martedì 19 febbraio 2013

Loretta Napoleoni

Chi ci governa e secondo quali regole? La nostra crisi di rappresentanza è in realtà una diretta conseguenza della crisi economica.
L’economista più battagliera d’Europa spiega come la democrazia è diventata un lusso.
 Tutti sanno che il fior fiore degli economisti e dei politici del pianeta, per tacere degli euro-burocrati, da tre anni annaspano in questo marasma senza trovare una soluzione… Ebbene, è proprio questo il problema.
Tutte queste persone hanno contribuito al caos economico e finanziario attuale e quindi non possono pensare fuori della scatola che hanno costruito.
Il Fondo Monetario non può ammettere di aver perseguito una politica ambigua, usando due pesi e due misure per i Paesi occidentali e per tutti gli altri; la Banca centrale europea non può dichiarare che la proibizione di essere il prestatore di ultima istanza imposta dallo statuto le impedisce di agire con politiche anti recessive; i politici delle varie nazioni e gli euroburocrati non ammetteranno mai che l’euro ha inflazionato tutte le economie, meno quella tedesca, e ha aumentato la competitività di alcune economie a discapito di altre.
La Mission Impossible è la loro, il tentativo di aggiustare un meccanismo senza ammettere che funziona male, e probabilmente ha gravi difetti di fabbricazione.
E' quindi stato più facile del previsto rimboccarsi le maniche e buttarsi anima e corpo a studiare ogni aspetto di questa crisi.
È un’iniziativa positiva e propositiva. Anche se prima di arrivare ai capitoli finali, in cui si discutono le politiche alternative, abbiamo dovuto ripercorrere un tragitto di tre decadi che per l’Italia è stato disastroso, almeno alla fine abbiamo potuto vedere, e un po’ disegnare, una luce di speranza.
Accusare chi ha gestito così male la cosa pubblica, a livello nazionale e internazionale, non basta. Questa triste parabola va usata come trampolino di lancio per un futuro migliore.
Adesso che il lavoro iniziale è fatto vorremmo che la discussione si allargasse a tutti i lettori e ai cittadini, che questa iniziativa diventasse un piccolo tassello di un movimento rigenerativo più ampio per salvare il nostro Paese.
Se per mesi e mesi abbiamo lavorato insieme, per cercare di capire e far capire, allora chiunque può farlo.
In fondo lo spirito di chi scrisse la nostra Costituzione all’indomani della tragedia del fascismo e della guerra mondiale era simile al nostro: l’impegno civile, la militanza civile.
Ci siamo dimenticati che i padri fondatori di questa democrazia non avevano la scorta né le auto blu ma venivano picchiati e incarcerati dai fascisti; nessuno di loro aveva un programma radiofonico nè veniva pagato cifre da capogiro per far parlare gli amici della casta.
I padri fondatori erano cittadini che sognavano un Paese civile dove poter far crescere i figli.
Il divismo alla Berlusconi ha talmente tanto contagiato l’Italia che la gente ormai pensa che solo “chi conta” può fare qualcosa.
E invece è vero il contrario: se De Gasperi o Gramsci avessero pensato quello che molti italiani oggi pensano, quel periodo buio non sarebbe mai finito.
Abbiamo la possibilità di cancellare questi anni altrettanto bui. Non abbiamo avuto una guerra, ma questa crisi ne ha avuto in molti modi gli stessi effetti, ha fatto tante vittime, ha distrutto certezze e sistemi produttivi.
Ora comincia la ricostruzione, che dipenderà dalla nostra capacità di immaginare, di creare un futuro migliore.
Oscuriamo il televisore, non ascoltiamo il richiamo dei tirapiedi della casta ma apriamo la porta al nostro vicino e sediamoci con lui per scambiarci opinioni e idee. Riscopriamo la nostra dimensione civile.
Abbiamo, con la rete, un mezzo nuovo e straordinariamente efficace per farlo.
La crisi, la dittatura, la violenza possono essere fermate, riappropriandoci della nostra intelligenza collettiva.
