mercoledì 28 novembre 2007

LA CROCIFISSIONE DELLA FORLEO

Il gip Clementina Forleo, secondo molti consiglieri del Csm, subità l'azione disciplinare promossa dal procuratore generale della Cassazione, Mario Delli Priscoli, anche con riguardo alla famosa ordinanza di fine luglio del 2007. Quella, appunto, con cui il giudice, chiedendo al Parlamento di poter utilizzare le intercettazioni di alcuni esponenti Ds e di Forza Italia, definiva in particolare Massimo D'Alema e Nicola Latorre, non indagati, come «complici e non tifosi» della vicenda Unipol- Bnl e, in un crescendo», li dipingeva come «consapevoli complici di un disegno criminoso di ampia portata» in «una logica di manipolazione e lottizzazione del sistema bancario e finanziario nazionale».
Durante la sua recente audizione a Palazzo dei Marescialli, il magistrato aveva detto che il procuratore generale di Milano, Mario Blandini, le avrebbe consigliato prudenza con i politici perché «D'Alema aveva chiamato... ». Ma Blandini, anche lui convocato dal CSM, avrebbe negato la "conversazione" avvenuta con la collega.
Povera Clementina, fucilata alle spalle dai suoi stessi colleghi...
Normalmente i giudici sono una casta impermeabile all'esterno, le frequenti faide non fuoriescono dai corridoi e dalle stanze dei palazzi, e questa è poi la forza vera della magistratura, quella di essere autoreferenziale ed assolutamente autoprotettiva, direi intoccabile ai poteri forti proprio per la sua capacità di far quadrato di fronte a situazioni di pericolo per sè stessa ed il sistema.
Debbo dire, però, che in questo caso sin da subito il giudice meneghino fu emarginato dai suoi superiori e gli organi di controllo giudiziari (il CSM e la stessa AMN), che mantennero un comportamento austero ed intransigente.
Quando si iniziò a parlare di lei, l'attuale ministro degli Esteri sostenne che «il Gip si è arrogato un compito che non appartiene alle sue funzioni»... «con asserzioni assolutamente stupefacenti ed illegittime, sospinte da una pregiudizievole animosità estranea alla cultura e alla funzione propria di un giudice che si esprime con tanta acrimonia.
A fronte di tutto questo, è già un miracolo che la Forleo sia ancora al suo posto, in attesa che venga fatta chiarezza sulle sue colpe.
Anche in questo caso, quel che conta è la scomparsa dei fatti.

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