venerdì 11 ottobre 2013

L'abdicazione del popolo sovrano

Di solito si parla di abdicazione quando un sovrano decide spontaneamente di disfarsi del potere e lasciarlo a qualcun altro. E l'accostamento mi viene quando, come e' successo oggi, un Testimone di Vienna (un testimone di Geova, ma della scuola Austriaca) si e' inserito con le sue fesserie, miste ad una retorica che e' il 99% dei motivi per cui ho deciso di lasciare l'Italia:  l'immaturita'  politica della popolazione.
La cosa che detesto, e che mi ha disgustato ai tempi della presa di potere illegittima di Monti, e' la determinazione degli italiani a "preferire" o a trovare accettabile che uno straniero governi il paese.
L'idea, assurda e' che se lo straniero e' cosi' bravo a governare il proprio paese, allora governera' bene anche il vostro. Ed e' un'idea assurda perche' affonda in una pelosa volonta' di distinguere il potere dal comando.
Il comando e' semplicemente il fatto che voi occupiate la posizione gerarchicamente piu' alta. Tutti sono subordinati a voi. Il potere e' l'insieme di mezzi di cui disponete per fare cio' che volete.
Allora, se ci sono due potenti nazioni, A e B, ed in mezzo c'e' una nazioncina c, e voi siete il presidente di c, vi viene chiesto di decidere se allearvi con B o con A. Ognuna delle due vi proteggera' dalle ingerenze dell'altra, a prezzo di obbedirgli. In tal caso, come presidenti di c siete al comando. Siete nella posizione gerarchicamente piu' alta di c. Decidete voi con chi allearvi. Ma dall'altro canto, NON avete alcun potere: i mezzi di cui dispone c sono troppo piccoli per opporsi sia alla volonta' di A che a quella di B. 
Un esempio di questa differenza e' la Trojka e la Grecia. La Trojka ha deciso che il governo greco avesse troppi statali, che erano pagati troppo, e cheaveva troppi pensionati, e troppo giovani. Cosi' ha ordinato di tagliare la spesa degli stipendi statali e delle pensioni. Ma al comando in grecia c'e' il governo greco. Perche' comanda la Trojka se , costituzione alla mano, e' il govero greco a governare? Perche' la trojka non ha il comando, che rimane greco, ma ha il potere: senza i soldi della Trojka, i greci non possono neanche pagare gli stipendi ad un valore di 1/3.
Allora, signori, quando dite che vorreste che "uno straniero" o l' "Europa" vi governasse, non dovete chiedervi solo "come fanno a prendere il comando?", che e' semplice. Basta un trattato. Dovete chiedervi "come fanno ad avere IL POTERE?".
Supponiamo che Bruxelles prenda a governare l' Italia, il comando lo prendono con un trattato. Ma chi darebbe loro il potere, di vincere le lobby, di vincere le banche, di vincere i sindacati, di vincere ogni resistenza? Questa e' la domanda. Se volete che uno straniero vi governi e cambi tutto, non basta che gli diate il comando. Dovete dargli ANCHE il potere. E la domanda e': che genere di potere deve avere, per essere piu' potente di ogni potere italiano?
Uno straniero puo' fare tante cose. Vi puo' invadere, attaccare, difendere, salvare, distruggere, ricostruire, sorvegliare, consigliare, ma una sola cosa non puo' fare: GOVERNARVI. Al massimo, potra' TIRANNEGGIARVI.
Adesso, qual'e' la relazione tra il potere ed il comando, quando il potere e' straniero ed il comando e' locale?
Se osservate la Grecia, la Trojka ha ordinato di ridurre gli stipendi degli statali che incidevano enormemente sul bilancio. Ora, ci vuole poco a capire che se un dirigente guadagna 10 volte piu' di un peone qualsiasi, licenziando un dirigente si risparmi dieci volte di piu'.
Ma il governo Greco non ha fatto questo: ricevuto l' input di tagliare le pensioni, non ha tagliato le alte lasciando le basse, anzi. Le alte , le privilegiate, sono ancora li'. Allo stesso modo, nel tagliare la spesa del personale, ha lasciato INTOCCATA la classe dei dirigenti e dei politici, e hanno licenziato i peones, oppure tagliato loro lo stipendio ad 1/3.
La Trojka poteva imporre di iniziare dal vertice i tagli? No. Perche' il vertice e' comunque al comando, e anche se non ha potere, esisteva il rischio che decidessero di tornare alla Dracma, causando un disastro globale.
Cosi', questo e' il punto: la Trojka ha deciso COSA, il governo greco ha deciso COME. 
Questa e' una regola generale: chi e' al potere decida COSA fare, chi e' al comando decide COME farlo, perche' la gerarchia obbedisce a lui.
Cosi', Bruxelles puo' anche imporre a tutti di non avere il 3% del deficit sul PIL, e alcuni stati lo faranno senza alcuno sforzo in un modo "virtuoso", altri lo faranno con IVA e IMU.  Bruxelles decide COSA, Roma decide COME.
Qui entra in gioco la differenza tra amministrazione pubblica e governo. Il governo lo eleggete, l'amministrazione pubblica no. Quando cambia governo, non cambia molto la pubblica amministrazione. Impiegati e dirigenti rimangono li'. 
I dirigenti sono al comando, il governo (gestendo il budget) ha il potere. Il governo puo' anche decidere COSA; e' la pubblica amministrazione a decidere COME.
Cosi', se ci sono pochi soldi, il comune di Bochum chiede ai cittadini di occuparsi dell'aiuola davanti a casa, sul marciapiede, per tre mesi.  In Italia chiudono asili nido. Il potere in tal caso ce lo ha il budget: "spendi meno". Questo e' il COSA. Il "come" lo decide poi chi ha il comando.  Chi comincia dagli asili e chi dalle aiuole.
Allora, se anche si cedessero TUTTI i poteri a bruxelles, e ripeto "i poteri", avrete sempre una pubblica amministrazione, che e' al comando. E quando anche il potere di decidere COSA fosse a Bruxelles, a decidere COME sara' sempre la VOSTRA pubblica amministrazione.
E lo sapete. Guardate l' Italia. Il governo e' lo stesso, e fa le leggi generali ed astratte. Ma la gestione dei rifiuti in Emilia e in Campania e' diversa. Se poi andiamo alle regioni a statuto speciale, la differenza fra Trentino e Sicilia e' evidente. 
Allora? Non e' forse lo stesso governo di Roma, a governare entrambi? Ma la differenza, dite voi, la fanno le amministrazioni locali.
Quindi, se adesso spostate il problema su Bruxelles, che cose ottenete per analogia? Che Bruxelles fara' il suo bel governo, ma la pubblica amministrazione italiana sara' locale. E sara' quella che conoscete. E non potrebbe cambiare l'intera PA, perche' allora la PA inizierebbe a pianificare l'uscita dalla UE per salvare i propri privilegi. Dopotutto, persino nei paesi che fanno la fame, i governanti vivono nel lusso.
Ovviamente, se Bruxelles oltre che il governo avesse il potere, potrebbe anche cambiare la pubblica amministrazione.
Ma allora torna la domanda: che genere di POTERE deve avere, questo straniero che vi "governa"? La verita' e' che state chiamando un TIRANNO.
Quello che non capite e' che invocare uno straniero che vi governi significa, immediatamente ed inevitabilmente, invocare non soltanto UN GOVERNO dello straniero, ma anche UN POTERE piu' forte di ogni opposizione locale.
Questa e' la TERRIBILE immaturita' che mostrate quando dite che "e' un problema europeo", quando dite che "vorrei che ci governassero altri", quando dite che "lavoro? Problema Europeo", quando dite che "Industria? Occorre una politica industriale europea!", quando dite che "ripresa economica? Problema europeo!". Per forza di cose, state INVOCANDO UN TIRANNO.
Volete che siano stranieri a legiferare sul lavoro? State chiedendo uno straniero che sia piu' POTENTE dei sindacati, di Confindustria, e di INPS allo stesso tempo, e che quindi metta mano al diritto del lavoro. Aha. C'e' un precedente, in effetti.
Volete che un potere straniero faccia un piano di infrastrutture? Autostrade, ferrovie, ponti, porti, elettrodotti, acquedotti, corsi d'acqua? Aha. Ma per farlo non basta avere il ministero: occorre IL POTERE di schiacciare i mafiosi degli appalti, di calpestare verdi, no tav, no-tutto, di cancellare le aziende appaltatrici di oggi per averne di piu' moderne, di calpestare i monopoli dello stato e le concessioni, ed i concessionari, ed il potere dei consorzi e delle municipalizzate. Quanto potere serve? Tanto cosi'.
Volete che l'europa si occupi di Industria? Quanto potere occorre? Schiacciare confindustria, confartigianato, eliminare il sistema di poteri e di lobbies e le associazioni professionali e gli albi, e cancellare le PMI obsolete per convincere le poche vincenti a crescere. Occorre schiacciare le banche e i finanzieri di oggi, e convincere le famiglie italiane che i loro figli vanno bene operai. E occorrono sindacati diversi. Chi ha tanto potere? Esiste un solo precedente storico in Italia:
Questo e' il punto: lo straniero di cui invocate il governo non puo' far niente se non ha anche il POTERE di schiacciare i poteri attuali. Ma questo potere ce lo hanno solo due entita'. La prima e' questa:  un tiranno.
LA seconda e' questa: Il popolo.
Quindi, la VOSTRA immaturita' quando dite che "e' un problema europeo", quando dite che "vorrei che ci governassero altri", quando dite che "lavoro? Problema Europeo", quando dite che "Industria? Occorre una politica industriale europea!", quando dite che "ripresa economica? Problema europeo!", e' che quelle cose DOVETE FARLE VOI, perche' anche se lo straniero arrivasse, per poterle fare dovrebbe essere UN TIRANNO.
Esistono DUE categorie della politica: la tirannide, e il suo opposto, la democrazia. "Governo dello straniero che ci aiuta" non esiste. E quando fottutamente rinunciate a governare COME POPOLO, state dicendo che volete uno straniero a governare, implicitamente ma automaticamente state dicendo che lo straniero dovra' essere piu' potente di OGNI potere locale, POPOLO COMPRESO!
Questa e' l'immaturita' che avete mostrato quando siete andati ad applaudire per la destituzione illegale del capo del governo eletto, Silvio Berlusconi. Potra' anche fare schifo, ma avete delegato AD ALTRI di scegliere. Avere reso un potere straniero PIU' FORTE di voi, ABDICANDO!
Popolo sovrano significa, appunto, sovrano. E quando il sovrano lascia spontaneamente il potere, abdica. 
Il motivo per cui ho capito, vedendovi applaudire Monti che fa il colpo di stato col traditore Napolitano, che non ne uscirete MAI, e' che avete mostrato una catastrofica immaturita' politica, nell'illudervi che un potere straniero che governa il paese, per poter governare, POSSA NON ESSERE TIRANNICO.
E quando vedo un piddino della situazione che viene a farmela cadere dall'alto, che vuole essere "governato dall' Europa" , senza chiedersi quanto POTERE dovrebbe avere l' Europa per imporre all'italia i cambiamenti che servono, e quanto potere dovrebbe avere per essere piu' potente di OGNI potere italiano, POPOLO COMPRESO, capisco che non c'e' speranza. Perche' se i PDini sono "il meno peggio"...
E vedervi piagnucolare contro la Merkel, quando voi avete APPLAUDITO l'arrivo di Monti, mi fa capire che non avete ancora capito il meccanismo: lo straniero che vi governa e' PER FORZA tirannico, perche' ha bisogno di POTERE, di essere piu' potente di chiunque, voi compresi.
Presi la decisione di cambiare nazione proprio in quei giorni. Osservando le persone festeggiare un potere straniero che doveva essere per forza tirannico e vessatorio, perche' non era solo un "governo" straniero, era un POTERE straniero. E sentirmi dire, a distanza di due anni, che non avete capito la lezione, e che ancora sognate "che vi governino altri", mi fa capire che non ci avete capito un cazzo perche' siete troppo stupidi per capire i fondamentali. 
Delle due, persino Grillo dice cose sensate quando dice "potere al popolo" e "vogliamo il 100% dei voti". Sta chiedendo COMANDO e POTERE insieme. Ma sta chiedendo il VOSTRO potere e il comando, mediante il voto. Tribunizio quanto volete, ma almeno ha la maturita' civica di ARROGARSI , in Italia, il potere di cambiare le cose, mediante il voto. Mentre voi, sareste disposti a cedere il comando ad uno straniero, senza nemmeno porvi domande sul potere che questo richiede. Immaturita', stupidita', mancata conoscenza dei fondamentali della politica, cialtroneria e codardia. Vedermi fare questi discorsi , pure calati dall'alto col tono del PDino, mi ha fatto capire che non avete capito la lezione. Siete immaturi. 
Vi stanno facendo a pezzi (dopo Telecom e Alitalia, avete appena perso Motor Show e salone dell' Auto. Mi chiedo quando le sberle saranno abbastanza forti da svegliarvi), e tutto quello che sapete fare e' invocare un tiranno straniero, cioe' uno straniero che puo' solo essere un tiranno.
No, vi mancano dei fondamentali della politica. E se li avete, allora mi chiedo che cazzo stiate ancora a fare li'. Una nazione ove il cittadino che si crede intelligente e colto invoca un tiranno straniero al posto proprio, che speranze ha?
Gli azionisti di Bernabe' gli hanno venduto l'azienda sotto il Q senza neanche avvisarlo, e sono quelli che lo hanno eletto. Sono scesi dalla nave alla chetichella lasciando il capitano ignaro in plancia.
Vi consiglio di fare lo stesso, sinche' siete in tempo. Tanto, molti passeggeri sognano solo una nave piu' grande con un comandante straniero. E credono di essere i passeggeri piu' intelligenti e colti a bordo!
Non si chiedono, ovviamente, chi dovra' sbucciare le patate in cambusa, quando il comandante sara' uno straniero e tutti obbediranno ciecamente a lui.

giovedì 10 ottobre 2013

Qualche precisazione sul metodo M5S

Qualche precisazione sul metodo di relazione tra eletti, iscritti e elettori del M5S per la formulazione di nuove leggi.
1. L'eletto portavoce ha come compito l'attuazione del Programma del M5S
2. In caso di nuove leggi di rilevanza sociale non previste dal Programma, come può essere l'abolizione del reato di clandestinità, queste devono essere prima discusse in assemblea dai proponenti e quindi proposte all'approvazione del M5S attraverso il blog
3. In caso di approvazione, i nuovi punti saranno inseriti nel Programma che sarà sottoposto agli elettori nella successiva consultazione elettorale


http://www.beppegrillo.it/2013/10/qualche_precisazione_sul_metodo_m5s.html

L'Italia dei furbi che si tengono il malloppo

di Sergio Di Cori Modigliani

Sui media, le parole usate, le parole da usare e il "salto di qualità".
L'uomo la cui immagine vedete riprodotta in bacheca NON e' un cretino.
L'uomo la cui immagine vedete riprodotta in bacheca NON considera affatto un malloppo i soldi dei contribuenti fiscali che ogni anno arrivano al contabile del giornale da lui diretto, senza i quali, è molto probabile, il quotidiano sarebbe costretto a chiudere perchè è un giornale che nessuno acquista, quindi non vende, non produce profitto, non crea lavoro nè occupazione e viene letto (per lo più gratis) soltanto dagli addetti ai lavori del ristretto club della cupola mediatica.
Quei soldi non vengono definiti un malloppo, bensì un dovere istituzionale.
Fine della premessa.
Veniamo ai fatti.
Ieri, una personalità politica del PD molto nota, Livia Turco, solida presenza  nel mondo della sinistra italiana, ex Ministro della Sanità, quindi responsabile anche lei dello stato della sanità italiana in quanto alla guida di quel dicastero per una legislatura, non più parlamentare perchè vittima della mini rottamazione renziana chiesta a furor di popolo piddino nel dicembre del 2012, ebbene, questa signora ha dichiarato durante una trasmissione televisiva che quelli del M5s sono dei cretini.
Senza alcuna contestazione di rilievo, nè durante, nè dopo, sullo stesso medium.
Quindi, siamo 8.850.000 cretini.
Questa mattina, invece, affrontando nella camera dei deputati il dibattito relativo alla legge per abolire definitivamente il finanziamento pubblico ai partiti, un eletto nelle fila del M5s  ha sottolineato la "truffaldina" modalità attraverso la quale il PD PDL Lista Monti Lega Nord Sel Fratelli d'Italia Udc Api Fli Psi Ds AN Msi Psdi Pri Radicali DC Idv Rifondazione Comunisti Italiani Autonomie -tutti questi hanno percepito fino a poco tempo fa e ancora percepiscono la loro quota parte anche se estinti- si sono artatamente impossessati di danaro pubblico aggirando la Legge. Nel 1993, infatti, un referendum popolare aveva abolito il finanziamento.
Nel perorare la sua causa, ha portato in aula la sua indignazione e protesta a nome della cittadinanza, definendo i deputati "ladri" e tale appropriazione indebita "il malloppo".
La presidenta della Camera "di turno", lo ha fortemente redarguito, sostenendo che alla Camera è necessario usare un linguaggio consono alle Istituzioni
E come vanno seguite e rispettate le Istituzioni?
Livia Turco può insultare pubblicamente quasi 9 milioni di persone e farla franca.
Il termine "cretino", in Italia, è considerato penalmente un insulto, quindi perseguibile legalmente.
Non così in Francia, dove è stato coniato il termine.
La parola "cretino" viene dal francese aulico, cretien, usata per la prima volta dai Galli intorno al I secolo d.C. ,per indicare i seguaci di una nuova religione monoteista, per l'appunto il cristianesimo. I cretien erano coloro che si consideravano disposti a farsi mangiare dai leoni al Colosseo piuttosto che essere servi passivi dell'impero romano. E ai Galli, questi cretien, piacevano molto, davvero molto, tanto è vero che li proteggevano, li nascondevano, li sostenevano. Il termine rimase come identificazione di purezza e nobiltà, sacrificio e fedeltà, credenza e misticismo fino alla fine dell'anno mille. Lì, cambiò radicalmente, perchè si tinse di un sapore diverso, nato dalla fantasia popolare. Il cretien divenne il povero disgraziato che, pur di mangiare e bere raggranellando qualche moneta, era disposto ad andare a farsi scannare in Terra Santa al servizio di un ricco signore nobile per la sua crociata, l'unico che ci avrebbe guadagnato. In duecento anni, da poveri disgraziati disperati (non più mistici puri) si trasformarono, cinicamente, in folli masochisti suicidi. Già a metà del '200 il termine diventa ambiguo, in bilico. Lo stesso Dante è incerto sul suo uso appropriato. Sarà Pietro Bembo che lo promuove come insulto, qualche secolo dopo. Da allora si tinge di un sapore sempre più denso, nero, aggressivo, contundente.
Da 600 anni, nella lingua italiana, il termine "cretino" equivale al più feroce insulto che si possa usare, giustamente perseguibile penalmente.
Da circa 150 anni è entrato anche nella letteratura medica che ha individuato nel "cretinismo" una forma specifica di patologia neurologica che identifica una certa disabilità intellettiva, caratterizzata dalla scarsa o quasi nulla facoltà di comprendonio.
Ma non è consentito usare il termine "malloppo", il solo uso di questo termine impone la chiusura della Camera.
Dice la Treccani:  
"Con il termine malloppo si intende un involto, fagotto piuttosto voluminoso; nel linguaggio gergale, refurtiva: nascondere il m., dover restituire il m.; per estensione, gruzzolo di denari, patrimonio ereditario".
Quindi, in italiano, "malloppo" equivale anche a "patrimonio ereditario", come nel caso del finanziamento pubblico ai partiti, considerato un diritto acquisito di appartenenza ad affiliazione anche se estinta. 
Può essere sostenuto, anche legalmente, in maniera forte e convincente.
Non così nel caso di "cretini".
Per evitare di farsi carico, anche in maniera inconscia, di un aggravio di avvilimento e di depressione indotta, consiglio ai lettori di questo blog, nel caso abbiano votato per il M5s e/o siano iscritti al M5s e per questo si sentono cretini, come sostiene Livia Turco, di fare riferimento alla nostra bella lingua e alla tradizione etimologica e identificarsi quindi con i seguaci di Gesù Cristo nel I secolo d.C. 
A me, ha dato un grande agio.
Ieri notte sono andato a letto avvilito, non mi piace essere insultato in diretta televisiva e neanche in differita, dato che ho saputo dell'accaduto perchè riproposto da una rete Rai, senza alcun commento di disapprovazione.
Poi, mi sono ripreso pensando che, in effetti, è molto probabile, per non dire quasi certo, conoscendomi, che 2000 anni fa avrei scelto di farmi sbranare da un leone al Colosseo piuttosto che fare il servo.
Mi sono addormentato orgoglioso di essere un cretien.
Mi sono addormentato vergognandomi di essere italiano.
L'uomo la cui immagine vedete riprodotta in bacheca NON è un cretino.
E' un furbo.
L'uso di questo termine non è ancora un reato.
Purtroppo.
Avremo cambiato l'Italia quando quel termine sarà perseguibile perchè considerato un insulto anche in termini legali, o almeno qualcosa di cui vergognarsi.
Sta a noi fare in modo che si verifichi quanto prima possibile.
Dura Lex sed Lex, cara Livia Turco, o mi sbaglio?

