nel calcio dai poveri, piccoli fratelli spagnoli ma anche che il presidente spagnolo Zapatero si metta a dar consigli, dalle pagine del quotidiano La Repubblica, su come l’Italia potrebbe recuperare la sua arretratezza. Gli italiani guardano alla Spagna pieni di invidia, non solo per l’alto livello del PIL ma anche perché chiaramente gli spagnoli fanno tutto meglio. Zapatero ha più volte ripreso la sua battaglia contro la chiesa, una battaglia che Italia è considerata persa da sempre. Mentre Zapatero è riuscito a far approvare le unioni tra omosessuali e propone di rimuovere i simboli religiosi come la croce da tutti gli edifici pubblici, i politici italiani fanno la coda per poter baciare la mano al Papa.I miei colleghi tedeschi mi chiedono: come può essere che in Italia gli unici personaggi dell’opposizione da prendere sul serio siano un comico, un filosofo, un giornalista e un ex- magistrato? E io dico. L’italia è il paese nel cui parlamento siedono 70 pregiudicati. E anche un paese però dove milioni di italiani poi scendono per le strade per manifestare contro la presenza di questi pregiudicati nel palazzo del potere.Dal momento che sento che in questo momento storico non ci siano parole che possano descrivere i fatti, preferisco bilanciare. Anche perché io, a differenza dei miei colleghi di Feuilleton, non mi sono limitata a raccontare il drammatico rapporto di odio-amore tra la Germania e l’Italia, ma io l’Italiano al mio fianco l’ho sposato. 19 anni di turbolenta vita matrimoniale.

giovedì 11 settembre 2008

LA RIFORMA VIOLANTE-GHEDINI

di Giuseppe D'avanzo
Che cos'è un pubblico ministero senza polizia giudiziaria? Più o meno, niente. Un corpo senza braccia. Una toga nera che cammina. E allora se, nella scelta e nell'avvio dell'esercizio dell'azione penale, si toglie all'accusa la collaborazione della polizia; se si attribuiscono alla polizia i poteri che oggi sono del pubblico ministero (dalle notizie di reato alla direzione delle indagini), il gioco è fatto. Quel che oggi appare una faticosa (e ardua) ascesa alle vette di una riforma costituzionale diventa, più o meno, una quieta passeggiata in riva al mare. Un percorso legislativo ordinario e svelto che, senza troppo clamore e piazze Navona, altera gli equilibri costituzionali più di quanto possa fare una risicatissima riscrittura della Costituzione. La "riforma della giustizia" (o meglio lo scontro ideologico tra politica e magistratura) ha già un suo compromesso concreto, rapidamente realizzabile e già per buona parte condiviso. L'abolizione di qualche parola in due articoli del codice di procedura penale consente alla politica di ottenere, senza "guerre di religione", quel che dai tempi della Bicamerale è apparso alla politica una chimera: il controllo dell'azione penale e l'attenuazione dei poteri del pubblico ministero a vantaggio dell'esecutivo.
Come si sa, la riforma ha un'agenda autunnale già annunciata dal ministro della Giustizia Alfano: riforma del processo penale e civile e, poi, interventi costituzionali che muteranno il ruolo del Csm, l'obbligatorietà dell'azione penale, la separazione delle carriere. E' un'agenda, per la prima parte (riforma del processo) condivisa anche dall'opposizione che vuole rendere concreta la ragionevole durata del processo e più efficiente (finalmente efficiente) la macchina della giustizia. Ma, a saper ascoltare Luciano Violante e Niccolò Ghedini - le vere "teste d'uovo" protagoniste di questo minimalismo al tempo stesso riformista e rivoluzionario - è sufficiente già il riordino del processo penale per raccogliere qualche desideratissimo risultato. L'accordo non è segreto. Il compromesso è lì alla luce del sole e basta soltanto unire i punti per vederne il disegno.
Chiedono a Violante della separazione delle carriere (2 settembre, il Giornale). Curiosamente, prima di dirsi contrario alla separazione, Violante ragiona a lungo (in apparenza c'entra come il cavolo a merenda) sulla "confusione tra attività di polizia e attività del pm". Per concludere: "Il ruolo della polizia è stato schiacciato dal ruolo del pm. Bisogna tornare ai principi della Costituzione: la polizia da una parte e il pm dall'altra, ciascuno con proprie attribuzioni". E' una stravaganza il richiamo alla Carta. Come se le "attribuzioni" delle polizie fossero prescritte dalla Costituzione che, al contrario, all'articolo 109 recita: "L'autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria".
A stretto giro (3 settembre, il Giornale), risponde a Violante Niccolò Ghedini. Tecnico sapientissimo, di fatto il Guardasigilli, scorge il varco. Dice: "Sono d'accordo sulla necessità di valorizzare il lavoro della polizia giudiziaria rendendolo più autonomo da quello del pm. L'accordo si può trovare in tempi brevi". Si può immaginare che l'avvocato e consigliere di Berlusconi sfoggi uno dei suoi sorrisi, quando si lancia nella difesa dell'obbligarietà dell'azione penale ("La manterrei"). Ghedini sa che, liberata la polizia giudiziaria dalla dipendenza al pm, non vale più la pena occuparsi dell'obbligatorietà dell'azione penale che sarebbe già fritta. Vediamo perché.
Oggi (art. 327 del codice di procedura penale) "il pubblico ministero dirige le indagini e dispone direttamente della polizia giudiziaria che, anche dopo la comunicazione della notizia di reato, continua a svolgere attività di propria iniziativa". Se si cancellano le parole in corsivo la norma diventa: "La polizia giudiziaria, anche dopo la comunicazione della notizia di reato, svolge attività di propria iniziativa".
Il pubblico ministero perde la direzione delle indagini mentre la polizia guadagna la sua libertà. Come chiunque comprende, la variazione non è neutra e senza conseguenze. Il pubblico ministero è indipendente dal potere politico e "soggetto soltanto alla legge", mentre il poliziotto è un funzionario dello Stato che risponde agli ordini di un ministro e alle scelte politiche del governo. Una seconda "correzione" accentua la discrezionalità della polizia e la distanza dal pm. Articolo 347 del codice di procedura di penale: "Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero". Se cade il corsivo ("Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria riferisce al pubblico ministero") l'intero gioco investigativo finisce nelle mani delle forze dell'ordine.
Lo scenario diventa questo. Le polizie raccolgono la notizia di reato; fanno i primi accertamenti; ne possono valutare protagonisti, modalità e conseguenze. Informare la catena gerarchica e il governo. Decidere quando e come informare il pubblico ministero. Non si può escludere che, nelle occasioni meno gradite o imbarazzanti per il potere politico o economico, la comunicazione possa avvenire fuori tempo massimo quando i buoi sono già scappati dalla stalla o quando diventa difficile raccogliere coerenti e tempestive fonti di prova per accertare reato e responsabilità. (Naturalmente sempre possono esserci pressioni sulla polizia giudiziaria per "aggiustare" le indagini, ma la dipendenza dal pubblico ministero protegge i funzionari dello Stato dalle gerarchie e dai governi). Come si può comprendere, grazie a poche parole soppresse in un codice, giustizia e processo muterebbero. Sarebbe il governo a decidere, attraverso le polizie, quale fenomeno criminale aggredire e quali affari penali indagare.
La separazione della polizia giudiziaria dal pubblico ministero risolve all'origine molte questioni cui la politica non ha trovato soluzione nel corso del tempo. L'obbligatorietà dell'azione penale sarebbe sterilizzata. Oggi nella disponibilità delle procure, l'inizio dell'azione penale viene consegnata al governo che può selezionare quando, come e contro chi esercitare l'azione, attraverso la notizia di reato raccolta dalla polizia giudiziaria e i tempi di comunicazione alle procure. L'indipendenza del pubblico ministero sarebbe marginalizzata. (...)

