mercoledì 12 dicembre 2007

PRECETTATECI TUTTI

Non accenna a placarsi la rabbia dei trasportatori e degli autisti, e le ragioni si possono ben comprendere. Di fronte ad uno Stato che ha privilegiato il trasporto merci su gomma e non su binari (l'80% del traffico commerciale in Italia viaggia su ruote, percentuale più alta di tutti gli altri paesi dell'Unione Europea); che non ha investito sui biocarburanti, i quali non solo costano la metà del petrolio ma non inquinano; che non ha preso alcun provvedimento in favore dei propri cittadini incolpevolmente rimasti a secco di carburante o costretti a file chilometriche ai distributori, bene, contro di esso è financo (e finalmente) emersa la vergogna delle inique tasse sulla benzina. Ed infatti, tratto dal sito del Governo italiano
E’ stato calcolato che il 70 per cento del costo di un litro di benzina verde è costituito da accise ed imposte alcune delle quali risultano davvero sconcertanti e vergognose, come ad esempio:
# 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935;
# 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
# 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
# 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
# 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
# 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
# 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
# 205 lire per la missione in Libano del 1983;
# 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
# 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004
Il tutto per un totale di 486 lire, cioè 0,25 euro al litro!
Il buon senso vorrebbe che al cessare della causa che determina una tassa, dovrebbe cessare la tassa stessa. In Italia invece non è così. Anzi, su queste accise, viene applicata anche l’Iva, cioè una tassa sulla tassa!

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