mercoledì 10 luglio 2013

Meccanismo Europeo di Stabilità

Più di due anni fa circa, quando ancora la crisi non era arrivata ai livelli distruttivi attuali, in Europa si decise che era necessario un ennesimo strumento finanziario contro la c.d. “crisi del debito sovrano”.
Il 17 dicembre 2010 il Consiglio europeo concordò sulla necessità per gli Stati membri della zona euro di istituireun meccanismo permanente di stabilità. Attenti alla parola “permanente”. Questo “permanente” meccanismo europeo di stabilità (MES) a partire dal 1 luglio 2012 avrebbe sostituito i precedenti fondi salva stati – il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) e il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (EFSM) – che erano fondi“temporanei”.
Il MES venne approvato il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo e ratificato dal consiglio europeo il 25 marzo 2011. In quella stessa data – per consentire l’integrazione del MES all’interno degli altri trattati europei – il Consiglio presieduto da Herman Van Rompuy dispose la modifica dell’articolo 136 del “Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea” – meglio conosciuto come Trattato di Lisbona – inserendo questo paragrafo: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità dell’intera zona euro. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità.”
Anche questa volta ponete un’attenzione particolare sulle parole usate,soprattutto su queste due parole:“rigorosa condizionalità”. Ci ritorneremo.
Per l’Italia il trattato fu firmato da Mario Monti a Bruxelles il 2 febbraio 2012.
Il 19 luglio dello stesso anno la votazione della Camera dei Deputati - con numeri plebiscitari (325 sì, 53 no e 36 astenuti) avrebbe completato l’iter di ratifica per l’Italia, con la conseguente adesione del nostro Paese al MES.
Gli altri Paesi ad avere ratificato il MES sono stati Belgio, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia. Ovvero tutti i 17 Paesi dell’eurozona che erano tenuti all’adesione. Dal momento in cui tutti hanno sottoscritto, il MES è entrato formalmente in vigore.
La sua sede è stata stabilita nel Lussemburgo.
Il MES, come abbiamo visto, nasce con una motivazione “benefica”: essere un meccanismo di permanente “salvaguardia” della stabilità finanziaria della zona euro. Lo scopo sarebbe quello di evitare il “tracollo” di Paesi della zona euro, qualora si trovassero in bancarotta, o vivessero una situazione di forte “problematicità”.
Innanzitutto va subito detto che non si tratta di un semplice fondo - a differenza dei precedenti fondi salva stati - ma di una vera e propria organizzazione intergovernativa: una specie di FMI, ma anche una specie di banca, strutturata con un consiglio di Governatori (formato dai rappresentanti degli Stati membri) e un consiglio di amministrazione.
Il MES è un trattato col quale si dichiara di mirare a raggiungere stabilità finanziaria nella zona euro (come è stato anche per il Fiscal compact) che istituisce un’organizzazione finanziaria che influisce pesantemente sulle nostre sorti economiche. Ma andiamo con ordine.
Quello che è stato fatto passare per un semplice fondo è di fatto una anomalia giuridica. Il MES è un istituto finanziario, di prestito e investimenti, intergovernativo, di personalità giuridica di diritto privato, con scopo di lucro, ma con funzione pubblica di governo economico vincolante e sanzionante; sostituisce il precedente “fondo salva-stati” che era solo un organo di coordinamento.
I Paesi per partecipare al fondo dovranno rispettare norme molto severe, tra le quali il Fiscal Compact che prevede l’introduzione del pareggio di bilancio come norma costituzionale e una riduzione significativa del debito pubblico.
Anche premettendo queste “stranezze”, cosa potrebbe esserci di contestabile in un “Fondo salva stati”? Sarebbe stato da sciocchi non aderire a questo fondo di sicurezza. E’ stato detto in tutti i modi che grazie a sistemi del genere l’economia europea poteva essere “salvata”.
Ma saranno soprattutto due le cose fondamentali che dovremo afferrare, per capire fino a che punto questo è uno strumento di salvezza. Ovvero:
1) cosa significa, a tutti gli effetti aderire al MES, quali conseguenze comporta;
2) quale è la reale portata e la reale “natura” degli aiuti che – in caso di bisogno – verrebbero dati
.

Per semplificare la comprensione ho distinto il testo che seguirà in paragrafi tematici. Ma non si tratta di passaggi distinti e a sé stanti: tutto il discorso segue un unico filo.
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CONTINUA SU: http://www.economia5stelle.it/esterni/il-mes-meccanismo-europeo-di-stabilita-un-altro-passo-verso-loligarchia/