mercoledì 10 settembre 2008

I VOLTI NUOVI DELL'ALITALIA

I contribuenti italiani hanno il diritto di sapere la verita’.
La cordata preannunciata da Berlusconi in campagna elettorale dopo tanti mesi e’ finalmente realta’. Ecco un breve profilo di alcuni tra i “capitani coraggiosi” che piloteranno Alitalia fuori della crisi.
Roberto Colaninno
Da manager diventa imprenditore senza capitali. Conquista Telecom facendo debiti. Insieme a Gnutti e Consorte non hanno soldi necessari, ma agganci politici: le banche concedono mega prestiti milionari e con un sistema di scatole cinesi conquistano il 51% di Telecom. Hopa (controllata al 51% da Colaninno e Gnutti, con dentro Monte dei Paschi di Siena, Unipol e Fininvest, nel miglior spirito bipartisan) possiede il 56,6% di Bell (oscura societa’ con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo). Bell controlla il 1tre,9% di Olivetti, che possiede il 70% di Tecnost, che controlla il 52% di Telecom. Praticamente Colaninno e soci controllano telecom detendone solo il 1,5%. C’e’ il dubbio che il controllo di Bell su Olivetti sia avvenuto per effetto di notizie risriservate di Colaninno (reato di incidere trading, che tuttavia la Consob non ha accertato). Il Financial Times parla di “rapina in pieno giorno”. Telecom viene gestita cosi’ bene che dopo due anni affoga nei debiti, ma Colaninno riesce a venderla a Tronchetti Provera (Pirelli) e a Benetton, con una plusvalenza di 1,5 miliardi di euro (praticamente esentasse). Naturalmente i veri sconfitti sono i piccoli azionisti della societa’. Nel 2005 la Consob lo condanna al pagamento di una sanzione per conflitto d’interessi.
Marco Tronchetti Provera
Subentra a Colaninno e lascia nel 2006 dopo aver causato danni disastrosi alla societa’ (il titolo crolla) ed ai piccoli azionisti. Certo anche lui come azionista ci rimette (circa 100 milioni di euro), ma ne incassa 295, tra stipendi e stock options.
Carlo Toto
Parte dall’azienda di famiglia, la Toto costruzioni, che sotto la sua guida di Carlo negli anni '60 non perde una commessa da amministrazioni pubbliche (come le Ferrovie) ed enti locali abruzzesi. Carlo Toto e’ di casa all'Anas e piano piano passa dai semplici rifacimenti stradali alla costruzione di ponti, gallerie e corsie. Tutto fila liscio fino al 1981, quando lo arrestano con un funzionario Anas in una delle poche indagini pre-mani pulite. L'accusa per falso riguarda l'appalto del ponte sul fiume Comano (crollato nel giugno del 1980). Nel 1988 arriva la condanna in appello con i benefici di legge. Patteggia 11 mesi di condanna per le mazzette pagate per l'appalto di un mega-parcheggioNel giugno ‘94 compro’ il suo primo Boeing a un fallimento per quattro milioni di dollari. Anche grazie a quel Boeing, che poi fu rimesso a nuovo dalle officine Lufthansa, Toto fini’ per firmare un preziosissimo accordo di partnership - era il 2000 - con la compagnia tedesca. Al matrimonio con Lufthansa Toto portava una dote ricca: Air One aveva occupato sistematicamente tutte le rotte nazionali «trascurate» da Alitalia. Quando tuttavia Toto si propone come acquirente di Alitalia, le banche che avrebbero dovuto sborsare 2 miliardi di euro, manifestano scarsa fiducia nell’operazione. Vanta una grande amicizia con il segreterio generale della Cisl Bonanni, uno di quelli che ha detto "no" all'accordo con Air France.
Francesco Bellavista Calatagirone
Lo troviamo socio di Hopa, sembra con i finanziamenti erogati dalla ex Popolare Lodi alla societa’ off shore Maryland, utilizzata in passato anche per comprare Rcs e titoli della stessa Popolare Lodi. Risulta indagato nell' inchiesta sull' aggiotaggio Antonveneta. Insieme a Sergio Bille’ (gia’ Presidente di Confcommercio) risulta coinvolto nelle vicende che riguardano il “furbetto del quartierino” Stefano Ricucci.
Gilberto Benetton
Partecipa con Tronchetti Provera all’operazione Telecom, acquistata da Colaninno. Nel 1999 acquista l’altra grande azienda pubblica privatizzata, cioe’ la societa’ Autostrade. Anche in questo caso l’operazione avviene attraverso il debito, che poi dovrebbe essere pagato dalla nuova “gallina dalle uova d’oro” (Autostrade appunto). Nel 2005 la societa’ insieme ad Argofin di Marcellino Gavio entra in Impregilo, alla vigilia della gara per il Ponte di Messina.
Marco Fossati
La Star e’ l’azienda storica della famiglia. La finanziaria Findim entra nel giro Telecom, quando Tronchetti Provera lascia. Si dichiara convinto che la societa’ nei prossimi due anni migliorera’ fortemente. (Segue)
Si fa portatore di un piano alternativo per il rilancio Telecom, che prevede l’ingresso nella societa’ di Mediaset. Per convincere Silvio B, Fossati ha addirittura portato Alierta (della spagnola Telefonica socia di telecom) ad Arcore appoggiandosi al lavoro diplomatico di Alejandro Agag, genero dell´ex premier spagnolo Aznar ed ex segretario del Ppe, e di Flavio Briatore, entrambi amici del Cavaliere. Gli stessi uomini che tre anni fa fiancheggiavano la scalata di Stefano Ricucci al Corriere della Sera. Ma intanto il titolo scende.
Marcellino Gavio
I suoi successi “autostradali” prendono le mosse dai rapporti politici, in particolare con il Partito Socialdemocratico di Romita e Nicolazzi. All’epoca del Ministro Prandini (pluricondannato) ottiene mille miliardi di appalti pubblici. Nel 1992 il suo amministratore delegato Bruno Binasco e’ stato imputato in processi per corruzione (e’ stato infine condannato insieme a Primo Greganti per finanziamento illecito ai partiti, nell'ambito dei processi di Mani Pulite). Su di lui nel 1992 fu spiccato un mandato di cattura, per presunte tangenti a Gianstefano Frigerio, segretario regionale DC, riguardo l'appalto per l'allargamento della Milano-Genova. Gavio si rifugio’ all'estero, a Montecarlo, fino al settembre '93, fino a quando decise di presentarsi ai giudici di Milano, dove si salvo’ grazie alle solite prescrizioni. Interessanti le intercettazioni con il Ministro Lunardi ed Emilio Fede: dimostrano il suo metodo di lavoro. Risulta indagato, insieme a Ugo Martinat, nelle vicende della Torino-Lione. Attraverso Argofin controlla un terzo di Impresilo, in cui entra poco prima dell’appalto per il Ponte di Messina.
Salvatore Ligresti
Chiacchierato per i suoi presunti rapporti con la mafia, e’ finito in carcere per l'inchiesta "mani pulite" e condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Speculatore su aree edificabili, di lui si sa che passava le mazzette direttamente a Craxi propria manu e che e’ stato piu’ volte salvato dalle grandi banche, prone la potere politico.Il suo ex rivale in affari B lo nomina nel luglio 2004 amministratore delegato della Rcs Media Group, che controlla il Corriere della Sera, guarda caso. Insieme a Gavio e Benetton e’ socio di Impresilo, coinvolta nella vicenda dell’appalto per il Ponte di Messina.
Salvatore Mancuso
Nel 2007 la sua nomina alla Presidenza del Banco di Sicilia, con il consenso di Toto’ Cuffaro, ma viene sbattuto fuori dopo pochi mesi...

