giovedì 17 aprile 2008

IL SIGNORAGGIO E POUND

Credo che il signoraggio bancario è una sanguisuga che ci succhierà ancora per anni, nonostante il fenomeno sia oramai conosciuto da gran parte del mondo e sia trattato quotidianamente dai media (v. i lungometraggi The trap, The America from freedom to fascism, etc...).
Infatti nessun uomo politico al mondo parla chiaramente al suo popolo di questo mostro, del quale non si occupano gli addetti ai lavori.
Eppure già Ezra Pound, che fu anche uno studioso di economia politica, si ricolse a Mussolini nel 1933 perchè intervenisse contro il signoraggio bancario.
Fu sua l'ideazione del sistema fiscale inflattivo, basato sulla constatazione che se lo stato crea valore nominale (moneta) ciò provoca sì inflazione teorica, ma eliminando il prelievo fiscale questo surplus si annulla in quanto il mancato peso fiscale sugli scambi compensa la ipotetica e artificiale maggiorazione dei prezzi fino ad arrivare ad una stasi monetaria perpetua in mancanza di fluttuazioni del PIL.
Secondo Pound ciò avrebbe reso più equa la distribuzione delle ricchezze in quanto non esisterebbe più possibilità di evasione fiscale e la spesa pubblica spontaneamente sarebbe ripartita sulla base dei soli consumi personali. Inoltre si sarebbe eliminato tutto l'apparato burocratico statale finalizzato alla riscossione e gestione delle imposte dirette.
Tale misura fu però osteggiata dai poteri economici durante il periodo del "ventennio" ed accolta con entusiasmo durante la "R.S.I." nell'ambito del rivoluzionamento dell'economia assieme a corporativismo e socializzazione. Fu approvata la sua applicazione il 23 maggio 1943, ma non potè mai essere effettivamente applicata anche a causa delle vicende della seconda guerra mondiale.
Il principale studioso di questa teoria di Pound fu il professor Giacinto Auriti, il quale sostenne che l'emissione di moneta senza riserve e titoli di stato a garanzia per la realizzazione di opere pubbliche non creerebbe inflazione in quanto corrisposto da un eguale aumento della ricchezza reale, e che le banche centrali ricaverebbero profitti indebiti dal signoraggio sulla cartamoneta, dando origine in tal modo al debito pubblico.
Per ovviare condusse una serie di iniziative, come segretario generale del "Sindacato Antiusura" ("SAUS") e come legale rappresentante dell'associazione culturale "Alternativa sociale per la proprietà di popolo".
Tra queste chiese al Tribunale di Roma di dichiarare "la moneta, all'atto della emissione, di proprietà dei cittadini italiani ed illegittimo l'attuale sistema dell'emissione monetaria, che trasforma la Banca Centrale da ente gestore ad ente proprietario dei valori monetari".
La richiesta venne respinta e il Tribunale condannò Auriti al pagamento di 10 milioni di lire (*).
In seguito due progetti di legge, il n.1282 dell'11 gennaio 1995, presentato dal senatore Luigi Natali e il n.1889 dell'11 febbraio 1997 del senatore Antonino Monteleone di Alleanza Nazionale), riproposero le tesi di Auriti, anche se il Senato non li discusse mai.
Auriti ha condotto nel 2000 un esperimento nella sua cittadina natale Guardiagrele, emettendo il SIMEC: l'iniziativa ebbe un discreto successo, perché i SIMEC erano ceduti alla pari in cambio di lire e ritirati al doppio del valore originario. I costi relativi furono sostenuti dallo stesso Giacinto Auriti. In seguito ad un intervento della Guardia di Finanza i SIMEC in circolazione vennero però confiscati.
Nonostante il fatto che il sequestro fosse stato revocato in quanto non sarebbero stati commessi atti illegali, l'esperimento venne tuttavia interrotto e costò al professore una condanna a 4 mesi per raccolta abusiva del risparmio.

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