sabato 6 luglio 2013

La caduta del Muro e la caduta degli USA

Certo che lo slogan di qualche tempo addietro, ove si parlava di "un nuovo secolo americano", da qualunque punto di vista lo si voglia guardare si è rivelato un bluff..
Per costruire un ordine bisogna darsi un insieme di regole destinate a mantenerlo, regole alle quali non si può derogare perchè fanno comodo a chi le detta.
Dal comportamento tenuto dagli USA nel cosiddetto mondo multipolare, però, si direbbe che questo punto non sia chiaro. Basta vedere quello che e' successo a Vienna al presidente Morales.
Per un insieme di regole, in gran parte confezionate dagli USA, nonostante la parvenza di una legittimità derivante dal diritto internazionale (convenzioni, trattati, Tribunali internazionali, eccetera) , l'aereo con a bordo un capo di stato e' intangibile perchè è territorio di quello Stato.
E' del tutto illegale, pertanto, la perquisizione effettuata sull' aereo colombiano con a bordo Morales: se anche Snowden fosse stato a bordo, comunque era fuori dalla giurisdizione austriaca ed internazionale. 
Lo stesso dicasi per la storia dei paesi spiati dagli USA nella rete, essi sono tutti membri della NATO, ovvero alleati militari degli americani. 
Prima domanda: se sei abbastanza forte da rimanere impunito, d'ora in poi può ritenersi normale spiare? sarà del tutto normale perquisire aerei presidenziali con ospite a bordo?
Seconda domanda: dopo quello che è successo potranno ora gli USA alzare la voce contro lo spionaggio cinese, e contro ogni altra forma di spionaggio?
E poi, una tale strategia paga o è sbagliata per un mondo multipolare? 
Vediamo anzitutto chi sono gli amici degli USA
  • In Africa, Obama non ha amici. Le zone islamiche gli sono avverse, le zone non islamiche lo vedono come fumo negli occhi.
  • In Sudamerica, si va da paesi dichiaratamente ostili a paesi che non tollerano gli Stati Uniti, sebbene usino comportamenti piu' civili.
  • In Asia è anche peggio, tra le zone islamiche ostili, la Russia che li detesta, la Cina che li vede come un avversario cui vendere la corda con cui impiccarsi, un' India sempre piu' filorussa.
  • In Australia ha ancora diversi alleati, e poi gli rimane il Messico e l' Europa.
Ora, dobbiamo chiederci a che cosa si debba questa amicizia degli europei verso gli USA. 
Il primo fattore e' l'eta' dei politici. Piu' andiamo indietro, e piu' rimane forte il mito americano. Si tratta di generazioni cresciute col mito degli USA, del reaganismo e del tatcherismo, quando questo rappresentava forza e ricchezza , e non invece (come oggi) disoccupazione e ansia.
Gli americani dicono di fare Big Data sulle opinioni di tutti? Bene, sarebbe meglio che controllassero dove sia finito il "gradimento" per gli USA in Europa. 
Se esaminano quel che ascoltano su internet, popolato specialmente da persone che non hanno avuto infanzia e adolescenza nei mitici '80 (l'american Way), gli USA avranno gia' una brutta sorpresa: sebbene il livello culturale sia piu' basso rispetto alle generazioni precedenti, la cura di musica pop , porno e internet non ha alzato il gradimento.
Solo 20 anni fa, una manifestazione per la democrazia in un qualsiasi paese aveva bandiere americane ovunque: USA come democrazia e libertà. Oggi le bandiere USA le bruciano in tutte le parti del mondo. 
Se la Russia dopo il crollo del comunismo era stata data in pasto al capitalismo sfrenato ed all'affarismo, avendo gli USA come modello, oggi quando si parla dei tempi di Yeltsin si mormora "mai piu'".
Se gli americani davvero usano la rete per fare big data e cercano i centri di ostilita' agli USA, avranno gia' scoperto che il posto dove tutti odiano gli USA è la Terra.
Persino la gioventu' inglese non vede niente di speciale negli USA. E se osserviamo l'umanita' con il filtro di Internet (che separa la generazione connessa da quella disconnessa) otteniamo una risposta semplice: gli USA sono  tra i paesi meno amati.
Se poi osserviamo chi non odia gli USA, la situazione on line e' ancora piu' penosa. Gli amici degli USA si dividono tra:
  • Rottami degli anni '80, per loro si userebbero ancora i capelli lunghi solo dietro, i pantaloni strettissimi e le giacche con le spalline. Riconoscono a Reagan e la Thatcher poteri taumaturgici, vivono per il denaro e sembrano i personaggi di un film di Vanzina.
  • Cani da guerra che passano il tempo a guardare grosse armi da fuoco che sparano, le esplosioni che ne risultano, e la capacità di fuoco di un carrarmato. Sperano che gli USA facciano una nuova guerra per vedere le nuove armi che tirano fuori contro il nemico prefabbricato.
  • Metallari ed amanti del rap, che chiamano battone le donne e cantano dei gangster. Se qualcuno pensa che il rap sia una novita' in Italia, basta ricordare che in Italia si picchiavano le donne e si baciavano le mani ai mammasantissima molto prima che nei ghetti USA.
Diamo allora per scontato che gli USA possano davvero misurare l'odio contro di loro. Se hanno messo in piedi qualcosa per misurare dove sia facile arruolare i terroristi, e dove sia piu' semplice creare gruppi antiamericani, stanno cercando di misurare l'odio. E sin dal primo rapporto su "quanto il mondo ci ama" certamente sono rimasti poco allegri.
La reazione degli USA sembra essere la piu' stupida possibile: dal momento che non ci amano, armiamoci sempre di piu' e rendiamo il mondo un posto ove il piu' forte fa quel che gli pare, tanto siamo militarmente piu' forti.
Il modello sarebbe stato conveniente in un mondo unipolare o bipolare, ma i predecessori di Obama costruirono un sistema di regole che non consente più di riconoscersi in un mondo ove tutto si basa sulla forza e sull'autorita' interna.
Infatti il modello di riferimento di chi si oppone agli USA non e' la democrazia perchè la Cina, la Russia, i paesi islamici, non fanno altro che selezionare leaders "forti".
I tentativi di abbatterli non servono a niente: come in Egitto e in Siria, il dittatore rimane al potere oppure viene sostituito da uno ancora peggiore.
La verita' e' che si e' associata la parola democrazia all'America, ed all'odio verso la civilta' americana e' seguito l'odio verso la democrazia che gli americano ci hanno insegnato. 
Il pericolo di essere piu' forti in un mondo multipolare sta nel concetto di "cordata", ovvero negli interessi neutrali.
Facciamo un esempio: finiti questi leader filoamericani, cresciuti tra i 60e gli 80, andranno al potere leader  giovani, meno filoatlantici, e si chiederanno come mai hanno basi americane in casa. 
La risposta non può essere "perchè altrimenti l' Europa finirebbe sotto l'egemonia russa - i russi non hanno mire militari ed espansionistiche. Ma ipotizziamolo: se anche fosse, conviene agli europei andare verso est o verso ovest?
Basta vedere la proposta di allargare i mercati ed il famoso accordo di scambio UE-USA. I leader come la Merkel, cresciuta dietro un muro a sognare l'America, sono filoatlantici e vorrebbero l'accordo. Quelli nuovi, specialmente tra i socialisti, temono che gli USA siano solo un negozio di prodotti cinesi rimarcati (come in effetti e') e non vogliono un'invasione di prodotti americani - cioe' cinesi - in Europa. 
Adesso pero' chiediamoci: se migliorassimo gli scambi con la Russia, dovremmo temere un'invasione di prodotti industriali russi? La risposta e' no: la Russia oggi - se escludiamo l'industria militare - vende piu' commodities, proprio quel che all' Europa manca.
Ed allora la prima domanda che la prossima generazione di politici deve porsi e': ma perche' essere alleati di un concorrente che fara' di tutto per spazzarci via, quando potremmo essere alleati di qualcuno che ci da' le materie prime e vuole in cambio proprio prodotti e servizi che noi possiamo scambiare?
Se osserviamo l'Asia, e andiamo a vedere zone come il Vietnam, grande partner commerciale americano, o il Giappone, presto il problema sara' molto semplice: perche' allearsi con gli USA, che umiliano pubblicamente i governi sovrani con atteggiamenti da gangster, quando alleandosi con i cinesi avremmo un alleato che non umilia mai il partner nè un governo amico?
Facciamo un confronto:
  • Se si accusano i cinesi di operazioni di pirateria informatica, negano le accuse.
  • Se accusate gli USA di pirateria informatica, vi rispondono che e' normale e che lo fate anche voi.
Ora, quale delle due alleanze e' piu' comoda? Premesso che ci sara' comunque lo spionaggio, il punto e' "meglio parenti serpenti gentili, o parenti serpenti arroganti ed umilianti?".
A Hollande conviene un' America che gli risponde "ma e' normale, e ti piscio in testa", o una Cina che direbbe "spiare? Io? Ma no, mai, noi siamo amici!".
Entro uno o due mandati presidenziali, il piu' grosso  problema degli USA sara' quello di vivere in un mondo ove l'atteggiamento oscilla tra quello dei paesi arabi e quello del sudamerica. Non so ancora quanto l' Europa continuera' ad essere amichevole, ma certo questa e' l'ultima generazione di politici filoatlantici. I piu' giovani non lo sono. 
Gli americani stanno cercando un mondo nel quale il gangster vince sempre perchè ha la forza di sopraffare l'altro. Dimentica pero' che una gang e' sempre piu' forte di un singolo, per quanto forte possa essere.
Chi ha fermato Morales di ritorno dalla Russia dimentica che Snowden non e' un problema grande. Il problema per Obama e' che Morales era andato in Russia per discutere una crescente amicizia che vuole il blocco antiamericano estendersi e quello filoamericano restringersi ogni anno che passa.
I leader dei paesi del Sudamerica si riuniranno ora per decidere cosa fare contro gli USA. Leader mediorentali lanciano messaggi amichevoli ai paesi antiamericani, cercando alleanze. Cinesi e Russi si incontrano per decidere come fermare le strategie USA in Asia. Paesi caucasici si riavvicinano a Mosca dopo esser stati traditi dagli USA, la Turchia e' sempre meno un alleato americano, l'India discute con Mosca piu' che con Washington.
Quanto tempo passera' prima che ogni paese del mondo sia parte di una alleanza antiamericana? Anche se molti paesi rimanessero "non allineati", la quantita' di paesi "Tier 1" che non provano simpatie per gli USA sta crescendo, e specialmente aumentano i rapporti e le intese tra antiamericani.
Non si può dire oggi se ci sara' un altro 11 settembre, ma una cosa e' certa: la prossima volta, le urla delle vittime saranno coperte da un altro rumore, l'applauso di miliardi di persone.
E se che credono di dominarli con le armi, gli americani scopriranno presto che rimanere asserragliati in casa con le armi spianate fuori dalla finestra non e' per niente "il secolo americano" che sognavano.

martedì 2 luglio 2013

La profezia delle destre al potere

Ed ecco come si avvera la profezia delle destre al potere: Marine le Pen promette di far uscire la Francia dalla moneta unica e si ritrova prima nei sondaggi... 