martedì 9 settembre 2008

I PROSSIMI CENTO GIORNI

Agli interventi che abbiamo trattato si aggiungono le nuove norme sull'accertamento con adesione per le imposte dirette e l'IVA, grazie alle quali vi sara’ un ulteriore dimezzamento delle penalità già fortemente scontate e la possibilità di pagare il dovuto a rate, rendendo trascurabile il rischio di essere sottoposti ad accertamento, e quindi incentivando l'evasione. Non e’ formalmente un condono, ma l'effetto sostanziale sara’ lo stesso.
E intanto non si affrontano i problemi seri delle retribuzioni dei lavoratori a reddito fisso e dei pensionati che dal 2001 al 2007 hanno perso il 50% del potere d’acquisto con tendenza al peggioramento, tenuto conto che i prezzi stanno lievitando senza alcun controllo. Gli ultimi dati parlano di 5 milioni di precari, 10 milioni nella fascia di poverta’ e altri 5 milioni ai limiti di essa e si allarga la forbice tra quel 10% di benestanti e l’ altro 90%.
Angiolino giustifica il braccialetto con l'espressione: “abbiamo troppi detenuti … ”, ma il numero dei detenuti dipende direttamente dal numero delle persone che violano la legge, non esiste ne’ il “troppi”, ne’ il “troppo pochi”; in un Paese dove, tra l’altro, per certi tipi di reati i livelli di impunita’ sono quasi al 90%.
La Gran Bretagna celebra ogni anno 300.000 processi e ha circa 60.000 detenuti. In Italia si celebrano circa 3 milioni di processi, dieci volte tanto, e abbiamo 60.000 detenuti, stessa cifra. Sono stupidi gli inglesi che hanno lo stesso numero di detenuti con un decimo dei nostri processi, o fessi noi che abbiamo il decuplo dei processi e lo stesso numero di detenuti?
Abbiamo pochi posti e si dovrebbero costruire nuove carceri, questa è la verità: tutti ne parlano, nessuno le costruisce.
Il braccialetto era un'invenzione del ministro Bianco che nel 2000 l'aveva gia’ sperimentata, poi il ministro Castelli iniziò una geniale sperimentazione del braccialetto, nel 2003. Nel 2005 aveva già finito la sperimentazione, naufragata perchè avevano testato 400 braccialetti, convenzionati con la Telecom, costata allo Stato italiano undici milioni di euro.
Quattrocento braccialetti provati su tre detenuti: uno al polso, due alle caviglie. Il primo e’ subito evaso, non si è saputo dov'è andato, ed è evaso col suo braccialetto perchè quelli applicati finora non hanno nemmeno il collegamento satellitare, ma sono controllati da una centralina collegata al telefono in casa della persona agli arresti domiciliari.
Espulsione: perche’ tenere in carceri italiane detenuti stranieri che delinquono?
Per espellere un extracomunitario si dovrebbero pagare le spese del viaggio aereo e, ammesso che lo Stato che riceve il detenuto lo accetti (il che non capita quasi mai, trattandosi di straniero privo di documenti), esso chiederà all'Italia il costo del mantenimento del detenuto nel suo carcere. Allora che messaggio manda il governo della sicurezza agli extracomunitari che delinquono: accomodatevi pure in Italia, commettete tutti i reati che vi pare che prima o poi vi espelliamo!
Questa non e’ certo sicurezza, sicurezza significa che se violi le leggi del paese sarai arrestato e pagherai la giusta pena, ma per fare questo dovremmo diventare un Paese serio governato da gente seria.

I PRIMI CENTO GIORNI (3)

17) Ampia facolta’ ai concessionari di autostrade di aumentare i pedaggi.
Dai primi di luglio scatta un aumento con punte che arrivano anche al 10%.(L'Antitrust scende in campo per criticare la nuova convenzione di Autostrade nella parte che riguarda l'adeguamento delle tariffe e per l'assegnazione, senza gara, di nuove tratte. Per il Garante della concorrenza le nuove regole decise con un decreto legge danneggiano i consumatori e sono distorsive della concorrenza. La nuova convenzione prevede un adeguamento annuale delle tariffe di pedaggio, per tutta la durata della convenzione e cioe’ per 30 anni (dal 1 gennaio 2008 al 31 dicembre 2038), pari al 70% del tasso di inflazione effettiva rilevato dall'Istat.) Dai primi luglio gia’ ci sono stati aumenti di tariffe.
18) Sempre dal Ministro Tremonti, un altro regalo da Robin Hood alla rovescia, e’ stato previsto il tetto d’inflazione programmata all’ 1,7% per il primo anno e addirittura l’1,5% per i successivi mentre quello reale si aggira intorno al 4% e quello percepito all’8%. In questo modo ai lavoratori dipendenti e pensionati viene fatto un altro scippo ai gia’ magri redditi mentre alle imprese un altro regalo dopo quello fatto dal governo Prodi che con il cuneo fiscale,la diminuzione di 5,5 punti di IRES e di 0,35 IRAP ha regalato ad esse circa 12 miliardi di euro.
19) Tagliati i fondi per gli insegnanti di sostegno per handicappati per cui tanti di essi non potranno frequentare la scuola...
20) Innalzamento del tetto degli assegni da 5000 euro (entrato in vigore dal 1 aprile 2008) a 12.500 euro per aiutare gli evasori-elettori del PDL….
21) Duro colpo ai precari che lo resteranno a vita e varata una legge incostituzionale che prevede solo una multa a sanatoria a chiusura di tutti i giudizi in corso.
22) Social card ( 3-400 euro l’anno) per avere il marchio di poveri DOC.
23) Riforma radicale della giustizia. Dopo il Lodo Alfano chissa’ quale coniglio tirerà fuori dal cappello Angelino Jolie.
24) Decapitati i vertici delle agenzie delle entrate e chiusura uffici alta commissione contro la corruzione, un altro aiuto agli evasori ed ai corruttori.
25) Tolto il tetto massimo di 289 euro per gli stipendi d’ oro dei manager e degli alti burocrati.
26) Il ministro Alfano vuole prendere la misura dell’ introduzione del braccialetto elettronico che precedentemente e’ stato provato disastrosamente su 400 detenuti con un costo di 10.000.000 euro a favore della Telecom ed a spese dei contribuenti.

I PRIMI CENTO GIORNI (2)

7) Mutui a tasso variabile.
Una balla colossale: “Il governo ha sbandierato un accordo che prevede un risparmio pari a circa 850 euro l`anno per circa 1 milione e 250 mila famiglie, peccato che la notizia sia falsa”, dice l`Aduc. In finanziaria 2008 erano previsti 20 milioni di euro di aiuto alle famiglie e non si sa Tremonti dove li ha fatti confluire mentre si e’ inventato questo marchingegno (voluto dalle banche a rischio fallimento per troppi mutui immobiliari) che di fatto allunga solo il tempo del mutuo. In poche parole quello che non pagano subito si tramuta in un ulteriore prestito fatto dalla banca ai possessori di mutuo e su cui graveranno gli interessi bancari (dagli ultimi calcoli si ritiene che sia una truffa).
8) Class Action.
Hanno posticipata l’entrata in vigore della legge per poi farla diventare un class action alla rovescia stile Tremonti che toglie ai poveri a da’ ai ricchi ( con questo governo non entrera’ mai in vigore).
9) Scuola.
Piu’ soldi a quella privata e meno 8 miliardi a quella pubblica, riduzione di 140.000 tra docenti e personale ATA in 5 anni in quella pubblica e chiusura di 2000 scuole nei comuni sotto i 5000 abitanti, il ritorno del maestro unico che danneggera’ sicuramente gli alunni perche’ e’ impensabile che una persona possa avere una preparazione adeguata in tante materie.
10) Lodo Alfano o Schifani bis o Dolo Berlusconi .
4 persone in Italia sono fuori e al di sopra della legge cioe’ sono FUORILEGGE.
11) Sicurezza.
3000 soldati per 6 mesi e 7000 agenti in meno per riduzione di personale e schedatura bambini rom ai quali si sono prese le impronte (legge razziale).
12) Robin Tax.
Un’ altra bufala del ministro creativo o incapace Tremonti che non riesce a capire che saranno i consumatori a pagarne le conseguenze e non i petrolieri o le banche (l’effetto gia’ lo stiamo pagando perche’ con il petrolio in discesa di oltre il 20% c’e’ stato un calo dei carburanti alla pompa solo del 6-7 % o nessuno.Nel dpef ha previsto non la diminuzione della pressione fiscale come sbandierato in campagna elettorale e durante tutto il periodo del governo Prodi, ma un aumento dello 0,5%..
13) Tagli alla sanita’ e ripristino ticket sanitari.
Anche per chi ne e’ stato sempre esente e diminuzione posti ospedalieri pro-capite e riduzione risorse per ammodernamento strutture ospedaliere pubbliche. A farne le spese saranno sempre i piu’ poveri che si vedranno negato il diritto alla salute.
14) Eliminazione agevolazioni alle cooperative.
Con conseguente aumento dei prezzi per i clienti e anche riduzione del personale gia’ in atto.
15)Ampliamento della base NATO di Vicenza.
Nonostante le proteste e un referendum alle porte hanno gia’ dato l’ OK agli americani che hanno gia’ iniziato i lavori.
16) Infrazione per rete4.
La multa (600.000 euro al giorno) sara’ pagata dai soliti noti, i cittadini.

