martedì 26 marzo 2013

Fenomenologia dell'M5S da parte degli analisti piddini

 
Leggendo i blogger di persone culturalmente o forse antropologicamente piddine tutto quel che vedo e' un fiorire di analisi -tutte in negativo, ovviamente- del fenomeno M5S. Sono numerose quanto le dotte analisi che precedevano le elezioni , grondanti di disprezzo per quel partito che avrebbe raggiunto al massimo il 10-15%.
In psicologia questo fenomeno ha un nome: "rielaborazione". La vittoria dell'M5S ha avuto sulla sinistra un effetto devastante, un vero e proprio choc.
Si disse che nel 94 Berlusconi vinse perche' ha le TV, e solo perche' ha le TV. Dovevano spiegare perche' Berlusconi avesse fondato un partito e li aveva stracciati. 
Lungi da loro sospettare una carenza di abilita' o di intelligenza politica, per rielaborare questo choc occorsero circa 20 anni, e oggi piu' o meno ogni uomo di sinistra e' convinto che Berlusconi abbia vinto perche' ha le TV e perche' l'italiano - che non vota a sinistra - e' stupido.
Osservate la sinistra italiana un giorno prima di Grillo e un giorno dopo.
Essi avevano l' iPhone, usano twitter, ed erano convinti di rappresentare per questo una temibile avanguardia wirediana e huffingtonpostiana opposta al berlusconismo: lui ha le TV, ma noi abbiamo internet ed il mobile. E quando Santoro fa gli spettacoli in streaming e' chiaro a tutti: Internet e' di sinistra.
Non ha le TV, Grillo, ma li straccia. Come ha fatto? Perche' questa volta non hanno la scusa delle TV.
La realta' e' che il piddino non e' moderno, ma all'ultima  moda, e le ragioni della vittoria sostanziale dell' M5S stanno semplicemente nella costante e crescente incapacita' dell'uomo di sinistra di percepire e spiegare la realta' come fenomeno cangiante.
Rimane da spiegare una catastrofe che, per la seconda volta, puo' originare solo dall' inferiorita' culturale ed intellettuale del mondo di sinistra, obsoleto, statico, autoreferente negli intellettuali quanto modaiolo tra gli elettori.
Questa volta l'emergenza culturale deve essere davvero forte, a giudicare da quanti sforzi vengono fatti per "elaborare", per tenere lontano il dubbio che, qualsiasi stronzo scenda in campo, con grandi mezzi o con mezzi inferiori a quelli del PD, vince sempre, allora il PD non e' quel fulcro progressista di intelligenze libere che credono di essere. 
Questo e' il tarlo del dubbio che sta attaccando le sue menti monolitiche, e questo e' il motivo di tanta "rielaborazione".
A studiarne la fenomenologia. e capire perchè, come dice Bersani, hanno "non-vinto" bisogna ricordare che per 20 anni hanno detto che Berlusconi vinceva perche' stava in TV, fecero la Par Condicio, la conta ai secondi di Berlusconi in TV per anni, dissero che occorreva una legge sulle TV perche' chi sta in TV vince e chi non ha le TV perde, e oggi scopriamo che bastava non apparire in TV (come ha fatto Grillo) per battere la TV?
E cosi' si chiedono: ma se era cosi' facile, perche' non lo abbiamo fatto noi? E' necessaria quindi una rielaborazione, trovare un motivo valido per il quale occorreva Grillo, per capire come superare Berlusconi sul suo stesso terreno, cioe' la TV. Per capire che per dominarla bastava rifiutarla in massa.
Al PD i leaderini carismatici non piacciono, Grillo e' autoritario e a loro non piace, non piace loro un tizio che decide la linea.
L'avversione dei PD per i leader carismatici che vedono il futuro e' una novita' che nasce da quando il PD non ha piu' saputo produrre un leader. Diciamo la verita': essere contro i leader quando hai solo Bersani e' facile.
E anche questo severo disprezzo per i partiti che "sono fedeli alla linea" nasce da quando, da Prodi in poi, il "centrosinistra" non solo si e' spezzato su ogni argomento, incapace di seguire qualsiasi linea, ma ha perso del tutto ogni "linea". Se il piddino medio dice di essere "riformista", basta chiedergli cosa sia il "riformismo" per sentirsi risponder con tutto ed il contrario di tutto
E cosi' rielaborano la loro non-vittoria cercando di spiegarsi perchè non hanno saputo produrre un leader (tranne quella cattiva imitazione di Carcarlo Pravettoni che e' Renzi), neanche a pagarlo.
 Ci sono stati dei momenti in cui la sinistra riempiva le piazze, alle volte era un vero e proprio feticismo della manifestazione, dalla manifestazione-sciopero alla manifestazione-girotondo alla manifestazione-sitin, a tutte quelle manifestazioni che - era la sinistra o erano i fascisti? - si facevano nel 1968. La sinistra ha coltivato una incredibile ed infinita adorazione per la mobilitazione di piazza fino a pochi anni fa, quando ancora, almeno alla manifestazione del primo Maggio, a Berlusconi si gridava "siamo un milione!".