 http://www.telegraph.co.uk/finance/financialcrisis/10151286/Frances-triumphant-Joan-of-Arc-vows-to-bring-back-franc-and-destroy-euro.html

Il mitico Chomsky

http://www.controcopertina.com/chomsky-ecco-i-10-modi-per-capire-le-menzogne-dei-media/

Il Sud di un appassionato meridionalista: Pasquino Crupi.

http://www.calabriaonweb.it/2013/07/01/dopo-anni-di-silenzi-un-corposo-studio-sul-sud-di-un-appassionato-meridionalista-pascquino-crupi/

I polli di Renzo e l'aquila tedesca

1.      Come recentemente denunciato da Giorgio La Malfa su Il Sole, nel governo e nel paese appare emergere una mesta rassegnazione a un futuro in cui ci si dovrà adeguare a standard di vita sempre più modesti e in cui l’emigrazione sarà il premio per i più bravi. Le contorsioni della politica, dalle fumosità di Enrico Letta, alle purghe del M5S, alle sparate di Berlusconi, testimoniano un mix d'impotenza e d'ignoranza, i polli di Renzo che si beccano fra di loro. Gli elettori percepiscono questo senso d’impotenza della politica e di qui l’esteso sentimento di anti-politica. Finché la politica aveva risorse da distribuire gli elettori italiani non si erano sentiti così diffusamente Soloni. Ma errato sarebbe concluderne, come si fa spesso soprattutto in area PD, che troppo si è sperperato nel passato per cui la crescita potrà solo tornare quando avremo tutti imparato a scialare meno. E’ un moralismo pernicioso che non porta da nessuna parte. Sostenere che se fossimo stati virtuosi come la Germania ora non saremmo nei guai è un ragionamento da “se mio nonno avesse le ruote”. E trascura il fatto che se tutti i paesi si comportassero come la mercantilista Germania solo l’apertura di mercati su Marte consentirebbe un generalizzato sviluppo export-led.  Le vere occasioni il nostro paese le ha probabilmente perdute quando mezzo secolo fa, per inadeguatezza della classe dirigente, i frutti del boom economico non furono utilizzati per indirizzarlo su un sentiero di sviluppo moderno e socialmente equo. Ma basta piangere, ognuno a modo suo, sul latte versato. Guardiamo ai problemi dell’oggi.

2.      A fronte di questi problemi il governo Letta appare persino più inetto del governo Monti – che ci aveva addirittura illuso a un tratto di voler alzare la voce con Berlino, prima di relegarsi nella spazzatura della storia. L’impotenza del governo è palese, malamente mascherata con un gran parlare di disoccupazione giovanile, quasi che quella adulta non fosse parimenti grave e non facendo comunque nulla per entrambe. L’ipocrisia di Letta nel rivendersi immaginari successi al G8 è stata sfacciata, quanto il fumo venduto dopo il vertice europeo. Il decreto “del fare” è un “facite ammuina”.  C’è in questo un inquietante misto d’ignoranza e cinismo verso il futuro del nostro paese. Eppure il precisino Enrico Letta ha a disposizione fior fiore di economisti internazionali a mostrargli quanto la situazione sia tragica, mentre ormai quasi più nessuno difende l’ossimoro delle “austerità espansive”. Non hanno, tuttavia, a mio avviso, neppure ragione coloro che se la prendono con i vincoli europei come tali, invitando il governo a sforarli. Prima che l’Europa sarebbero i mercati a punirci per aver tentato un’espansione in un paese solo. La verità è che questa espansione non è possibile nell’ambito di un’unione monetaria che è un vero e proprio gold-standard (come diverse ricerche hanno messo in luce istituendo un parallelo fra sistema aureo e Unione Monetaria Europea).
3.      In un sistema aureo i livelli di occupazione di ciascun paese sono vincolati al pareggio della bilancia dei pagamenti: tanto oro guadagni esportando, tanto ne puoi spendere per importare. Ogni espansione in solitudine porterebbe a maggiori importazioni e fuoriuscita del metallo prezioso solo temporaneamente sostenibile attraverso l’indebitamento estero. Nel gold-standard se un paese ha uno squilibrio commerciale, l’unico aggiustamento possibile è attraverso una caduta di occupazione, salari e prezzi (deflazione) che diminuisca le importazioni – più incerto essendo l’effetto positivo sulle esportazioni. Per questo l’opzione per la piena occupazione, che la sfida sovietica impose ai paesi occidentali, comportò il ripudio del gold-standard a favore di un sistema di cambi fissi ma aggiustabili quale quello di Bretton Woods. In esso gli aggiustamenti del cambio s’incaricavano della risoluzione di squilibri esterni “fondamentali”. L’assenza di tale possibilità assimila l’UME al sistema aureo. Qui come lì (e come nell’esperienza argentina del currency board) copiosi flussi di capitale dai paesi in surplus, rassicurati dalla fissità del cambio, sembrarono illudere di una natura di tale sistema favorevole allo sviluppo della periferia. Ma qui come lì l’esito è stato una crisi debitoria della periferia. Vero che nell’UME quando i flussi di prestiti esteri vengono meno, la BCE in un qualche modo li sostituisce (la famosa questione attorno ai saldi Target 2), ma questo può solo procrastinare il redde rationem degli squilibri esterni, e alla lunga gli aggiustamenti sono inevitabili. E, coerentemente con il sistema aureo, la deflazione è la via di aggiustamento prescelta dall’Eurozona.
4.      Ma se respingiamo l’opzione A della deflazione come strumento di aggiustamento degli squilibri europei, in quanto controproducente, insostenibile socialmente e che non può che culminare nella desertificazione produttiva della periferia, cosa rimane? L’opzione B è quella di una garanzia della BCE sui debiti sovrani che riduca drasticamente il rischio di default di questi paesi (e/o di fuoriuscita dall’euro) determinando un immediato calo dei tassi di interesse. A seguire vi dovrebbe essere un’espansione della domanda aggregata in Europa, guidata dalla Germania, con gli obiettivi della piena occupazione e del riequilibrio delle bilance dei pagamenti dei paesi periferici. Alternativamente o congiuntamente, opzione C, la Germania si dovrebbe impegnare a sussidiare gli squilibri esteri della periferia, come essa fa con i suoi land orientali, o fa la Lombardia con la Calabria (nella sostanza è questa l’Europa federale vagheggiata dai radicali). L’opzione A è inaccettabile per la periferia europea, quelle B e C lo sono per la Germania. Essa non è stata (se non nella triste parentesi Hitleriana), non è e non sarà mai un paese keynesiano, e tantomeno si può chiedere al contribuente tedesco di sostenere un’immensa periferia (sebbene i proventi del sostegno tornerebbero in Germania come acquisto di prodotti). Il keynesismo i tedeschi l’han sempre lasciato volentieri fare agli altri a sostegno del proprio mercantilismo. Che fare dunque?
5.      Un governo minimamente consapevole della tragicità della situazione almeno tenterebbe di mettere la Germania con le spalle al muro delle proprie responsabilità, che non sono peraltro solo verso l’Europa poiché le politiche deflazionistiche che essa impone si riverberano anche sugli equilibri commerciali globali. E questi sono vieppiù esposti ai venti dell’instabilità, come accade in questi giorni in seguito ai tentennamenti della politica monetaria americana, della tenuta del modello cinese, dell’incerto successo dell’Abenomics e, appunto, delle assurde politiche europee. Ragioni politiche e intellettuali – la sopravvivenza del modello sociale europeo e la stabilità mondiale – depongono dunque per una posizione forte e autorevole. C’è da essere pessimisti circa le reazioni tedesche. E allora l’avvio di trattative segrete per un esito diverso può diventare ineludibile. Lo faremmo sotto un inaudito ricatto di Germania e, ahimè, Francia di ritorsioni commerciali.  Ma un po’ di schiena dritta si dovrà pur cominciare a mostrarla. In questo quadro e con poche eccezioni, il dibattito congressuale nel PD appare poco più di una lotta fra conventicole che ambiscono al potere, mentre la segreteria appare inadeguata a sollevare il livello del dibattito volta com’è a non far mancare il sostegno a un governo inetto.
ilmanifesto 2/7/2013

L'unica risposta: riconquistare la sovranità

http://www.riconquistarelasovranita.it/?page_id=111

Napolitano e la svendita dell'Italia

Napolitano: investimenti dall'estero con meno burocrazia
La ripresa passa (anche) dall'afflusso in Italia di investimenti dall'estero. A sottolinearlo è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato a Squinzi, in apertura del convegno. Alle istituzioni pubbliche, sottolinea Napolitano, spetta il compito di mettere in campo politiche in grado di attirarli. La soluzione è quella di «rimuovere le inadeguatezze normative ed amministrative che impediscono di acquisire all'Italia così significative potenziali risorse».
Ma una sana partita a tresette all'ombra del vulcano di Stromboli no?


 http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-07-02/napolitano-meno-burocrazia-attirare-100920.shtml

Adesso la Merkel vuole i nostri risparmi

Borghi ne parlava già da tempo

http://www.claudioborghi.com/claudio-borghi-articoli-in-prima-pagina/item/adesso-la-merkel-vuole-i-nostri-risparmi

