mercoledì 21 maggio 2008

BREVIARIO SU BERLUSCONI

Nel gennaio del 1994 Berlusconi, ormai orfano dei partiti travolti dallo scandalo di Tangentopoli, fonda Forza Italia ed entra personalmente in politica. «Se non lo faccio, mi arrestano e fallisco per debiti », dice in giro. Si proclama seguace fervente di Mani Pulite, mette insieme An e la Lega (la prima alleata al Sud, la seconda al Nord) nel Polo delle Libertà, vince le elezioni del 27 marzo, grazie alle opposizioni di centro e di sinistra, che corrono divise. Tenta di avere i pm Davigo e Di Pietro nel suo governo, ma i due magistrati rifiutano e lui ripiega su personaggi come Dini e Previti. Il Berlusconi-1 ha vita breve: vara il decreto Biondi per salvare dall’arresto il fratello Paolo e alcuni dirigenti Fininvest indagati per corruzione della Guardia di finanza, approva il condono fiscale, edilizio e ambientale.
Il 21 novembre viene coinvolto personalmente nell’inchiesta sulle tangenti alla Guardia di finanza: racconta di aver avuto un avviso di garanzia a Napoli durante il G8 e di averlo scoperto leggendo il Corriere della Sera: non era un avviso di garanzia, bensì un invito a comparire per spiegare un suo incontro con l’avvocato Fininvest Massimo Maria Berruti al fine di depistare le indagini sulle mazzette del gruppo alla Guardia di finanza; l’invito non gli fu recapitato a Napoli, ove non c’era alcun vertice del G8, ma un convegno internazionale sulla criminalità; Berlusconi non seppe la notizia dell’indagine dal «Corriere della Sera», ma la sera prima dai CC inviati dal pool di Milano a Roma, che gli lessero al telefono il contenuto dell’incartamento. Il 22 dicembre è costretto a dimettersi, dopo la mozione di sfiducia presentata dalla Lega Nord contro la riforma delle pensioni.
La vicenda giudiziaria non c’entra nulla, ma lui racconta che la colpa è dei giudici e comincia a gridare al "ribaltone". In realtà non c’è alcun ribaltone: il successore l’ha indicato lui nel suo ministro del Tesoro, Lamberto Dini, salvo poi votare contro il governo istituzionale, sostenuto così soltanto dalla Lega e dal centrosinistra.
Nel 1996, indagato anche per mafia e per corruzione giudiziaria insieme a Previti (dopo l’arresto del giudice Squillante per corruzione da parte della Fininvest, in seguito alle rivelazioni di Stefania Ariosto), Berlusconi perde le elezioni e finisce all’opposizione per cinque anni. Ma il centrosinistra, diviso e rissoso, lo invita a riscrivere la Costituzione nella Bicamerale, evita di risolvere l'annoso conflitto d’interessi e di varare una legge antitrust sulle tv e approva tutte le leggi contro la giustizia previste nel suo programma (di Berlusconi, non del centrosinistra).
Lui alla fine fa saltare la Bicamerale, fa pace con Bossi e rivince le elezioni nel 2001, tornando al governo per cinque anni. Cinque anni di menzogne, di figuracce internazionali, di leggi ad personam, di condoni su condoni, di epurazioni e censure televisive, ma anche di malgoverno in ogni settore della vita pubblica, che lo trascinano alla sconfitta nel 2006.
Questa volta al centrosinistra bastano due anni di baruffe, errori e omissioni per riportare Berlusconi in cima ai sondaggi per la sua quinta candidatura a Palazzo Chigi. Lui si prepara alla terza rinascita con la solita fiumana di bugie. Raccoglierle tutte è impossibile (si rimanda a Le mille balle blu, Rizzoli-Bur, Milano 2006), ma si riportano le ultime in ordine di tempo, dall’inizio della campagna elettorale. Per esempio a Tv7, dinanzi a uno Gianni Riotta, il 14 febbraio 2008: «Mi sono battuto perché Enzo Biagi non lasciasse la Rai, ma alla fine ha prevalso in Biagi il desiderio di essere liquidato con un compenso molto elevato». Ancora: «Il nostro programma economico è già stato presentato al commissario europeo Almunia, il nostro ministro Tremonti ha avuto un colloquio con lui e penso che sarà condiviso». Sbigottita la replica di Joaquin Almunia: «Non ho ricevuto assolutamente nulla e quindi non posso aver approvato nulla» (21 febbraio 2008). Balle anche il 12 febbraio a Porta a Porta. «Nel 1994 dovetti scendere in campo dopo aver tentato di mettere d’accordo Bossi e Zaccagnini» (ma era Martinazzoli, non Zaccagnini, che risulta morto nel 1989). «Contro i clandestini chiuderò le frontiere» (di Schengen?). «La lotta di Prodi e Visco all’evasione ha spaventato gl’italiani» (gli evasori?). «Anche a me danno fastidio quelli che dichiarano meno al fisco e poi fanno il condono, perché se tutti pagassero le tasse anch’io ne pagherei di meno» (ma sia lui che Mediaset abbiano usufruito dei condoni approvati dal suo governo, ed egli è imputato anche per evasione fiscale). «Sono arrivato, con le mie aziende, ad avere 56mila collaboratori» (ma i borderò della Fininvest dei periodi d’oro arrivavano a 28mila). «Non si può non fare il traforo del Frejus» (già fatto da 130 anni). «I comunisti vogliono abolire la moneta» (?). «Come presidente del Milan, ho vinto più di tutti nella storia del calcio: addirittura il doppio di Santiago Bernabeu» (l’indomani La Gazzetta dello Sport dimostra che Bernabeu, presidente del Real Madrid, vinse il doppio dei trofei vinti dal Milan). «Io mi sento 35 anni, ma sto lavorando con don Verzè per portare l’età media degli italiani a 120 anni.»

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