I PRIMI CENTO GIORNI

di Sante Marafini

I danni causati dal governo Berlusconi in poco piu’ di 100 giorni

1) Abolizione ICI.
L'abolizione dell'Ici non premia i proprietari di case modeste, gia’ esentati da Prodi, bensì i proprietari di immobili di qualita’ e pregio e sicuramente penalizza i comuni che per far cassa ricorreranno ad altre tasse locali con conseguente esborso di soldi in più da parte di chi adesso non pagava già l'ICI (le conseguenze gia’ si cominciano a vedere con l’ introduzione della service tax, due tasse al posto di una).
2) Detassazione straordinari.
La detassazione aumenta solo la quantita’ del lavoro, non la qualita’ (e chiunque ha un’idea di che cosa vuol dire “lavorare” e’ d’accordo sul fatto che alla 10ma e 11esima ora si rende poco); aumenteranno gli incidenti sul lavoro; se far fare straordinari ai dipendenti costa meno che assumere, in breve tempo l’indice di disoccupazione aumenta….
3) Alitalia.
Baracca tenuta in piedi attraverso con i soldi dei cittadini e con le solite invenzioni del ministro Tremonti che fa passare il prestito ponte di 300 milioni come voce attiva di bilancio per evitare il fallimento, e quindi con soldi nostri dati a fondo perduto (l'Alitalia perde circa un milione al giorno). Dai 2000 licenziamenti con Air France (che avrebbe versato per contratto 2.500 miliardi di euro), si passa ad una join-venture che porta gli esuberi ad oltre 6000 (e ad un investimento di circa un miliardo di euro). L'ultimo piano comporta infatti lo scorporo della parte malata (che resta a carico dello stato, e cioè nostro) dalla parte sana, svenduta ai soliti corvi (e con ogni probabilità con la promessa in cambio di una buona presenza ai lavori per l'Expo di Milano). L'Air France, unica compagnia aerea che partecipa comunque all'operazione, partirà con una quota di minoranza per rilevare, si pensa gratis, tutto il pacchetto nel giro di qualche anno.
4) Ponte sullo stretto.
Un disastro continuare solo a parlarne mentre in Sicilia ci sono priorita’ drammatiche come il problema dell’acqua e delle infrastrutture.
5) Costruzioni di centrali nucleari.
Una follia dopo che un referendum ha detto no e dopo che in tutto il mondo, a parte qualche eccezione, sta abbandonando il nucleare. Scajola continua a dire che non si torna indietro (dove siamo andati lo sa solo lui), anche se negli ultimi tre mesi ci sono stati 9 incidenti in centrali nucleari con contaminazioni lievi (dicono) di almeno 100 persone.
6) Bavaglio alla giustizia.
Con il prossimo DDL per il divieto delle intercettazioni telefoniche finisce sostanzialmente la possibilità di fare indagini serie per gran parte dei reati, anche gravi.

giovedì 10 luglio 2008

LE CITAZIONI

Ecco un paio dii citazioni che ben si adattano al momento attuale... sono di Martin Luther King
"Nessuno monterà sopra di noi se prima non avremo piegato la schiena"
“Nulla al mondo e’ piu’ pericoloso di un'ignoranza sincera e di una stupidita’ coscienziosa”.
"La disumanità dell'uomo verso l'uomo non si materializza soltanto negli atti corrosivi dei malvagi. Si materializza anche nella corruttrice inattività dei buoni."
"Prima o poi arriva l'ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare: ma bisogna prenderla, perchè è giusta” - Martin Luther King
“Ho sempre avuto l’impressione che in ultima analisi, nel corso della vita, un individuo deve una buona volta schierarsi, prendere posizione, ed essere disposto ad affrontare le conseguenze quali che siano. E se è invaso dalla paura non può farlo. La mia preghiera più grande è sempre che Dio mi preservi dal terrore che paralizza, perchè quando una persona vive accompagnata dalla paura per le conseguenze dei propri atti sulla sua vita personale, non potrà mai fare niente per contribuire a sollevare l’umanità intera e a risolvere i molti problemi sociali che ci troviamo di fronte in tutte le epoche e a ogni nuova generazione”.

martedì 8 luglio 2008

DUNQUE IL GOVERNO HA MENTITO

Un nostro concittadino è sotto processo a Milano per corruzione.Il processo non l’abbiamo iniziato i giudici italiani. Nasce perché l’avvocato inglese Mills scrive al suo commercialista dicendo che una certa somma (600.000 dollari) di cui deve giustificare il possesso gli è stata donata da Silvio Berlusconi «a titolo di riconoscenza per il modo in cui io ero riuscito a proteggerlo nel corso delle indagini giudiziarie e dei processi». Il commercialista ritiene la cosa non chiara e –avendo abitudini diverse da quelle italiane– fa immediata denuncia della cosa all’autorità competente, la quale trasmette il tutto alla magistratura italiana, che, ricevuti gli atti, aveva due sole alternative: insabbiarli o procedere a termini di legge.
Essendo i magistrati italiani persone psichiatricamente deformi, hanno proceduto a termini di legge. Quando il processo è quasi giunto al termine, il nostro concittadino imputato viene nominato Capo del Governo e decide di fare un decreto-legge che blocchi il suo processo. Il Presidente della Repubblica fa capire che trova questa cosa non apprezzabile. Allora il nostro concittadino imputato chiede a due suoi amici di ricorrere a un espediente. Costoro – che sono i senatori Berselli e Vizzini – propongono la cosa che non sarebbe passata come decreto-legge come emendamento al decreto cosiddetto “sicurezza”, che ha come oggetto apparente la tutela della sicurezza dei cittadini. L’idea – geniale - è quella di bloccare centinaia di migliaia di processi, fra i quali quello che riguarda il nostro concittadino, giustificando la cosa con il dire che è solo per caso che nelle centinaia di migliaia di processi bloccati c’è quello dell’amico. Ovviamente, giuristi e brave persone qualunque restano molto impressionati dal ricorso del concittadino imputato a questo trucco deplorevole, attuato con la complicità di un intero Governo, di due senatori e di molti parlamentari.
Allora il nostro concittadino imputato, nella qualità di Capo del Governo, scrive al Presidente del Senato una lettera pubblica, nella quale gli dice che questo provvedimento che blocca centinaia di migliaia di processi serve a fin di bene, per accelerare il corso della giustizia (è stupefacente come si possa avere tanta fantasia). Nella lettera il nostro concittadino imputato dice, fra l’altro che i relatori Senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato un emendamento per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, e scrive: «I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. ...l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perché si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto...».
Dunque, la tesi del nostro concittadino imputato è: 1. due senatori che non sono stato io a imbeccare hanno avuto la bella pensata di bloccare centinaia di migliaia di processi penali; 2. questa è un’ottima idea che serve al bene comune (non si capisce come, ma è evidente che ormai gli italiani credono a qualunque favola); 3. mi sono accorto solo per caso che questa norma così buona favorirebbe me con riferimento a un mio processo; 4. si tratta di “uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica” (tacendo la circostanza che il processo l’ha messo su la magistratura inglese su denuncia di un commercialista pure inglese: evidentemente l’Inghilterra è diventata più “comunista” di quanto sapessimo); 5. è assurdo che solo per questa casuale coincidenza che la norma potrebbe accidentalmente favorirmi, essa non venga promulgata.
Dopo questa lettera, decine di lacché del potere, giornalisti, sedicenti intellettuali raffinati, opinion makers hanno dato luogo a una furibonda campagna di stampa contro la magistratura, dicendo che è assolutamente vergognoso che i magistrati non vogliano che venga varata una norma di legge ottima e molto utile per il bene di tutti solo perché casualmente finirebbe per favorire il nostro concittadino imputato. Il Ministro della Giustizia si è prodotto in racconti avventurosi e in ricostruzioni arditissime per dire quanto sia giusto fermare centinaia di migliaia di processi e come questa cosa sia la più utile che si possa fare per il bene dei cittadini. E, a proposito, anche la più urgente (non a caso tutti gli italiani dal nuovo Governo non si aspettavano altro. Nulla, infatti, appare loro più urgente di un bel blocco dei processi penali).
E intanto Il Giornale, Il Riformista, Emilio Fede e ognuno che avesse uno spazio sulla carta stampata e in TV giù a pestare i magistrati, definiti molto cordialmente “il cancro della nostra democrazia”.
Accade poi che il Consiglio Superiore della Magistratura osservi che il blocco dei processi sarebbe incostituzionale. E allora il Presidente del Senato e quello della Camera corrono dal Presidente della Repubblica per dirgli che se il C.S.M. si azzarderà a dire questa cosa, saranno guai seri. La minaccia sarebbe stata: “Anche il capo dello Stato deve sapere che se andrà a finire così, noi non solo riformeremo il Csm, ma incideremo sulla gestione dei giudici. Separazione delle carriere, orario di lavoro con il tesserino da timbrare all’ingresso dei tribunali, ferie di 30 giorni come tutti i dipendenti pubblici e lo stipendio indicizzato ai contratti del pubblico impiego”.
Poi il Governo però dice “Vabbene, se ci approvate subito il “dolo” Alfano, che prevede l’immunità per il nostro Capo, noi ritiriamo la blocca processi”.
Ma allora, se la ritirano a patto che si dia l'impunità al Capo, non era vero che la blocca-processi era stata pensata dai senatori Berselli e Vizzini e non era vero neppure che era stata pensata nell’interesse di tutti. Ma allora era vero che la blocca-processi serviva solo a favorire un unico imputato. Ma allora, mi sono avventurato a dedurre: 1. il Capo del Governo ha mentito quando ha detto che la norma serviva al bene comune (e d’altra parte se servisse davvero al bene comune perché ritirarla in cambio dell’immunità per il Capo?); 2. il Governo stava bloccando centinaia di migliaia di processi solo per fare un favore a una persona; 3. un sacco di gente ha insultato i giudici solo per coprire un brutto espediente che favoriva un imputato; 4. in Italia centinaia di intellettuali, giornalisti, opinionisti, deputati avvocati, senatori, professori non provano vergogna a mentire per favorire degli amici e hanno il coraggio di aggredire e offendere chi dice la verità.
Immaginiamo che io sia un giudice e che un mio amico sia sotto processo nel tribunale dove lavoro, che io diventi presidente di quel tribunale e il mio amico mi chieda di favorirlo, che io pensi: se blocco il processo del mio amico finisce che mi arrestano, che allora blocchi tutti i processi di una sezione del tribunale –duemilacinquecento (questi sono i numeri di una sezione di un tribunale)– inventandomi una esigenza urgente in un’altra sezione e spostando da quella che voglio bloccare tutti i giudici per un paio d’anni. Mi sono detto: certo, se mi scoprissero, sai che cagnara a Porta a Porta e su Il Giornale o Il Riformista. Di certo nessuno si azzarderebbe a difendermi. Se un giudice favorisce un amico in un processo è corruzione. Se un intero Governo e tre quarti del Parlamento favoriscono un amico bloccando per legge centinaia di migliaia di processi … è politica!
Ma non è neppure questo che in fondo mi fa impressione. Quello che mi impressiona è: ma quanto è malato un Paese nel quale l’intera vita pubblica, tutta l’attività del Parlamento, milioni di pagine di giornale, migliaia di ore di televisione vengono investite solo a contrabbandare un trucco per fare un favore a una persona, che per ottenere la complicità di tutti promette altri favori in cambio (da togliere l’ICI ad abbassare le tasse, da assumere disoccupati e far comprare Alitalia da parenti e amici). E soprattutto: siamo ancora una democrazia costituzionale, se invece delle regole e della legge tutto è fondato sui favori personali?

