martedì 3 giugno 2008

CHIAIANO IL GIORNO DOPO

Tutti i paesi europei e persino gli Stati Uniti avanzano rapidi nelle rinnovabili, dismettendo centrali nucleari ed investendo in bioenergie, solare ed eolico. Financo il Brasile è energeticamente indipendente.
La vecchia Italia, in mano ad un governo di incapaci che segue i consigli di una classe "industriale" priva di capitale ma assistita, continua a propagandare l'arcaico: discariche, inceneritori, nucleare.
L'obsoleto avanza: oltre la Fibe, anche la Marcegaglia spa insiste negli inceneritori e nel nucleare, e Berlusconi preferisce esporsi a sanzioni europee piuttosto che cambiare il modello energetico.
Chi dovrebbe innovare quindi? Esclusi il Quirinale, la Confindustria, il Governo e la fantomatica opposizione, l'istituzione cui tocca l'arduo compito è il Popolo Italiano. Non attraverso i suoi rappresentanti, chè tali non sono, ma direttamente, mediante, ove necessario, l'uso della violenza.
Napolitano fa proclami volti alla riconquista della legalita’ ed invoca nuove norme legislative, giustifica qualsiasi disastro ambientale imputandolo alla camorra, accusa il Nord di aver inquinato coi rifiuti tossici la Campania.
Come se lui fosse stato eletto per 50 anni in Trentino e nulla sapesse della situazione, come se parlasse di un paese straniero e non di una patologia cronica di quel territorio, ben presente anche all’interno delle istituzioni.
Quanta ecomafia e’ presente all’interno dello Stato e quanto Stato costruisce profitti miliardari operando con l’ecomafia nell’ambito di un sodalizio criminale?
Ed allora la gente di Napoli si ribella allo Stato ed inizia, nonostante le resistenze delle amministrazioni locali, la differenziata con il porta a porta.
Si ribella a chi manda tecnici a fare carotaggi e analisi a Chiaiano e poi dà i risultati prima che siano finiti i carotaggi medesimi dicendo che va tutto bene e che quello è il posto giusto per portarci l’immondizia.
Ganapini, attuale assessore esterno all'emergenza, ha scoperto l'esistenza alla Regione Campania di un progetto per risolvere l'emergenza messo in cassetto nel 2003.
Cinque anni d'inferno, sul fronte della spazzatura prima che Ganapini scoprisse quel progetto già bello e fatto. E fa sorridere, a distanza di tanto tempo e dopo questa ennesima sorpresa del tormentone, rileggere cosa diceva Antonio Bassolino alla fine di gennaio di quel 2003: «Auguro a chi parla di fallimenti nella vicenda dei rifiuti in Campania di "fallire" come abbiamo "fallito" noi. Sarebbe un bene per il Paese. Visto che noi, in appena due anni, abbiamo fatto un lavoro enorme che non ha precedenti in Italia». Chissà se lo direbbe ancora.

Nessun commento: