giovedì 22 maggio 2008

IL NUCLEARE OGGI

Nel 1959 fu costruito il primo reattore di ricerca ad Ispra (Varese). Gli investimenti ed il favore dell'opinione pubblica nei confronti dell' iniziativa furono notevoli tanto che nel 1966 si raggiunse una produzione di 3,9 miliardi di kWh: l'Italia era il terzo produttore al mondo di energia elettrica di origine nucleare. Il ciclo espansivo si chiuderà con l' attivazione della centrale di Caorso (Piacenza) nel 1980.
Ma fu nel 1986 con l' esplosione di un reattore della centrale nucleare di Chernobyl che nacque un vero e proprio atteggiamento critico nei confronti dell' energia nucleare. In Italia fu bloccata l' attuazione di una parte del Piano Energetico Nazionale che prevedeva l'apertura di cantieri per nuove centrali nucleari.
L'8 novembre 1987 si svolsero tre referendum sul nucleare: la maggioranza degli italiani che andò alle urne votò per il «Sì», abrogando una serie di norme e orientando le successive scelte dell' Italia in ambito energetico verso una direzione di sfavore nei confronti del nucleare. I 3 quesiti riguardavano normative relative alla localizzazione degli impianti, l'abrogazione del compenso ai comuni che ospitavano centrali nucleari o a carbone, e il divieto all’Enel, allora azienda di Stato, di partecipare ai progetti nucleari anche all’estero. Comunque sia con il referendum abrogativo del 1987 è stato «di fatto» sancito l'abbandono da parte dell' Italia del ricorso al nucleare come forma di approvvigionamento energetico.
Resta ancora da completare il totale smantellamento, la rimozione e la decontaminazione di strutture e componenti degli impianti nucleari in Italia. Sia delle centrali nucleari ex-Enel, sia degli impianti del ciclo del combustibile ex-Enea: il governo ha affidato il compito dello smantellamento alla Sogin.
L'energia nucleare è indispensabile a livello internazionale, ma in Italia è difficile "ripartire da zero" perché il referendum di 21 anni fa e la politica che ne è scaturita hanno cancellato le infrastrutture materiali e immateriali che ora renderebbero possibile una ripresa nell'immediato del nucleare. A sottolinearlo è Adolfo Battaglia, ministro dell'Industria ai tempi del referendum dell' '87, strenuo difensore dell'energia atomica. "Una scelta seria per il nucleare passa per una serie di fattori: prima di tutto l'esistenza di una classe tecnica formata negli anni precedenti e che invece in Italia è scomparsa; poi la presenza di istituti di controllo che oggi non ci sono più; infine il raggiungimento di intese internazionali". "Una ripresa del nucleare è indispensabile nel mondo ma passa per scelte internazionali comuni. E' a questo che l'Italia deve dedicarsi. Perché è necessaria una politica di intese europee ed internazionali, ad esempio per la scelta dei reattori o per la soluzione del problema delle scorie". Per il referendum e "per le posizioni dei partiti che ne sono conseguite", in Italia "non abbiamo più niente".
Oltre millecinquecento tra docenti universitari e ricercatori hanno invece sottoscritto un appello "ai candidati alla guida del Paese nelle elezioni politiche 2008" per chiedere che venga messa da parte tanto la tentazione del nucleare, quanto il ritorno al carbone. "Riteniamo che l’opzione nucleare non sia opportuna per molti motivi: necessità di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficoltà a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, esposizione ad atti di terrorismo, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsità di combustibili nucleari. Sollecitiamo pertanto chi guiderà il prossimo Governo a sviluppare l'uso delle fonti di energia rinnovabile: eolica, geotermica, idroelettrica e, in particolare, solare nelle varie forme in cui può essere convertita: energia termica ed elettrica, combustibili artificiali, biomasse. Il Sole, infatti, è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale..."

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