giovedì 22 maggio 2008

NON CI SI PUO' FIDARE

Una piccola legge «ad personam», cioè tesa a favorire il presidente del Consiglio, era stata inserita nel decreto legge per la sicurezza, dunque pronta ad entrare in vigore subito dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri di ieri. Prevedeva la possibilità a chi è imputato per reati commessi prima del 31 dicembre 2001 di sospendere il processo per due mesi in modo da valutare se accedere al patteggiamento.
Silvio Berlusconi è sotto processo a Milano con l’accusa di corruzione dell'avvocato David Mills, anche se Antonio Ghedini, legale del premier e, quale parlamentare Pdl, coautore della norma, ha smentito che il Cavaliere miri al patteggiamento.
La leggina è poi scomparsa dalla versione definitiva del decreto sicurezza, ma è comparso qualcos'altro, e chi si domandava se esistesse ancora col nuovo governo Berlusconi un problema di conflitto d’interessi, ha trovato la risposta.
E' un solo articolo diviso in cinque comma che, all’interno di un decreto salvainfrazioni, punta ad evitare il deferimento dell'Italia davanti alla Corte di Giustizia europea nell'ambito della procedura avviata dalla Commissione di Bruxelles nel 2006 sulla compatibilità di alcune norme della legge Gasparri con le direttive comunitarie. Con l’emendamento si modifica il sistema delle licenze tv, sostituito con un meccanismo di autorizzazione generale, sufficiente a giustificare l'attuale compravendita delle frequenze. Il testo stabilisce inoltre che chi ne ha titolo può continuare a trasmettere fino al termine previsto per il passaggio definitivo al digitale terrestre (fine 2012). Questa mossa salverebbe praticamente Rete 4 dall’andare sul satellite ed impedirebbe ad Europa 7 di prenderne il posto, proteggendo così una delle tv di Mediaset contro una concorrente. Si tratterebbe di una violazione delle più basilari regole di mercato ad opera di una maggioranza il cui leader è fondatore e grande azionista di quel gruppo televisivo. «L'emendamento del governo sulle frequenze radiotelevisive non ha i requisiti di necessità e urgenza che la Costituzione richiede - afferma Roberto Zaccaria, deputato del Pd - ma risponde alle concrete esigenze del gruppo Mediaset. Da quando si è aperta la procedura di infrazione europea contro la legge Gasparri per limiti alla concorrenza il titolo Mediaset sta perdendo vistosamente in Borsa (-35% nel 2007). Il tentativo di eludere frettolosamente questa partita, tra l'altro in controtendenza rispetto alle indicazioni della Corte di giustizia europea, risponde ad una logica del tutto estranea al confronto parlamentare. Non sorprende quindi che l'emendamento, presentato in tutta fretta, sia stato difeso prima ancora che dal sottosegretario Romani, dal presidente di Mediaset Confalonieri, nel corso di una conferenza stampa a Cannes».
Critiche anche dall'ex ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni (Pd): «Non vorrei che ci fosse un limite invalicabile oltre il quale non valgono tutti i discorsi sul confronto. E che quel limite invalicabile fosse segnato dal cartello 'proprietà privata'. Mi auguro che non sia così». Per il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, si tratta di una norma «criminogena per salvare Rete4. Ancora una volta Berlusconi si fa una legge a suo uso e consumo». Beppe Giulietti definisce l'emendamento una «norma ad aziendam che difficilmente potrà essere ritirata, perché gli impegni presi sia a livello politico che a livello familiare difficilmente potranno non essere onorati». Anche l'Udc rivolge un appello all'esecutivo a ritirare l'emendamento.

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