LA CASA BIANCA E BERLUSCONI

DA IL CORRIERE
«Il premier italiano è stato uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio - si legge nel profilo -. Principalmente un uomo d'affari con massicce proprietà e grande influenza nei media internazionali. Berlusconi era considerato da molti un dilettante in politica che ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui media nazionali finché non ha perso il posto nel 2006». La biografia pubblicata sul 'press kit' non si ferma qui: «Odiato da molti ma rispettato da tutti almeno per la sua 'bella figura' (in italiano nel testo) e la pura forza della sua volontà - afferma la biografia - Berlusconi ha trasformato il suo senso degli affari e la sua influenza in un impero personale che ha prodotto il governo italiano di più lunga durata assoluta e la sua posizione di persona più ricca del paese». La biografia di Berlusconi, che cita anche il fatto che da ragazzo «guadagnava i soldi organizzando spettacoli di marionette per cui faceva pagare il biglietto di ingresso», ricorda che il futuro premier italiano mentre studiava legge a Milano «si era messo a vendere aspirapolvere, a lavorare come cantante sulle navi da crociera, a fare ritratti fotografici e i compiti degli altri studenti in cambio di soldi».
La Casa Bianca avrebbe prelevato la biografia di Berlusconi dalla 'Encyclopedia of World Biography' che risulta aggiornata al mese scorso e l'ha pubblicata nel 'press kit' che ha distribuito ai giornalisti durante il G8 in Giappone. Poi sono arrivate le scuse.

lunedì 7 luglio 2008

IL CASO LOMBARDO

I siciliani sono gli ultimi in tante cose, ma quanto al trattamento della casta, non hanno rivali.
In Sicilia la casta Lombardo chiude le guardie mediche, prospetta la drastica riduzione dei posti-letto ospedalieri, chiedendo enormi sacrifici ai siciliani, ma mantiene intatti ed incrementa le prebende e i privilegi di cui godono i parlamentari e gli amministratori.
Le “regole” di Palazzo dei Normanni testimoniano in ogni direzione la scarsissima attenzione che viene attribuita al contenimento delle spese e l’attitudine alla concessione di privilegi che altrove non esistono. Per esempio le auto blu a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, si concedono a tutti i componenti della Giunta e del Consiglio di Presidenza, ai Presidenti delle Commissioni parlamentari, al Segretario generale, al vice Segretario ecc.
E siccome le vetture non sono date in occasione di missioni compiute dai parlamentari, ma assegnate ad personam, la casta può tenere con sé auto ed autista per tutto il tempo che vuole, anche nel periodo estivo, durante le vacanze e in tutti i periodi festivi e in auto blu con “scorta” e seguito si va persino a fare campagna elettorale a sostegno di candidati sindaco.
Gli autisti dell’Assemblea, infatti, sono i dipendenti che fanno più missioni e più ore di lavoro, ovviamente retribuito, e le missioni sono una delle voci più cospicue del bilancio regionale.
Una politica distante dalla realtà e cieca che, non tenendo conto della situazione che vive il Paese e la Sicilia in particolare, per coprire la voragine finanziaria della sanità siciliana progetta di razionalizzare la spesa e di limitare gli sprechi esclusivamente tramite il taglio di servizi essenziali per il cittadino, lasciando intatto l’apparato manageriale, utilizzato non a servizio dei cittadini ma solo ed esclusivamente per scopi politici, e soprattutto non intacca la clientelare stipula di quasi 2000 convenzioni con i privati.
E pensare che se solo si riducesse ad uno stipendio di un normale impiegato quello che percepiscono manager e amministratori, anche dei sottogoverni che sono tantissimi, sicuramente il risparmio potrebbe servire a far fronte alle “normali” spese della sanità, alla “regolare” raccolta dei rifiuti e a tanto altro ancora, senza chiedere sacrifici aggiuntivi ai cittadini.

TIRELLI UMBERTO

Vediamo l'uomo, se uomo è.
Dall'indagine dell'attività economica di compravendita di prodotti medicinali che nel 2003 ha portato allo scandalo Glaxo, che ha indotto gli uomini della Tributaria del Veneto a denunciare un drappello di primari per corruzione. ed associazione per delinquere, viene reiteratamente fuori il suo nome.
«Aviano: l'oncologo è superfinanziato». Si, è proprio di lui che parlano al telefono il district manager Cecilia Ghezzo, responsabile commerciale dell'area Nord Est per la Glaxo, e un informatore scientifico, tale Giuseppe. Il dialogo fa riferimento ad un contatto che quest'ultimo avrebbe avuto con il responsabile degli acquisti. L'informatore spiega al DM: «Con questo adesso ho parlato e gli ho detto: senta, non mi faccia perdere tanto tempo... guardi, i finanziamenti ci sono perchè Tirelli è a posto, per cui... Se c'è bisogno di qualcosa, Tirelli è già superfinanziato». La risposta del district manager ha la virulenza di un tornado: «E siccome Tirelli è super finanziato... Super finanziato!!!! Io voglio un carico ad Aviano, quest'anno!!! Voglio un carico!!!». IS: «Di topotecan...». DM: «Tu devi fare l'obiettivo...». IS: «Di topotecan». DM: «Di tutto! Dell'obiettivo fatturato! assolutamente!!!».
«Lui può telefonare all'economo...». Sembrano ingenti i finanziamenti Glaxo. È per questo che il nome di Tirelli ritorna a proposito delle pressioni da esercitare sull'economo: «Pensavo di venire su, intanto conosco questo economo, gliene dico quattro... ecco, faccio l'elenco delle cose che hanno lì, perchè se c'è bisogno gliene dico quattro anche a... Perchè è Tirelli che può fare la telefonata all'economo eh!!!». Glaxo ha foraggiato e attende riconoscenza: «Visto che quello lì è uno che è abituato a comprare saponette, è importante che chi sa, chi prende i soldi e i favori da noi, che poi è Tirelli... non dico che lui deve rivoluzionare le terapie ma siccome tutto ciò che noi chiediamo è una volta sì, una volta no, poi sti quattro soldi che gli abbiamo chiesto, perchè mi pare fossero sufficienti 50 milioni in tutto...». È l'importo dell'ordinativo.
«Quattro schifosi soldi...». Continua il dialogo: «Quattro soldi, giusto per arrivare tranquilli al budget, sennò in squadra non facciamo l'obiettivo, e non ci danno una lira... E allora per avere 150 schifosi milioni, dico, il vecchio... ne incassa adesso venti no? O sbaglio?». La telefonatina (di Tirelli) all'economo avrebbe dovuto avere il seguente tenore, nell'immaginario degli informatori: «"Egregio dottore, noi abbiamo dei rapporti con la Glaxo molto buoni, consolidati, che sta facendo dei grossi investimenti nell'Ente..." e che perciò non rompano i c...!».
Ma non è tanto questo il problema, quanto capire cosa ha mosso Tirelli ha dichiarare pubblicamente, con il sostegno di studi scientifici (fatti da chi?) che l'uranio U235, per intenderci, l'uranio impoverito, non abbia alcun effetto negativo sulla salute.
E non basta: fu Tirelli a sostenere, sempre pubblicamente, che la cura Di Bella fosse inefficace sia dopo la morte del suo professore di Modena che quando la Regione Lazio decise di sperimentarla.
Anche qui bisogna capire, a fronte del successo che, a distanza di anni dalla morte del suo inventore, quel metodo sta riscuotendo negli Stati Uniti e nel mondo, perchè Tirelli lo criticasse apertamente a favore delle cure convenzionali.
Se ne stanno occupando le Procure? Speriamo.