Jean-Claude Juncker, lussemburghese

"Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno"

 http://goofynomics.blogspot.it/2013/06/qed-22-il-metodo-juncker-e-il-bail-in.html

giovedì 13 giugno 2013

Responsabilità disciplinare dei magistrati e di trasferimento d’ufficio



DISEGNO DI LEGGE d'’iniziativa del senatore PALMA 
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 15 MARZO 2013
Disposizioni in materia di responsabilità disciplinare dei magistrati 
e di trasferimento d’ufficio

http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00698503.pdf

martedì 30 aprile 2013

CHE PECCATO!

http://www.zoomsud.it/primopiano/51526-reggio-tutte-le-foto-della-piu-moderna-cardiochirurgia-del-mondo-chiusa-mentre-si-muore.html

lunedì 22 aprile 2013

IL NAPOLITANO BIS

Finita l'elezione del presidente della repubblica, sarebbe bene fare il punto sulle funzioni che la Costituzione gli assegna, il suo ruolo, le ragioni del sistema di elezione previsto ed il metodo con cui invece è stato eletto.
In Italia il presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento. La nostra è una Repubblica parlamentare, la Costituzione del '48 lo indica come organo di garanzia, organo super partes, ed il sistema elettorale all'epoca era decisamente proporzionale. 
Trattandosi di un organo di garanzia non eletto dai cittadini, era necessario imporre i due 2/3 dei voti dei grandi elettori e, dalla quarta chiama, il 50%+1 degli aventi diritto.
Con ciò si rispettava la volontà popolare, riconoscendo ad una maggioranza di rappresentanti degli elettori di esprimere un consenso numericamente coerente con la scelta politica emersa dal voto della nazione.
Se un presidente della repubblica, cioè, veniva eletto con il 66,66 % dei voti, il risultato corrispondeva ad un presidente gradito dalla maggior parte degli elettori, dal momento che solo un accordo tra i partiti più rappresentativi poteva eleggerlo.
Inoltre, la necessita' continua di larghe intese (tipiche di un Parlamento eletto con un sistema proporzionale) comportava che la persona eletta raappresentasse più che la mera maggioranza numerica parlamentare. Poi, per rendere piu' facili aggregazioni estemporanee o di scopo, venne istituito il voto segreto.
In un sistema bipolare, invece, non vi è alcuno che possa svolgere un ruolo di garanzia, e tanto più senza essere eletto. In Francia, in GB o negli USA non esiste nemmeno la differenza tra presidente del consiglio e presidente della repubblica, nè appare assimilabile alla figura del nostro presidente quello della Monarchia britannica per ragioni così ovvie che non richiedono spiegazioni.
Da tanto consegue che il metodo di elezione del presidente della repubblica, previsto per una repubblica rappresentativa parlamentare, è in netta contraddizione con un sistema bipartitico/bipolare e l'elezione con premio di maggioranza.
Il sistema bipolare, infatti, non necessita di alcuna figura di garanzia (e per tale ragione non è presente in nessuna repubblica occidentale, fondandosi esso sull'alternanza di governo) ed il suo metodo di elezione prevede  un premio di maggioranza, nel caso italiano piuttosto consistente.
Ed allora, se il presidente viene eletto col 66,66 % dei voti dei grandi elettori (1007), in realta' costoro corrispondono a circa la meta' dei voti degli elettori. Calcolando il premio di maggioranza ricevuto dal partito o coalizione più votato, invero, i 672 grandi elettori corrispondono all'incirca al 50% dei voti validi espressi dagli elettori nelel consultazioni politiche.
Ma se il presidente della repubblica viene eletto dopo la quarta elezione, i 504 voti dei grandi elettori necessari rappresentano nu numero di gran lunga inferiore al 50% degli elettori. Il presidente così eletto rappresenta dal 27% al 35% degli elettori italiani, ma specialmente non rappresenta il voto degli italiani, che hanno votato polarizzandosi.Basti considerare che la coalizione di centrosinistra, che aveva ben 495 grandi elettori e poteva quasi da sola imporre il presidente, ha ottenuto il 29% dei voti validi nel corso delle recenti consultazioni nazionali e, di fatto, circa il 20% dei voti degli italiani perchè, pur avendo la maggioranza dei parlamentari mediante l'ottenimento del premio di maggioranza, non ha affatto la maggioranza dei voti.
In un sistema bipolare, o anche tripolare come è avvenuto alle ultime elezioni, ovvero in un sistema concepito per dividersi in blocchi e basarsi sulla prevalenza numerica, qual'è la funzione di un organo istituzionale di garanzia? Nessuna, perchè l'opposizione vigila sull'attiviità della maggioranza, la quale esprime un esecutivo sottoposto al controllo, secondo blocchi contrapposti, da parte della minoranza.
Ora, constatata l'inutilità di un organo di garanzia in un sistema che non è più rappresentativo del paese secondo criteri proporzionali,  di talchè un presidente così eletto non è certamente il presidente di tutti gli italiani (come vengono a raccontarci), ma al più di un terzo di essi, occorer verificare se i poteri di tale carica sono diminuiti (come sarebbe logico e conseguenziale) o aumentati rispetto alla Carta del 48.
Sorpresa: in un parlamento ingessato, che non riesce ad esprimere un Presidente del consiglio, ma neppure un Capo dello stato, quest'ultimo non solo si arroga il potere di un secondo mandato (e già questo ha dell'incredibile, perchè nessuna carica istituzionale di un paese democratico dura per 14 anni), ma addirittura per la seconda volta sceglie il Capo del governo ed i ministri.
La conseguenza di ciò, in termini pratici, è che una figura istituzionale inutile, non scelta dal popolo sovrano e del tutto diversa dalla volontà dei Padri costituenti oggi si è trasformata in una carica che ha un potere tale da renderla molto simile alla figura del Presidente di una repubblica presidenziale.
Con l'aggravante, per così dire, che il Presidente italiano, a differenza di quelli eletti dal popolo nei paesi democratici, è irresponsabile politicamente e, lo si ripete, non è organo di garanzia nè è il rappresentante di tutti gli italiani. Nominerà, infatti, un governo piùo meno tecnico che proseguirà il lavoro del governo Monti. Governo che, uscito dalla porta, è rientrato dalla finestra. In barba a tutti coloro che credono ancora nella funzione dei partiti.

venerdì 19 aprile 2013

UN UOMO, UN DISASTRO

da tribunaledelpopoloweb.org

Romano Prodi è stato indagato per per abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta "Why not" condotta dall'allora procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi De Magistris. La procura di Roma, dopo aver avocato l'indagine a De Magistris, ne ha chiesto l'archiviazione, ottenuta nel novembre 2009. 

Presidenza dell'IRI e vendita della SME 
Romano Prodi e l'allora Ministro per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Luigi Granelli, firmarono
l'accordo IRI-CNR.Le vicende riguardanti la vendita, risalente al 1993, da parte dell'IRI delle proprie società alimentari, facenti capo principalmente alla finanziaria SME, sono state oggetto d'indagini da parte della magistratura, e
Romano Prodi, in quanto presidente dell'IRI durante la privatizzazione, è stato oggetto d'investigazione, insieme al consiglio d'amministrazione dell'IRI. 

L'IRI, durante il primo mandato di Prodi, nel 1985 fallì nell'intento di cedere la SME a privati. Dopo aver ottenuto per l'intero assetto della società solo l'offerta d'acquisto della Buitoni di Carlo De Benedetti, con essa siglò una intesa preliminare, da far approvare dal proprio Cda e dal governo. L'accordo prevedeva la vendita dell'intera partecipazione dell'IRI, pari al 64% del capitale, della SME e la cessione della Sidalm, a un prezzo in linea con quanto stabilito dalle perizie effettuate su richiesta dell'ente pubblico a soggetti terzi. Tale accordo non portò però ai suoi effetti. Nonostante l'approvazione all'unanimità del consiglio dell'IRI, fermamente intenzionata ad uscire dal settore alimentare, decisione appoggiata anche dal Comitato interministeriale per la Politica Industriale (CIPI), quanto stabilito saltò perché, alla fine, venne meno l'appoggio del governo, presieduto allora da Bettino Craxi, che vedeva come ministro per le Partecipazioni statali Clelio Darida, con cui il presidente dell'IRI aveva fino alla stipula dell'accordo relazionato sulla vicenda. 

Vi fu così un primo rinvio della decisione, causato dall'arrivo di una offerta anon
ima superiore del 10% di quella di De Benedetti poco prima dei termini a disposizione, seguita da una ulteriore offerta, da parte di Barilla, Berlusconi e Ferrero, davanti un'altra scadenza e da quelle di altri imprenditori. De Benedetti volle portare la questione con l'IRI in tribunale perché si sentì discriminato e pensò di poter far valere come contratto l'accordo firmato con Prodi. Dalla sentenza di primo grado, che diede torto alla Buitoni, scaturì il Processo SME, che vede imputati Silvio Berlusconi e altri per corruzione di giudici. Ciò nonostante, la sentenza in appello venne confermata, seppur criticandone le motivazioni addotte, e così anche in cassazione. 

Toccata da problematiche giudiziarie, da dispute politiche e senza un esplicito assenso governativo, la questione della privatizzazione della SME venne nei successivi anni messa completamente da parte, nel 1988 un nuovo intervento del CIPI riconsiderò strategico il mantenimento del gruppo. 

