venerdì 5 ottobre 2007

LA FORZA DEL SILENZIO

Mastella lamenta che Gianluigi Stella, noto giornalista del Corriere della Sera, fa il moralista perchè egli sarebbe andato in aspettativa dalla Rai facendosi pagare i contributi previdenziali per la pensione da giornalista pur essendo stato eletto in Parlamento.
Mastella replica di non aver scelto l'aspettativa pagata dallo Stato, ma che all'epoca non si poteva fare diversamente e che il meccanismo valeva per tutti i dipendenti, giornalisti e non di un ente pubblico.
Ricorda inoltre che quando fu eletto deputato molti parlamentari svolgevano il doppio lavoro, dal momento che nulla imponeva una scelta, mentre egli si mise in aspettativa volontaria, passando per fesso.
Anzi, a causa di una sua interogazione parlamentare sul punto, per lui in Rai l'aria divenne irrespirabile. Si riunì il consiglio d'amministrazione e la vicenda si ingigantì al punto che tutti i suoi colleghi deputati-giornalisti lo guardarono storto per mesi.

Ma nel libro "La casta" di Gian Antonio Stella si legge cosa diversa, e cioè come l'assunzione alla Rai di Mastella sarebbe stata agevolata da una raccomandazione dell'allora potentissimo democristiano Ciriaco De Mita, e che creò così tanto scandalo che ne seguirono ben 3 giorni di sciopero della redazione locale.
Di tale circostanza, documentata, l'interessato non fa cenno.
Oramai anche lui, come lo psiconano, non sa più cosa inventarsi per sembrare persona corretta e dalla morale ineccepibile.
Ma non si rende conto che, perdendo ogni occasione di tacere, finisce per attrarre ulteriori critiche.

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