sabato 5 luglio 2008

Pentagon Papers

da http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/


Nel 1967 il ministro della Difesa, Robert S. McNamara, ordinò un'indagine passata alla Storia come i "Pentagon Papers". Lo studio, coperto da segreto di Stato, doveva stabilire in che modo e perché gli Usa si erano impegnati nella disastrosa guerra del Vietnam. La ricostruzione dimostrò, tra l'altro, che il celebre incidente del Golfo del Tonchino in seguito al quale il presidente Lyndon Johnson si appellò al Congresso e fu di fatto autorizzato ad entrare in guerra, era un falso.Quattro anni dopo un analista della Cia, sconvolto da quanto scoperto, consegnò a due giornali i Pentagon Papers. Il 13 giugno 1971 il New York Times, iniziò la pubblicazione di una serie di articoli basati su quei documenti. Dopo le prime tre puntate, il ministero della giustizia riuscì a far sospendere le pubblicazioni da una sentenza della Corte federale di New York a cui il governo si era rivolto sostenendo che «gli interessi degli Stati Uniti e la sicurezza nazionale avrebbero subito un danno irreparabile dalla diffusione del dossier». Il 30 giugno 1971, la Corte Suprema degli Stati Uniti autorizzò però i giornali (al New York Times si era affiancato il Washington Post) a riprendere la pubblicazione. Sulla base del primo emendamento della costituzione americana i giudici stabilirono che la libertà di stampa doveva prevalere «su qualsiasi considerazione accessoria intesa a bloccare la pubblicazione delle notizie». La sentenza fu scritta da un vecchissimo e celebre costituzionalista, il giudice Hugo Black, morto a 85 anni pochi mesi dopo. Black scrive: «Oggi per la prima volta nei 192 anni trascorsi dalla fondazione della repubblica viene chiesto ai tribunali federali di affermare che il Primo emendamento significa che il governo può impedire la pubblicazione di notizie di vitale importanza per il popolo di questo Paese. La stampa (dal punto di vista dei Padri fondatori) deve servire ai governati non ai governanti. Il potere del governo di censurare la stampa è stato abolito perché la stampa rimanesse per sempre libera di censurare il governo».
Oggi anche nel nostro paese la libertà è in pericolo. Ciascuno di noi ha il dovere di difenderla. In attesa che un Hugo Black, se esiste, ricordi a tutti come stanno le cose.

giovedì 3 luglio 2008

SEMPRE TELECOM

La Telecom annuncia licenziamenti e, come aveva già fatto in passato, continua a mandar via lavoratori a spese dei Contribuenti.
Tronchetti Provera, proprietario dello 0.11% delle azioni della società, ha letteralmente messo in ginocchio un’azienda sana, speculando in danno dei piccoli azionisti, vendendo prestigiosi immobili situati nei centri storici dei principali capoluoghi di provincia con false vendite risolte con modestissime entrate.
Negli anni dal 1990 ad oggi (iniziò tutto con Colaninno, un altro bandito spacciatosi per imprenditore) più di 50.000 dipendenti Telecom sono stati pre-pensionati a spese dell’INPS (e quindi della collettività) ed oggi, purtroppo, tutto si ripete: sono pronti ulteriori “licenziamenti” supportati dagli ammortizzatori sociali a spese dell’INPS.
La Telecom è ancora oggi un azienda sana che fa utili mostruosi ma che si ritrova sulle spalle un enorme debito con le banche che gli hanno scaricato addosso i Colaninno ed i Tronchetti per averla acquistata mediante denaro delle banche italiane.
I capitani d'industria e le banche italiane hanno affossato un'azienda sana che si è indebitata per salvare sè stessa, e purtroppo queste cose succedono solo in Italia. In un paese civile gente così sarebbe in prigione, come pure gli amministratori delle banche che consentirono un'operazione a fini di lucro in danno di un bene pubblico.
Qualcosa del genere sembra stia accadendo con Alitalia, che diventerà una piccola compagnia nazionale in joint-venture con l'Airone di Tatò, un piccolo truffatore finito per caso nel mondo dell'aviazione civile.
Tornando ai malanni della Telecom, anche oggi non si parla di licenziamenti assistiti da ammortizzatori sociali: come già ai tempi di Colaninno, in cui fu fatta un'operazione nella quale migliaia di persone vennero messe in cassa integrazione, scaduta la quale non vennero reintegrate. Allora alcuni dipendenti furono mandati a fare dei corsi di riqualificazione, ovviamente a spese dell’INPS, ma non vennero mai reintegrati e se qualcuno ci riuscì lo ottenne vincendo la causa intentata alla società.
Assisteremo per l’ennesima volta, a causa dello scippo di denaro pubblico da parte di capitani coraggiosi, ad un debito che pagheranno i lavoratori Telecom e tutti i contribuenti l’INPS, cioè i cittadini italiani.
E' evidente che l’INPS abbia grosse difficoltà a pagare le pensioni e che quindi dovremo rassegnarci a lavorare fino a maturare 40 anni di contributi o fino a 70 anni di età.

