lunedì 22 aprile 2013

IL NAPOLITANO BIS

Finita l'elezione del presidente della repubblica, sarebbe bene fare il punto sulle funzioni che la Costituzione gli assegna, il suo ruolo, le ragioni del sistema di elezione previsto ed il metodo con cui invece è stato eletto.
In Italia il presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento. La nostra è una Repubblica parlamentare, la Costituzione del '48 lo indica come organo di garanzia, organo super partes, ed il sistema elettorale all'epoca era decisamente proporzionale. 
Trattandosi di un organo di garanzia non eletto dai cittadini, era necessario imporre i due 2/3 dei voti dei grandi elettori e, dalla quarta chiama, il 50%+1 degli aventi diritto.
Con ciò si rispettava la volontà popolare, riconoscendo ad una maggioranza di rappresentanti degli elettori di esprimere un consenso numericamente coerente con la scelta politica emersa dal voto della nazione.
Se un presidente della repubblica, cioè, veniva eletto con il 66,66 % dei voti, il risultato corrispondeva ad un presidente gradito dalla maggior parte degli elettori, dal momento che solo un accordo tra i partiti più rappresentativi poteva eleggerlo.
Inoltre, la necessita' continua di larghe intese (tipiche di un Parlamento eletto con un sistema proporzionale) comportava che la persona eletta raappresentasse più che la mera maggioranza numerica parlamentare. Poi, per rendere piu' facili aggregazioni estemporanee o di scopo, venne istituito il voto segreto.
In un sistema bipolare, invece, non vi è alcuno che possa svolgere un ruolo di garanzia, e tanto più senza essere eletto. In Francia, in GB o negli USA non esiste nemmeno la differenza tra presidente del consiglio e presidente della repubblica, nè appare assimilabile alla figura del nostro presidente quello della Monarchia britannica per ragioni così ovvie che non richiedono spiegazioni.
Da tanto consegue che il metodo di elezione del presidente della repubblica, previsto per una repubblica rappresentativa parlamentare, è in netta contraddizione con un sistema bipartitico/bipolare e l'elezione con premio di maggioranza.
Il sistema bipolare, infatti, non necessita di alcuna figura di garanzia (e per tale ragione non è presente in nessuna repubblica occidentale, fondandosi esso sull'alternanza di governo) ed il suo metodo di elezione prevede  un premio di maggioranza, nel caso italiano piuttosto consistente.
Ed allora, se il presidente viene eletto col 66,66 % dei voti dei grandi elettori (1007), in realta' costoro corrispondono a circa la meta' dei voti degli elettori. Calcolando il premio di maggioranza ricevuto dal partito o coalizione più votato, invero, i 672 grandi elettori corrispondono all'incirca al 50% dei voti validi espressi dagli elettori nelel consultazioni politiche.
Ma se il presidente della repubblica viene eletto dopo la quarta elezione, i 504 voti dei grandi elettori necessari rappresentano nu numero di gran lunga inferiore al 50% degli elettori. Il presidente così eletto rappresenta dal 27% al 35% degli elettori italiani, ma specialmente non rappresenta il voto degli italiani, che hanno votato polarizzandosi.Basti considerare che la coalizione di centrosinistra, che aveva ben 495 grandi elettori e poteva quasi da sola imporre il presidente, ha ottenuto il 29% dei voti validi nel corso delle recenti consultazioni nazionali e, di fatto, circa il 20% dei voti degli italiani perchè, pur avendo la maggioranza dei parlamentari mediante l'ottenimento del premio di maggioranza, non ha affatto la maggioranza dei voti.
In un sistema bipolare, o anche tripolare come è avvenuto alle ultime elezioni, ovvero in un sistema concepito per dividersi in blocchi e basarsi sulla prevalenza numerica, qual'è la funzione di un organo istituzionale di garanzia? Nessuna, perchè l'opposizione vigila sull'attiviità della maggioranza, la quale esprime un esecutivo sottoposto al controllo, secondo blocchi contrapposti, da parte della minoranza.
Ora, constatata l'inutilità di un organo di garanzia in un sistema che non è più rappresentativo del paese secondo criteri proporzionali,  di talchè un presidente così eletto non è certamente il presidente di tutti gli italiani (come vengono a raccontarci), ma al più di un terzo di essi, occorer verificare se i poteri di tale carica sono diminuiti (come sarebbe logico e conseguenziale) o aumentati rispetto alla Carta del 48.
Sorpresa: in un parlamento ingessato, che non riesce ad esprimere un Presidente del consiglio, ma neppure un Capo dello stato, quest'ultimo non solo si arroga il potere di un secondo mandato (e già questo ha dell'incredibile, perchè nessuna carica istituzionale di un paese democratico dura per 14 anni), ma addirittura per la seconda volta sceglie il Capo del governo ed i ministri.
La conseguenza di ciò, in termini pratici, è che una figura istituzionale inutile, non scelta dal popolo sovrano e del tutto diversa dalla volontà dei Padri costituenti oggi si è trasformata in una carica che ha un potere tale da renderla molto simile alla figura del Presidente di una repubblica presidenziale.
Con l'aggravante, per così dire, che il Presidente italiano, a differenza di quelli eletti dal popolo nei paesi democratici, è irresponsabile politicamente e, lo si ripete, non è organo di garanzia nè è il rappresentante di tutti gli italiani. Nominerà, infatti, un governo piùo meno tecnico che proseguirà il lavoro del governo Monti. Governo che, uscito dalla porta, è rientrato dalla finestra. In barba a tutti coloro che credono ancora nella funzione dei partiti.

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