A distanza di molto tempo Berlusconi, nel corso del suo processo per corruzione di magistrati, è intervenuto in sua difesa con delle dichiarazioni spontanee in cui ha sostenuto di aver fatto un'opera meritoria con il suo intervento, risparmiando allo Stato un cattivo affare, introducendo dubbi sulla correttezza della cessione a De Benedetti e sul valore reale della partita. Ciò ha portato a una reazione di Prodi, allora presidente della Commissione, con la pubblicazione di comunicati stampa e documentazione in difesa del suo operato. 

La vendita della SME avvenne solo tra il 1993 e il 1996, non per intero, ma suddivisa in parti. I procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Prodi sono stati quattro, in tre è presente l'ipotesi di reato d'abuso d'ufficio. Il primo è iniziato dalle denunce contro ignoti di Giovanni Fimiani, un imprenditore condannato per bancarotta, che ha attribuito il fallimento delle proprie imprese al comportamento assunto dall'IRI. Richiamata l'intesa preliminare del 1985 per la cessione della SME dall'IRI alla Buitoni, per tale ipotesi Prodi venne archiviato nel 1997, ritenendo i magistrati privi di attendibilità le accuse di complotto in danno e per i motivi avanzati dal denunciante, sottostanti al fallimento delle proprie aziende. Per la vendita della Italgel alla Nestlé i magistrati convengono nell'archiviazione (1999), il reato ipotizzato viene escluso e si riconosce che il prezzo pagato dal compratore sia stato determinato secondo le procedure richieste. 

Gli ultimi due casi riguardano la cessione della Cirio-Bertolli-De Rica e di parte di questa dalla Fisvi all'Unilever, che portò a una sentenza d'assoluzione nell'udienza preliminare, e delle consulenze che Prodi avrebbe svolto per Goldman Sachs e General Electric durante il mandato all'IRI, indagini seguite in conseguenza di un articolo di stampa, che parlava anche di evasione fiscale, di cui la magistratura dispose l'archiviazione nel 2002. 

Il caso Cirio 
Nell'ambito delle indagini per la vendita della Cirio-Bertolli-De Rica, Romano Prodi era indagato per abuso d'ufficio. Prodi era stato nel 1990 advisory director della Unilever NV (Rotterdam) e della Unilever PLC (Londra), gruppo che secondo le indagini aveva gestito la trattativa attraverso la Fisvi. Secondo l'accusa quindi Prodi avrebbe favorito la Fisvi, sebbene questa non avesse i mezzi finanziari per acquistare la Cirio-Bertolli-De Rica, in modo da agevolare indirettamente l'Unilever, aggirando così l'obbligo di conseguimento del miglior prezzo previsto dalle direttive CIPE. 


L'inchiesta fu nota dal 23 febbraio 1996 e portò a una sentenza di non luogo a
procedere nell'udienza preliminare il 22 dicembre 1997, con la più ampia formula di proscioglimento «perché il fatto non sussiste». Il GUP Eduardo Landi citò nelle motivazioni anche la riforma dell'abuso d'ufficio, varata pochi mesi prima (il 10 luglio) su iniziativa dell'Ulivo e votata anche dalla coalizione avversaria.
La riforma dell'abuso di ufficio era prevista nei programmi di tutte le forze politiche presentatesi alle elezioni del 1996. Il lavoro su questo argomento era già stato avviato da diversi gruppi parlamentari e dal Governo Dini fino alle elezioni dell'aprile '96. Il provvedimento nasceva quindi non per iniziativa governativa ma per iniziativa parlamentare. La riforma, fu, fin dal maggio del '96, oggetto di un confronto con i sindaci di tutti gli orientamenti politici che sollecitavano provvedimenti tesi a far superare difficoltà, resistenze e ostacoli che appesantivano il lavoro delle amministrazioni locali.
L'abuso di ufficio, così com'era allora configurato, conferiva ai giudici un ampio potere discrezionale di giudizio nei confronti delle scelte degli amministratori locali, determinando sovente rallentamenti anche molto rilevanti delle attività delle amministrazioni, per questo la necessità di provvedere a questa riforma raccoglieva il consenso unanime degli amministratori locali sia di centrodestra sia di centrosinistra.
Il giudice pronunciò una sentenza di non luogo a procedere con la più ampia formula di proscioglimento (il fatto non sussiste) e con l'acquisizione di una perizia d'ufficio che accertò la congruità del prezzo di vendita della parte della SME ceduta. La sentenza confermò la regolarità del procedimento seguito per la vendita ed il Giudice ha inoltre accertato che Prodi non aveva avuto rapporti con Unilever e aveva comunque già cessato il proprio rapporto con Goldman Sachs nel periodo in cui è avvenuta la cessione di CBD a favore di Fisvi, cui è seguita quella parziale per il settore "olio" in favore di Unilever.
Alcuni hanno criticato tale riforma e la sua relazione con l'indagine su Prodi. I giornalisti Peter Gomez e Marco Travaglio definiscono «per certi versi imbarazzante» il fatto che tra le motivazioni ci sia un riferimento alla legge varata dall'Ulivo, ma riconoscono che tale riferimento «non fu affatto decisivo per quella sentenza» in quanto Prodi fu prosciolto perché il fatto non sussisteva. Secondo Silvio Berlusconi invece «Prodi s'è salvato grazie all'amnistia e alla modifica dell'abuso d'ufficio. Quelle sì che furono leggi ad personam, quando lui doveva rispondere davanti ad un GIP dei finanziamenti che le sue partecipazioni statali davano alla DC» (21 gennaio 2006).
Tuttavia Romano Prodi non ha usufruito dell'amnistia e non è stato indagato per finanziamento illecito. 

Consulenze Nomisma 
In seguito alla sua prima elezione alla presidenza IRI nel 1982, a Prodi venne contestato di non aver abbandonato il ruolo di dirigente in Nomisma, configurando un potenziale conflitto di interessi. 
Negli anni successivi l'IRI stipulò alcuni contratti di consulenza con la società, che portarono a dubitare sulla trasparenza dell'operazione: in un primo processo, concluso nel 1988, Romano Prodi venne assolto con formula piena in quanto alla luce delle indagini non si configurava reato nel suo comportamento.

Il giudice Francesco Paolo Casavola che lo assolse dichiarò::«L'idea che le commesse siano state affidate perché a richiederle erano il presidente dell'Iri e il suo assistente alle società collegate è verosimile, ma non assume gli estremi di reato». 

Una seconda questione venne sollevata riguardo ad alcune consulenze nel settore Alta Velocità svolte da Nomisma tra il 1992 e il 1993. Prodi era stato scelto a partire dal 16 gennaio 1992 come "Garante del Sistema Alta Velocità" dai vertici delle Ferrovie dello Stato, con il compito di effettuare le valutazioni di impatto economico e ambientale legate alla costruzione della nuova rete TAV italiana. Una seconda commissione ("Comitato Nodi") composta dal professor Carlo Maria Guerci, da Giuseppe De Rita e dall'architetto Renzo Piano e presieduta da Susanna Agnelli, venne incaricata di elaborare un piano di riqualificazione delle strutture e dei servizi delle Ferrovie.
Prodi lasciò l'incarico di Garante il 20 maggio 1993 per tornare alla presidenza dell'IRI su richiesta dell'allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1996 un'inchiesta sulla questione portò a una serie di 40 perquisizioni della Guardia di Finanza e al sequestro di numerosi documenti riguardanti la TAV, operazione disposta dal PM di Roma Giuseppa Geremia, e ad un'imputazione per concorso in abuso d'ufficio verso Ercole Incalza (ex amministratore della TAV) ed Emilio Maraini (ex-dirigente Italfer). Prodi non venne coinvolto direttamente in questa seconda inchiesta. In seguito ad un articolo polemico apparso sul Daily Telegraph in data 4 maggio 1999, a firma Ambrose Evans-Pritchard, l'Unione Europea ritenne di dover precisare la posizione di Prodi sulla questione, dichiarando che « Il Sig. Prodi non ebbe ruolo decisionale nell'assegnazione dei contratti a Nomisma. Inoltre, il Sig. Prodi non aveva alcun interesse, finanziario o altro, in Nomisma. Non era azionista e non copriva alcun ruolo operativo o decisionale nella compagnia. Era semplicemente il presidente del comitato scientifico della compagnia. » 

Commissioni parlamentari che coinvolgono Romano Prodi
La seduta spiritica nel caso Aldo Moro
Il 10 giugno 1981, Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla Commissione Moro perché aveva dichiarato di aver partecipato, il 2 aprile 1978, a una seduta spiritica, durante un pranzo familiare in campagna con alcuni amici, tra i quali gli economisti Mario Baldassarri e Alberto Clò, quest'ultimo propositore dell'esperimento divinatorio e proprietario della casa. 