sabato 28 giugno 2008

LA ZOOTECNIA E LA BIOENERGIA

L'uso di energia in ambito zootecnico è la seconda causa di surriscaldamento globale. Sembra un paradosso, ma incide addirittura più del consumo legato ai trasporti ed è seconda solo alle infrastrutture e al settore edilizio. Jeremy Rifkin aveva già anticipato l'incidenza degli allevamenti sulla biosfera in Ecocidio e a sedici anni di distanza le sue previsioni si sono avverate. Quindi sarebbe forse necessario diventare vegetariani, come ha proposto la Britain's Environment Agency? O è sufficiente tassare la carne e ricorrere a una dieta mediterranea?
Ecoalfabeta ricorda la campagna per il consumo di carne promosso dalla regione Piemonte, mentre sarebbe meglio incentivare a un maggior consumo di frutta e verdura come la campagna francese "mangiate cinque frutti o vegetali al giorno" del Programme National Nutrition Sanitè.
E qui riporta alcuni dati sui costi da sostenere per la produzione di carne e l' impatto sull'effetto serra in Italia: secondo un articolo dell' Università di Manchester, un kg di carne bovina ci costa 44 MJ di energia e almeno 15 kg di CO2 (in alcuni casi le emissioni potrebbero essere più alte). Dal momento che l'italiano carnivoro medio consuma 105 kg di carne all'anno, questo equivale a 1575 kg di CO2 emessi in un anno, pari al 18% delle emissioni pro capite. Quindi, il 18% della CO2 è causato proprio dalla produzione di carne.
L'OCSE, l'organizzazione per lo sviluppo economico, giunge ad una conclusione piuttosto netta che non lascia adito a molti dubbi: «La corsa verso raccolti energetici minaccia di cause carestie alimentari e danneggiare la biodiversità con benifici limitati. »(pag. 4 del rapporto). Questa denuncia non viene da Greenpeace o dal WWF, ma da un'organizzazione internazionale dedicata a promuovere lo sviluppo economico. Secondo il rapporto OCSE la produzione di biocombustibili nel 2005 è stata pari a 0,8 EJ di energia (1Exa J = 1E18 J)e in teoria potrebbe aumentare fino a 20 EJ nel 2050. In teoria ci dovrebbe essere sufficiente terra coltivabile per nutrire la popolazione umana in crescita e contemporaneamente, produrre biocombustibili; tuttavia, «è più probabile che limitazioni nell'utilizzo della terra conducano a una competizione "cibo-combustibile". Inoltre ogni diversione nell'uso del terreno dalla produzione di cibo alla produzione di biomassa energetica influenzerà i prezzi alimentari. Inoltre, la crescita dell'industria dei biocombustibili genererà molto probabilmente una maggiore pressione sull'ambiente e la biodiversità. Finchè i valori ambientali non avranno il giusto prezzo sul mercato, esisteranno potenti incentivi, per sostituire gli ecosistemi naturali come le foreste, i terreni umidi e i pascoli naturali con raccolti per biocombustibile.» Eppure, "Se tenessimo il riscaldamento a 20 gradi, nel giro di 17 anni non saremmo più dipendenti dal petrolio". Il problema del surriscaldamento globale è sollevato anche da Lisa Simpson e continua a preoccupare governi e istituzioni.
Ecoalfabeta si concentra anche sull'effetto fotovoltaico e sulla riduzione dei costi tramite l'uso di concentratori solari.
Il presidente del Brasile Lula Da Silva parla dell'importanza del bioetanolo per lo sviluppo del Brasile e scrive: «La benzina miscelata con etanolo e l'utilizzo di alcool puro nelle auto ibride ha consentito di ridurre del 40% il consumo e le importazioni di combustibili fossili. Dal 2003 a oggi, abbiamo emesso 120 milioni di tonnellate di anidride carbonica in meno. La produzione dei biocombustibili non mette a riwschio la sicurezza alimentare, perchè interessa soltanto il 2% dei nostri territori coltivabili»
Ma la flotta di auto private brasiliane che vanno a etanolo assomma più o meno a 20 milioni di unità. Dal momento che il Brasile ha 190 milioni di abitanti, questo significa 10,5 auto a bioetanolo ogni 100 abitanti. Se il Brasile dovesse raggiungere il livello italiano di 58 auto ogni 100 abitanti, avrebbe allora bisogno di coltivare a canna da zucchero l'11,1% della terra coltivabile; se raggiungesse il meraviglioso livello USA di 76 auto ogni 100 abitanti dovrebbe destinare al biocombustibile delle sole automobili il 14,4% della terra.
Lula aggiunge: «L'espansione della coltivazione della canna da zucchero, inoltre, ha contribuito a recuperare zone di pascolo degradate, prive o quasi di potenzialità agricole.»
Se la canna da zucchero per il bioetanolo non rubasse spazio all'agricoltura di sussistenza e alle foreste, potrebbe anche essere accettabile, ma occorre tenere a mente che le "zone di pascolo degradate" derivano in genere dalla deforestazione e non bisogna inoltre trascurare il problema del carbonio immagazzinato nel suolo.
Secondo uno studio del 1999 , la trasformazione della foresta in pascolo riduce il carbonio organico del suolo del 24; la sua ulteriore trasformazione in piantagione di canna da zucchero è responsabile di un'ulteriore diminuzione del carbonio del 20%. Inoltre, un ettaro coltivato a canna riduce le emissioni di CO2 di 13 t all'anno; se sullo stesso terreno si facesse ricrescere la foresta la riduzione di Co2 sarebbe di 20 t all'anno. Lula non ha ragione...
Questo discorso innesca quello della fine del cibo a buon mercato: il prezzo del mais in Iowa è aumentato del 50% in un anno, mentre in altre zone è raddoppiato.
Il prezzo del mais va alle stelle a causa della crescente domanda di bioetanolo per le auto. Non si tratta solo del prezzo del mais; anche grano, soia, riso stanno aumentando di prezzo perchè molti agricoltori stanno passando al mais e l'offerta di questi prodotti inizia a diminuire.
Nei prossimi anni i biocarburanti potrebbero uccidere l'agricoltura del mondo, già in crisi per la riduzione degli acquiferi, l' aumento della popolazione (oltre 80 milioni l'anno) e per l'aumento del consumo di carne, latte e uova in India e Cina. Senza contare il sovrasfruttamento degli oceani e il probabile aumento di inondazioni e siccità.
Lester Brown del World Watch Institute, parla della "competizione per il grano tra 800 milioni di automobilisti che vogliono mantenere la loro mobilità e due miliardi di poveri che cercano semplicemente di sopravvivere." E' impressionante l' estensione di terra che nel prossimo decennio si pensa di rubare all'agricoltura per placare la voracità delle nostre automobili:
Brasile 1,2 milioni di km²
India 140mila km²
Indonesia 260mila km² piantati a palma da Olio (ora sono 40 mila).
Malaysia 64 mila km² sempre a palma (ora sono 38 mila)
In Brasile la terra arabile è pari a circa 600mila km²; dove pensano di trovarne una superficie doppia? In Indonesia e Malaysia la deforestazione si è già mangiata 180 mila km² di foresta. Ora graze ai biofuel verrà distrutta una superficie almeno equivalente. Gli orango scompariranno.
Occorre fissare delle norme per i biofuels: non deforestare; fissare un tetto alla terra arabile destinata ai biofuels; utilizzare solo i terreni marginali non adatti alla coltivazione, come intende fare il Sudafrica, piantando la Jatropa Curcas , che cresce bene anche nei terreni aridi.

venerdì 27 giugno 2008

I REATTORI NUCLEARI

Quattrocentotrentanove sono i reattori nucleari funzionanti nel mondo (104 USA, 59 Francia, 55 Giappone, 31 Russia). Questa produzione copre il 6,4% di tutta la energia prodotta nel mondo, e il 15% dell’energia elettrica mondiale. Il fotovoltaico copre il 6,4 della produzione globale di elettricità (fonte European Photovoltaic Industry Association) e cresce del 40% annuo. Nel 2006 l’eolico copriva l’1% della produzione globale, cresce del 25% annuo.
Dal 1978 negli Usa e dal 1991 in Francia non sono state più costruite nuove centrali nucleari. Secondo AIEA (agenzia internazionale energia atomica) le riserve di uranio sono di 4,7 milioni di tonnellate e si trovano in Australia (28%), Kazakistan (18%) e Canada (12%). L’uranio andrà in esaurimento a consumo attuale, nel 2055, con nuove centrali molto prima. Il costo dal 2005 al 2008 si è quadruplicato (da 20 a 85 dollari).
Il problema irrisolto: lo stoccaggio delle scorie. Solo gli USA hanno realizzato una soluzione, ma soltanto per lo stoccaggio delle scorie di 2° grado, mentre resta incerto il destino delle scorie di 3° grado (ad alta radioattività), che restano accantonate all’interno delle centrali.
Nessun esperto è in grado di definire il costo del kilowattora nucleare, perché al prezzo di costruzione della centrale, quelle di ultima generazione costano 4/5miliardi di dollari (fonte Rubbia), si deve aggiungere, dopo circa 40 anni di esercizio, il costo dello smantellamento e lo stoccaggio delle scorie, processo che costa più della costruzione della centrale nuova, a cui si deve aggiungere il costo della sorveglianza dei siti di stoccaggio per centinaia di anni. Per costruire la centrale Usa di Maine Yankee, ad esempio, negli anni 60 sono stati spesi 231 milioni di dollari, recentemente ha finito il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati stanziati 635milioni di dollari.
Spiegate queste cose a Scajola ed ai suoi consulenti...

