martedì 20 novembre 2012

Samorì, il nuovo che avanza

Berlusconi ha digerito malissimo le cronache dei giornali che raccontavano di un Alfano che avrebbe prevalso su di lui sulla questione primarie giovedì scorso, nel parlamentino di via dell’Umiltà. Dalle spiagge keniote è partita una telefonata di fuoco contro l’ex ministro della Giustizia accusato senza mezzi termini di essere “un traditore” e di giocare “da solo contro tutta la squadra”.
Ed allora, cosa fare se non proporre un volto nuovo?
Ed ecco Gianpiero Samorì,  spinto da Dell’Utri, ma anche da Emilio Fede e Vittorio Sgarbi (che lo ha poi rinnegato a distanza di un paio di giorni dandogli del "traditore"), l'uomo che gestisce un impero in Emilia Romagna che va dalle assicurazioni all’energia, dalle partecipazioni bancarie all’editoria. Con i liquidi sufficienti per tentare la scalata alla Banca popolare dell’Emilia Romagna; scalata che gli ha portato anche qualche strascico giudiziario: l’avvocato è indagato dalla Procura di Bologna per accesso abusivo al sistema informatico della Banca  finalizzato a carpire i dati sensibili dei soci.
Il suo numero due è Diego Volpe Pasini (fondatore in Friuli del movimento Sos Italia, già finito in carcere per non aver pagato gli alimenti alla ex ed al figlio e autore del falso dossier che voleva Matteo Renzi candidato del centrodestra), colui che si scusa con gli anziani reclutati in maniera inconsapevole per andare a Chianciano per firmare la candidatura e fare da claque alla convention di Samorì e promette: “Denunceremo l’autore della truffa e la prossima volta staremo più attenti”.
E' accaduto, infatti, che tre pullman di anziani della Capitale che credevano di andare in gita per una domenica dedicata alla beneficenza, siano stati prelevati da un centro sociale e si siano ritrovati invece in un convegno politico al Palamontepaschi di Chianciano Terme, a circa 200 chilometri da Roma.
l nome del regista dell’operazione, oggi come allora, è quello di Marcello Dell’Utri che, impossibilitato dalle sentenze a esporsi in prima persona, lo ha fatto attraverso l’avvocato, docente e banchiere di Modena, Gianpiero Samorì, che allora era il suo vice nei circoli che nacquero in tutto il Paese e che di lì a breve sarebbero confluiti in Forza Italia, e che oggi, a 54 anni, dei Mir, i moderati in rivoluzione, appunto, è il presidente.
Ma chi è costui?
Nel partito hanno l’idea che sia lui l’uomo che Berlusconi userà per spacchettare il Pdl in più liste, probabilità che trova la netta contrarietà di Alfano. Samorì, però, è davvero un intimo di Berlusconi, anche se lui ha negato in pubblico persino di conoscerlo: “Mi è stata attribuita una ricerca di volti nuovi, un certo signor Samorì che ho incontrato una sola volta nella vita e che non ritenevo nemmeno fosse interessato alla politica”.
Certo in Emilia, da dove proviene, non gli vogliono un gran bene: Isabella Bertolini, attuale vicepresidente dei deputati Pdl, una delle fedelissime fin dal 1994 con Forza Italia di Berlusconi e già acerrima nemica di Giovanardi, è lapidaria:  “Samorì? Se emergono certi personaggi non è più il mio partito. Io da coordinatrice di Forza italia in Emilia-Romagna ho fatto la ‘guerra delle tessere’ con l’obiettivo di avere un partito forte ma trasparente. Una persona come Samorì non posso considerarla un ‘amico’. Alfano ci aveva promesso il partito degli onesti, ma poi ha dato ragione ad altre persone, ha seguito altre logiche, e veder emergere ora certi personaggi mi rafforza nell’idea di lasciare il Pdl”.
“Non ho parole, non capisco il senso della dichiarazione di Isabella Bertolini: Samorì è l’unica speranza futura per il centrodestra. Speriamo formalizzi la sua candidatura al più presto”, così al fattoquotidiano.it l’avvocato e consigliere comunal di Bologna, Lorenzo Tomassini, uno dei principali sponsor di Samorì assieme a Carlo Giovanardi e Alberto Vecchi.

Ma a far parlare dell’avvocato è il suo ruolo presso lo stato di San Marino. Si, perché Samorì nel dicembre del 2010 è stato nominato dal Congresso di Stato del Titano ambasciatore in Francia. Ora grazie a quella nomina gode dell’immunità e ha in tasca anche un passaporto da diplomatico.
E, altra curiosità, l’avvocato modenese ha assoldato nel suo staff anche Jean Todt, l’ex amministratore delegato della Ferrari ora presidente della Fia-Federazione Internazionale dell’Automobile.
Ma su Samorì vengono fuori anche informazioni circa il possesso di conti correnti in paradisi fiscali, e precisamente nell’isola caraibica olandese di Curacao. Dalla sua società Modena Capitale si risale via via alla sua capofila, la Zevenplint n.v., società di cui non si conosce il bilancio protetto dal rigido segreto bancario in vigore sull’isola. La società è la madre di altre quattro società: Aviation, Banking Partecipations, Industry Partecipations e Insurance Partecipations.
Alla domanda se abbia rapporti con Curacao, Samorì ha risposto: “Io ho società in tutte le parti del mondo come tutti quelli che hanno delle attività economiche diversificate. Ma non vengo certo a dire le mie cose. Non c’è alcuna attività mia che abbia un regime da paradiso fiscale."
La chiave del suo successo di oggi è la vicinanza a Denis Verdini, con il quale i lavori per la nuova lista sono già in fase avanzata. Ma soprattutto, al Cavaliere Samorì serve perchè è ricco. Pensa di accollargli tutte le spese della prossima campagna elettorale, visti i tempi di magra che corrono ad Arcore. E questa, di certo, non sarà la rivoluzione, come la intendeva Alfano, ma di sicuro per Berlusconi è l’ultima occasione “per non lasciare il Paese in mano alla sinistra."

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