Sentire gente di sinistra che tuona contro il dittattore Grillo che riempie le piazze sembra paradossale. 
In campagna elettorale Bersani ha riempito cinema e teatri, ed allora viene un sospetto: che la sinistra detesti le piazze da quando chiunque le riempie, persino i parlamentari del PDL di fronte al tribunale.
Non piu' girotondi, non piu' quella mobilitazione permanente tanto cara all'uomo di sinistra, solo perchè la sinistra non le riempie più, e le piazze piene del populista Grillo fanno ribrezzo.
In altra rielaborazione, infatti, la sinistra considera Grillo un populista. 
Ma la politica dei redditi che Grillo tocca con il "reddito di cittadinanza" e' una tematica di sinistra, le tematiche ambientaliste che tocca Grillo sono tematiche di sinistra. 
I 20 punti del programma di Grillo sono temi di sinistra, e se sono temi populisti, allora ha fatto populismo la sinistra italiana dal 1919 ad oggi. E, a dire il vero, di gente che aveva promesso leggi contro il conflitto di interessi, matrimoni gay e leggi anticorruzzione, ce ne sta di piu' tra il PD che tra i grillini. 
La rielaborazione conclude che l'uomo di sinistra oggi e' rimasto senza argomenti di sinistra e, tout court, senza argomenti, disprezza oggi come "populismo" cio' per il quale ha lottato per 40 anni, o dice di aver lottato, o dice di aver creduto.
Il tarlo dell'uomo di sinistra e' che Grillo sia stato capace di riportare al centro dell'attenzione e del dibattito politico dei temi che erano di sinistra e che la sinistra ha abbandonato in nome del "riformismo", della voglia di essere piu' uguali della destra.
Il tarlo dell'uomo di sinistra, oggi, e' di essere diventato un uomo di destra. E ha bisogno di rielaborare Grillo per paura dello choc che gli ha procurato il veder tornare al centro del dibattito politico dei temi che  aveva detto essere "un pericoloso balzo in avanti". 
Gli avevano detto che certi temi era meglio lasciarli da parte o non toccarli perche' erano troppo , troppo per il paese, che aveva altri problemi. E invece qualcuno e' arrivato proprio con QUEI temi, e ha mostrato che non era vero.
Il tarlo dell'uomo di sinistra e' che la sua stessa classe politica gli abbia mentito, e la svolta a destra dei partiti di sinistra, che e' stata raccontata loro come "necessaria per non perdere tutto il consenso", in realta' era necessaria solo per non perdere i finanziatori.
E andiamo all'ultimo tra i topos dell'analista dell' M5S: le soluzioni proposte da M5S sono infattibili perche' non c'e' copertura, il bilancio di qui e i fondi di la' e il patto di stabilita' e l' Europa e Maastricht e il debito e i soldi. E i soldi ed il bilancio. Grillo propone cose tecnicamente infattibili.
Quelle risposte, "non ci sono i soldi", li hanno sentiti i movimenti operai che chiedevano un sacrosanto aumento, e si sono sentiti rispondere che "non c'era copertura".
Altra rielaborazione per ricordare che "Ma c'e' l' Europa" come quando il PCI non poteva governare perche' "Ma l' Italia è nella NATO", e giù con cortei e manifestazioni contro chi uccideva l'autodeterminazione.
Il tarlo della coscienza di sinitra si agita quando Grillo dice "Via dall' Europa", ma Grillo ha rifondato la sinistra ed ha ottenuto qualcosa di IDENTICO a quello che la sinistra ha scelto di non essere.
Quello che il popolo di sinistra dice di avere e che chama intelligenza, competenza, esperienza, e che rimprovera ai grillini di non avere, e' semplicemente vecchiaia.  E quella strana forza, quello strano vigore, quella strana vitalita' che definiscono "fascista", ha un nome: "giovinezza".
Tutta questa "analisi" spiega l'ovvio, ovvero che un movimento giovane batte l'ospizio di anziani (di ogni eta', non solo anagrafica) che e' il PD, seppure molti nel PD sono anagraficamente abbastanza giovani da subire questo problema per scelta, o meglio per appartenenza, questo immenso processo di rielaborazione collettiva.
Ecco che un tentativo patetico e disonesto di rielaborare un fatto che non si riesce ad accettare è stato agevolmente smascherato.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Perchè invece non analizzi il disprezzo che tu hai verso Bersani e il Partito Democratico ?
Che a te la proposta politica che ha ricevuto milioni di preferenza ti faccia schifo, importa poco. Bersani ha iniziato la sua campagna per le primarie dicendo : non racconterò frottole. Così ha fatto. Grillo invece ha scelto di percorrere la strada della speranza di un mondo migliore. sarà poi lui che dovrà provare a dar credito a questo sogno. Io credo che fallirà come è fallita la rivoluzione liberale di Berlusconi e la PADANIA di Bossi. Quindi chi non ha voglia di illudersi vota PD. Per dirla in termini calcistici viva Trapattoni e abbasso Zeman.


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