Non siamo soli, siamo in tanti e allora uniamoci!
Un forte legame tra crisi economiche e l’avvento di dittature percorre la storia d’Europa. Quando le cose vanno male, sembra, non possiamo permetterci la democrazia: occorrono soluzioni rapide, prese da pochi per il bene di tutti.
Ma sono le soluzioni giuste? E il bene è davvero quello di tutti?
In questo nuovo pamphlet, Loretta Napoleoni indaga il legame tra l’aggravarsi della crisi e l’indebolirsi della sovranità nazionale e parlamentare.
Discute le responsabilità dell’euro, dei burocrati di Bruxelles e di un’unificazione fatta troppo in fretta.
Punta il dito contro una generazione di politici, quella dei baby boomers, che per decenni ha servito i propri interessi, privando di fatto della rappresentanza ampi strati della popolazione, primi fra tutti i giovani.
E indica un modo per salvare quel che resta della nostra democrazia.
Le crisi appartengono al passato. E’ quello che tutti pensano, solo dopo che la tempesta è passata si riesce ad analizzarne le cause con la freddezza scientifica necessaria. Oggi sappiamo quasi tutto sul ’29, sull’iperinflazione tedesca, sulla Grande depressione e siamo sicuri che questa conoscenza sia il prodotto di
lunghe analisi svolte ex-post.
Ebbene non è vero, tutte le grandi crisi economiche potevano essere evitate perchè i sintomi erano ben chiari, c’è sempre stato chi le ha previste ed anche chi ci ha guadagnato.
Ma questi pochi eletti non hanno potuto o voluto condividere la loro visione dei fatti con il resto del mondo.
Altro mito condiviso globalmente è che le vittime delle crisi siano sempre i poveri e la classe media, i ricchi se la cavano sempre.
In parte ciò è vero perchè costoro hanno più accesso ad informazioni importanti, ma e’ anche vero che tutte le grandi crisi distruggono e creano ricchezza, la redistribuiscono e producono nuovi ricchi.
  Dunque, queste tragedie sono grandi opportunità.
Ma per poterlo fare bisogna capire cosa sta succedendo ed i poveri e la classe media sono sempre all’oscuro di tutto, isolati dal mondo attraverso la propaganda mediatica e politica, drogati dai messaggi rassicuranti dei governi.
Democrazia Vendesi vuole sfatare tutti questi miti spiegando la crisi al presente, offrendo al lettore ed ai cittadini quella conoscenza dei fatti necessaria per capire costa sta succedendo oggi.
Perchè siamo sempre più poveri, perchè i nostri figli sono disoccupati, perchè ci vengono chiesti nuovi sacrifici?
E sulla base di queste informazioni, la speranza è che questa volta saranno i cittadini a decidere cosa fare, che direzione prendere, quale politica sostenere invece di farsi guidare da politici ciechi.
L’obiettivo è dunque diffondere la conoscenza e metterla nelle mani del lettore che poi altro non è che il principio democratico principe: esercitare la sovranità popolare.
In fondo il nostro paese non l’ha mai davvero fatto, dopo i decenni della Guerra fredda e gli anni di piombo è arrivata l’era della corruzione dalla quale ancora non ci siamo liberati.
Meritiamo un futuro migliore ma per conquistarlo dobbiamo cambiare il nostro presente, avere il coraggio di guardarci nello specchio e smettere di sognare. Eravamo più ricchi negli anni Settanta, è vero anche se tutti hanno in tasca uno smartphone e sono saliti spesso su un volo low-cost.
La ricchezza si misura anche con il metro del debito ed oggi stato, enti pubblici, aziende e famiglie sono tutti molto più indebitati che in passato.
Il risparmio accumulato durante gli anni del miracolo economico si sta prosciugando al punto che oggi è al disotto della media europea.
Si’ meritiamo un futuro migliore ed è con questa certezza che abbiamo deciso di unire i nostri sforzi per capire cosa sta succedendo e condividere con gli altri le nostre scoperte.

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