I commensali raccontarono agli inquirenti che nel corso della seduta spiritica, iniziata per gioco, alla domanda dov'è tenuto prigioniero Aldo Moro?, il piattino utilizzato avrebbe composto varie parole: prima alcune senza senso, poi Viterbo, Bolsena e Gradoli. Aldo Moro, rapito 17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse. Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si recò a Roma il 4 aprile, e raccontò dell'indicazione al proprio conoscente Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. Benigno Zaccagnini.
Così riferì Prodi nel corso della testimonianza:
« Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino, termine che conosco poco perché era la prima volta che vedevo cose del genere. Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo chiesto se qualcuno sapeva qualcosa, e, visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stata Mantova o New York, nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito. » 
(Stralcio della testimonianza di Romano Prodi davanti alla Commissione Moro, il 10 giugno 1981)

L'informazione fu ritenuta attendibile dal momento che, il 6 aprile, la questura di Viterbo, su ordine del Viminale, operò una perlustrazione sistematica del borgo medievale di Gradoli sito sulle rive del lago di Bolsena, alla ricerca della prigione di Moro. La vedova di Moro affermò di aver più volte indicato l'esistenza a Roma di una via Gradoli agli inquirenti, senza che questi estendessero le ricerche anche in quella direzione; circostanza confermata anche da altri parenti dello statista, ma energicamente smentita da Francesco Cossiga, all'epoca dei fatti ministro dell'interno. Fallito il blitz conseguente alla seduta spiritica, il 18 aprile i vigili del fuoco, a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a Roma, in via Gradoli 96, un covo delle Brigate Rosse da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa del capo della colonna romana delle BR, Mario Moretti, il quale aveva preso parte all'agguato di via Fani. 

Il caso venne riaperto nel 1998 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi. Il fine della commissione era accertare se la vicenda della seduta spiritica fosse in realtà un modo per celare la vera fonte del nome "Gradoli" (per esempio un informatore vicino alle BR) e capire se il nome "Gradoli" fosse stato comunicato con tanta celerità alle forze dell'ordine con lo scopo di salvare Moro. L'allora presidente del consiglio Prodi, dati gli impegni politici di poco precedenti alla caduta del suo governo nell'ottobre 1998, si disse indisponibile per ripetere l'audizione; si dissero disponibili Mario Baldassarri e Alberto Clò. Entrambi, pur ammettendo di non credere allo spiritismo e di non aver più effettuato sedute spiritiche dopo quella, confermarono la genuinità del risultato della seduta (alla critica sul fatto che qualcuno avrebbe potuto guidare il piattino, Clò sostenne che la parola "Gradoli", così come "Bolsena" e "Viterbo", si erano formate più volte e con partecipanti diversi) e dichiararono che né loro, né, per quanto ne sapevano, nessuno dei presenti (partecipanti al gioco del piattino o no) aveva conoscenze nell'ambiente dell'Autonomia bolognese o negli ambienti vicini alle BR. 
Successivamente si scoprirà che l'appartamento era già stato segnalato e tenuto sotto controllo dall'UCIGOS per diversi anni, in quanto frequentato precedentemente da esponenti di Potere operaio e Autonomia Operaia. Si scoprirà anche che alcuni esponenti del 'ndrangheta, contattati nel tentativo di trovare la prigione di Moro, avevano comunicato che la zona di via Gradoli era una "zona calda", e che questo avvertimento era già stato comunicato sia ai vertici della Democrazia Cristiana sia agli organi di polizia. 

Telekom Serbia
 

Con il nome giornalistico di Affare Telekom Serbia si intende la vicenda giudiziaria che riguarda l'acquisto di azioni dell'azienda telefonica Telekom Serbia da parte di Telecom Italia. Secondo la ricostruzione basata sulle dichiarazioni del faccendiere svizzero Igor Marini, nel corso di tale compravendita sarebbero state pagate delle tangenti ad esponenti del centrosinistra, tra le quali una supposta tangente di 125 mila dollari versata a Romano Prodi e Lamberto Dini. 
Tali accuse si rivelarono totalmente infondate e le prove chiave prodotte a loro supporto si rivelarono dei falsi. La commissione parlamentare istituita per fare luce sugli eventi dall'allora Governo Berlusconi II non formulò alcuna accusa diretta e non presentò al Parlamento la relazione finale. Nel 2005 l'indagine della Procura di Torino aperta nel 2001 sui vertici di Telecom del 1997 venne archiviata. 

Presunti rapporti col KGB
L'indicazione secondo la quale Romano Prodi sarebbe stato un uomo di riferimento del KGB in Italia si rifà alle affermazioni dell'eurodeputato inglese Gerald Batten dell'United Kingdom Independence Party, che sosteneva di averla ricevuta dalla spia russa Alexander Litvinenko, morto il 23 novembre 2006 per avvelenamento.
Batten, richiedendo un'inchiesta, dichiarava il 3 aprile 2006 davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo: « un cittadino residente nel mio collegio elettorale, Alexander Litvinenko, è un ex tenente colonnello dell'FSB della Federazione russa, l'organismo che ha preso il posto del KGB. Avendo denunciato le attività illegali dell'FSB, il signor Litvinenko è stato costretto a cercare asilo politico all'estero; prima di scegliere il luogo in cui rifugiarsi, egli ha consultato il suo amico generale Anatoly Trofimov, ex vicedirettore dell'FSB. A quanto sembra, il generale Trofimov ha dato al signor Litvinenko il seguente consiglio: "Non andare in Italia, perché lì tra gli uomini politici ci sono molti agenti del KGB; il nostro agente in Italia è Romano Prodi". »
(Trascrizione delle dichiarazioni di Gerald Batten a Strasburgo il 3 aprile 2006Questo venne confermato dallo stesso Litvinenko in un documento video registrato nel febbraio 2006). 

Dopo la morte di Litvinienko, il 26 novembre, Carlo Bonini pubblicò sul quotidiano La Repubblica un'intervista, che questi aveva rilasciato il 3 marzo 2005, un anno prima delle dichiarazioni di Batten. Secondo lo stesso Bonini, l'intervista, che dovrebbe essere "on the record"
non è registrata su alcun supporto audio o video, ma è stenografata. In essa l'ex agente del KGB affermava che Mario Scaramella, il quale lo stava interrogando per conto della commissione Mitrokhin, insisteva per avere informazioni che potessero legare Prodi al rapimento di Moro o al KGB, ma che lui non aveva mai sentito parlare di Prodi e che non conosceva alcun dettaglio sul sequestro: « Mario mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le BR tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal KGB. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal KGB e se avesse addestrato le BR. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi. Osservai soltanto che, se volevano il mio parere di esperto, era poco credibile che Prodi avesse appreso la notizia durante una seduta spiritica e che sicuramente il KGB aveva seguito il sequestro provando ad acquisire informazioni. Io non avevo e non ho nessun tipo di prove su Prodi.»
(E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi", intervista a Aleksandr Litvinenko, "La Repubblica" 26 novembre 2006.) 

In un'intervista a La Repubblica che Oleg Gordievsky, ex agente del KGB e poi collaboratore del MI6 definì fabbricata al 90%, è stato scritto che Gordievsky sostenne di aver partecipato ad un incontro con Litvinienko e Scaramella in cui il primo avrebbe riportato le parole pronunciate da Anatoly Trofimov ("Prodi è un nostro uomo"). Gordievskij nell'intervista aggiunse che secondo lui Litvinienko stava mentendo e che l'informazione era stata attribuita ad una fonte, Anatolij Trofimov, che non avrebbe potuto in ogni caso smentirla in quanto era stato ucciso, sottolineando più volte la scarsa attendibilità dello stesso Scaramella. Gordievskij afferma anche che sia Scaramella che Guzzanti (presidente della commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin), oltre ad alcuni eurodeputati inglesi, stavano facendo pressioni su di lui per avere informazioni che potessero legare Prodi ed altri politici della sinistra italiana al KGB (informazioni che lui non possedeva), e che Litvinienko, a causa di continue difficoltà economiche, aveva probabilmente deciso di riferire a Scaramella quello che quest'ultimo voleva sentirsi dire.
 

In un'intervista del 14 gennaio 2007 Gordievskij ha poi dichiarato:
« Io non ho poi mai saputo se Romano Prodi fosse o non fosse stato reclutato dal Quinto Dipartimento del Kgb, ma una cosa è certa e la ricordo benissimo; quando io ero a Mosca fra il 1981 e il 1982 Prodi era popolarissimo nel Kgb: erano entusiasti, lo trovavano in sintonia dalla parte dell'Unione Sovietica. » 
Dal momento che molte delle accuse mosse a Prodi non sono poi state supportate da prove reali i suoi sostenitori ritengono che vi sia in realtà stata, da parte dei suoi nemici politici, una precisa strategia volta a causare danni alla credibilità dello stesso Prodi attaccandone la reputazione (strategia che in inglese viene indicata come character assassination). Questo è quanto sarebbe emerso dalle intercettazioni telefoniche di Mario Scaramella, membro della commissione Mitrokhin il quale è stato successivamente arrestato per ordine della magistratura per i reati di traffico internazionale di armi e violazione del segreto d'ufficio. Secondo tale posizione uno strumento democratico come una Commissione parlamentare sarebbe stato utilizzato come mezzo di lotta politica. 

Il 22 gennaio 2008 la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, rispondendo alle richieste del GIP di Roma, ha però ritenuto non utilizzabili in quanto illegali le intercettazioni telefoniche che riguardano Paolo Guzzanti, tra cui quelle tra questo e Mario Scaramella. Lo stesso Scaramella nel febbraio 2008 è stato condannato (con un patteggiamento) a quattro anni di carcere per concorso in importazione, detenzione e porto di munizionamento da guerra, esplosivo e armi, e per il quello che riguarda il reato di calunnia nei confronti dell'ex agente del KGB Alexander Talik, accusato di voler organizzare un attentato contro di lui, il suo interprete e Paolo Guzzanti.