martedì 24 giugno 2008

RASSEGNA STAMPA ESTERA

Tanto per cambiare, sui principali quotidiani esteri si legge quello che gli altri pensano di noi e del nostro premier
Spagna
El País: Il premier annuncia una legge che impedirá di processare le alte cariche dello Stato
El Mundo (di centro-destra)Il senato approva la legge salva-Berlusconi e l'opposizione lascia l'aula
ABC (giornale di destra): Berlusconi si scontra di nuovo con i giudici per ottenere l'immunitá
Francia
Le Monde (centro): Silvio Berlusconi riprende la sua "battaglia contro i giudici"
Il nuovo attacco del presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi contro la magistratura in due tempi.
Olanda
AN:Legge contro il processo Berlusconi
Roma - Una legge su misura deve preservare Berlusconi da una condanna per corruzione.Il suo stesso governo vuole esonerare il premier italiano dall'azione giudiziaria. La ragione di ciò scaturisce da un processo contro Berlusconi e l'avvocato inglese David Mills.Negli anni '90 Mills fondò una rete di società postali per il gruppo di Berlusconi, al fine di evadere il fisco italiano. Ne scaturì un processo per evasione fiscale in cui perchBerlusconi stesso fu assolto perché secondo Mills non era al corrente delle malefatte commesse.In una lettera trovata successivamente Mills ammette di aver mentito durante la testimonianza e di aver ricevuto perciò 344 mila sterline da Berlusconi in segno di ringraziamento. Di conseguenza la procura di Milano ha accusato Berlusconi di corruzione di un testimone. Il processo corre verso la sua fine e la probabilità di una condanna è alta. L'avvocato di Berlusconi Niccolò Ghedini, parlamentare, ha avanzato una proposta di costringere le procure a trattare solamente crimini gravi, e di conseguenza non il processo di Berlusconi. Contemporaneamente Ghedini lavora ad una legge che deve rendere il premier in carica non perseguibile. Con ciò la storia si ripete. Nel 2003, quando anche allora Berlusconi era premier, passò una legge che un anno dopo fu bloccata dalla Corte Costituzionale perché in contrasto con la Costituzione.
Belgio
La libre belgique (maggior quotidiano di centro-destra nazionale): Operazione Salva-BerlusconiPrima votazione su una legge che sospende alcuni processi, incluso uno in cui il premier é imputato.
Canada
Il Corriere Canadese: Cause sospese: allarme dei magistrati I giudici spiegano che lo stop riguarderà anche i sequestri e gli stupri.
Germania
Die Welt (centro-destra): Berlusconi mette in moto un piano per proteggersi dalla giustizia
Silvio Berlusconi sta pianificando una nuova legge, soprattutto per aiutare una persona: se stesso.
Inghilterra:
The Independent (centro-sinistra): Il tentativo di Berlusconi di bloccare il processo aiuterebbe David Mills
La luna di miele post-elettorale di Silvio Berlusconi é finita in modo esplosivo, con il premier Italiano che cerca di levare di torno il giudice nel suo processo per corruzione, ed i suoi alleati che mettono in campo un emendamento dell'ultimo minuto ad una legge sull'emergenza sicurezza che, in pratica, congelerebbe i processi contro di lui. (...) I processi per i presunti coletti bianchi come Berlusconi e Mills, che rischiano sei anni di galera, sarebbero sospesi.
The Times (centro-destra): Silvio Berlusconi prova ad evitare il carcere nel processo David Mills per corruzione
The Guardian, La democrazia é in pericolo quando un premier - egli stesso coinvolto in un processo per corruzione - inizia una guerra contro la magistratura
Il celebre saggio del XVIII secolo del filosofo illuminista italiano Cesare Beccaria, "Dei Delitti e delle Pene", che ha posto le fondamenta del moderno pensiero su detenzione, tortura e pena di morte, inizia con lo sviluppare la nozione che le sentenze di incarcerazione dovrebbero servire a stimolare l'integrazione sociale dei criminali, piú che considerare la punizione come una sorta di mera vendetta sociale. Il governo Berlusconi, che é salito al potere due mesi fa sulla scia di un'ondata di panico pompata dai media su una presunta impennata dei tassi di criminalitá, sta al momento srotolando legislazioni che inaspriranno le sentenze per un certo numero di reati minori e assicureranno che l'accesso dei detenuti a programmi di servizio sociale come alternativa al tempo di detenzione sia drasticamente ristretto. Gli immigrati in Italia - e quelli irregolari in particolare - sconteranno la pena di questi provvedimenti, nonostante la stragrande maggioranza dei criminali nel paese sia costituita da cittadini italiani.Berlusconi, per quanto i media stranieri possano dilettarsi nel descrivere le sue stramberie, non é soltanto un giullare permanentemente abbronzato con l'ossessione dei trapianti di capelli e della chirurgia plastica ed un debole per le barzellette di cattivo gusto su tedeschi, donne, omosessuali e sua moglie. L'ex-cantante di crociera ha dimostrato quanto sia pericoloso per la democrazia nei suoi precedenti 5 anni al potere, quando ha portato avanti cambi nella legislatura per evitare i processi o per bloccare investigazioni nei suoi oscuri interessi, consolidato il suo impero mediatico, esercitato controllo assoluto sulla televisione pubblica, lanciato attacchi alla magistratura, incoraggiato i servizi segreti a spiare e raccogliere dati su decine di migliaia di presunti giornalisti, imprenditori e intellettuali di sinistra, e presidiato un summit del G8 nel 2001 dove, secondo Amnesty International, le autoritá italiane hanno violato i diritti umani dei dimostranti su vasta scala.Questa volta, gli alleati di Berlusconi nel parlamento hanno giá intavolato proposte per bloccare un decreto dell'UE che trasformerebbe una delle stazioni TV terrestri del premier in un canale su satellite. La settimana scorsa, i suoi avvocati/parlamentari hanno inserito un nuovo, all'apparenza contraddittorio emendamento nel "pacchetto sicurezza", un insieme di regole che induriranno la legislazione riguardo immigrazione e asilo, peresguiranno i reati minori e sguinzaglieranno l'esercito nelle maggiori cittá. L'emendamento "blocca-processi", com'é conosciuto adesso, bloccherá tutti i processi in corso per reati che prevedono una pena massima di 10 anni di carcere e che sono stati commessi prima del 30 Giugno 2002 - una data apparentemente arbitraria, che per coincidenza assicurerá che il piú recente processo per corruzione di Berlusconi - che coinvolge David Mills, marito adesso alienato di Tessa Jowell - si blocchi.In un summit tenuto venerdí scorso a Bruxelles, un insolitamente cupo Berlusconi ha sfogato la sua rabbia contro i magistrati che, a suo dire, vogliono "sovvertire la democrazia". Il premier italiano ha promesso che avrebbe "denunciato le iniziative di giudici e pm che si sono infiltrati nel sistema giudiziario [e] vogliono sovvertire il voto". I sondaggi mostrano che gli italiani, che sono stati soggetti ad un'intensa campagna dei media lunga 14 anni apta a provare che i magistrati "rossi" hanno un risentimento personale contro Berlusconi, appoggiano le proposte del governo per restringere l'indipendenza della magistratura. La "opposizione fantasma" italiana, come the Economist ha recentemente ribattezzato il Partito Democratico, ha a malapena segnalato che potrebbero votare un'altra proposta di legge per garantire l'immunitá ai presidenti della Repubblica, del Consiglio, del Senato e della Camera se l'emendamento "blocca-processi" fosse ritirato.Il marchese di Beccaria faceva sagacemente notare che "la piú grande felicitá della collettivitá é il fondamento della morale e della legislazione" (frase che in veritá é di Jeremy Bentham ma ripresa dalle tesi di Beccaria, ndr). Nell'Italia di Silvio Berlusconi, la piú grande felicitá di un particolare individuo sembra essere modellare la morale e la legislazione - sovvertendo la democrazia in uno stato membro fondatore dell'Unione Europea.
Una volta di più, Berlusconi si concentra su se stesso e non sull’Italia»
Financial Times "Oh no, non ancora.Ancora una volta il focus di Berlusconi è sé stesso e non gli italiani.Silvio Berlusconi è in carica in Italia da 50 giorni. Guardare il suo nuovo governo in azione è un po’ come mettersi a sedere per guardare un cattivo vecchio film ancora una volta. Quando il leader di Forza Italia governò l’Italia dal 2001 al 2006, spese troppo tempo a legiferare per proteggere sé stesso dai procedimenti giudiziari e troppo poco per riformare l’economia italiana. E’ presto per dare giudizi definitivi, naturalmente. Ma l’ultima prova di governo di Berlusconi assomiglia già a un altro film dell’orrore.Ancora una volta, il settantunenne primo ministro sta spendendo molta della sua energia politica per fare leggi che lo proteggano dai pubblici ministeri italiani. Vuole fare approvare una legge che sospenderebbe per un anno molti processi per i quali è prevista una condanna inferiore ai 10 anni. Se la legge sarà approvata verrà affondato il processo previsto per l’inizio del mese prossimo nel quale Berlusconi è accusato di aver pagato 600.000 dollari al suo avvocato inglese, David Mills. L’opposizione ha soprannominato la legge: “salva premier”.Berlusconi non si ferma qui.Sta anche cercando di introdurre una legge che garantirebbe l’immunità dai processi alle principali cariche dello Stato, inclusa la sua. Una tale legge sarebbe impensabile nella maggior parte degli Stati occidentali ed è stata giudicata incostituzionale dalla Corte costituzionale quando Berlusconi cercò di introdurla nel 2004. Ora che è ritornato, Berlusconi ci prova un’altra volta...".